Finanziaria, Ars: via libera al fondo di solidarietà per i parchi archeologici regionali
Passa in finanziaria l’istituzione del Fondo di solidarietà per quei Parchi archeologici regionali le cui entrate, ad oggi limitate, non consentono di poter effettuare una compiuta programmazione delle attività.
“Quello di oggi è un risultato molto importante perché introduce una norma di buon senso – dichiara l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà – che offre un importante aiuto fondamentale ai Parchi archeologici più giovani che ancora non hanno raggiunto livelli di autonomia economica e li sostiene nella programmazione delle proprie attività. Il fondo prevede che il dieci percento delle risorse derivanti dallo sbigliettamento dei Parchi di cui ai Titoli I e II della legge regionale 3 novembre 2000, n. 20, per il triennio 2021/2023, vengano destinati a finanziare le spese di funzionamento, fruizione e valorizzazione dei Parchi con insufficiente dotazione economica. In questo modo si potrà potenziare l’offerta culturale di tantissimi siti archeologici di tutta la Sicilia”.
“Bene la norma che destina parte degli incassi dei parchi archeologici principali a quelli con minori entrate, come Cava d’Ispica, Gela, Himera, permettendogli di sopravvivere e di pianificare con più tranquillità il futuro, ma sia solo il punto di partenza per valorizzare il nostro patrimonio culturale cominciando da ora con visite virtuali: non abbiamo niente da invidiare agli Uffizi, che già lo fa”.
I deputati regionali della commissione Cultura, Stefania Campo, Giovanni Di Caro, Roberta Schillaci e Ketty Damante sottolineano che “tra le pieghe di questa pessima finanziaria – dicono i deputati – c’è anche qualcosa di buono: parte degli incassi dei grossi parchi archeologici possono essere linfa vitale per quelli minori. Ma bisogna andare oltre puntando ora sulle visite virtuali, che fungano da promozione per la Sicilia. La soluzione per valorizzare il nostro patrimonio culturale infatti non può essere la Carta di Catania, trasferendo reperti archeologi, decontestualizzati da un percorso museale, in luoghi non preposti alle visite. Dobbiamo fare venire in Sicilia i fruitori, attirandoli con visite virtuali che resterebbero comunque di proprietà dei musei e dei siti archeologici mentre si formano i gruppi per le visite turistiche direttamente in loco. Lo strumento informatico non solo sarebbe efficace in termini di marketing durante il lockdown, ma sarebbe anche propedeutico alle future visite una volta che la pandemia allenterà la morsa”.
“Bisogna investire – concludono i deputati 5 stelle – in formazione sulle nuove tecnologie applicate ai Beni culturali, come realtà aumentata e video mapping, in collaborazione con le università”.