Si è svolto questa mattina il Forum contro la violenza di genere che l’assessore regionale delle Politiche sociali, Antonio Scavone, in apertura del confronto ha voluto dedicare a Roberta Siragusa.
“La tragica morte di Roberta, poco più che adolescente – ha detto Scavone – ci riporta ancora una volta drammaticamente ad un fatto di inaudita violenza contro le donne che chiama alle loro responsabilità le istituzioni per verificare se le azioni messe in campo siano sufficienti a contrastare il fenomeno della violenza di genere o se siano necessarie ulteriori misure soprattutto per prevenire oltre che evitare il ripetersi di atti criminali come questo”.
Presenti all’incontro anche i rappresentanti delle associazioni dei centri antiviolenza, la Procura della repubblica di Palermo, la Polizia di stato, l’Ufficio scolastico regionale, l’Anci, le consigliere di parità e per le pari opportunità, oltre ai rappresentanti delle forze sociali e dell’ARS.
“Un dato che è venuto fuori oggi dal confronto è particolarmente preoccupante e cioè che sono calati i ricoveri nelle strutture appositamente dedicate , mi riferisco ai centri antiviolenza e alle case ad indirizzo segreto- prosegue l’assessore- non vorrei che l’emergenza coronavirus, che ha costretto le persone a volte a convivenze forzate, abbia tra i suoi mali anche quello di tenere silenti e non fare emergere le situazioni di rischio. Ho chiesto alle rappresentanti delle associazioni di tenere alta la guardia e di considerare il governo regionale pronto a proporre qualsiasi modifica che possa migliorare il nostro livello di protezione”.
Scavone ha precisato durante l’incontro che solleciterà l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere per avere tempestivamente i dati sulle risposte che il sistema messo in piedi riesce a dare alle vittime e alle potenziali vittime di abusi.
“Dati necessari per indirizzare al meglio l’azione del governo- ha proseguito l’esponente del governo Musumeci- Sappiamo per esempio che dei 31 sportelli di ascolto solo 2 sono presenti a Catania e 1 a Messina, mentre Palermo è abbastanza coperta con 12 sportelli. Chiaramente dobbiamo lavorare per potenziare questo strumento in queste province perchè rappresenta il primo momento di contatto tra la donna vittima di abusi e le istituzioni. Da alcuni interventi di oggi delle associazioni che lavorano sul campo- aggiunge ancora Scavone- sappiamo anche che molto spesso il contatto non avviene perché le vittime chiamano le istituzioni, bensì al contrario perché, andando nelle scuole per svolgere attività di educazione per il contrasto alla violenza di genere, gli operatori hanno riscontrato dei casi di abusi che non erano stati denunciati”.
“Ultimamente – conclude Scavone – stiamo assistendo a episodi di efferata crudeltà, oltre a quello della giovane Roberta Siragusa, anche il recente tragico evento a Palermo della bambina di 10 anni morta per una sfida su tik tok e a Licata con le violenze subite da ragazzi in condizione di minorata difesa da parte di altri ragazzi che hanno addirittura postato le immagini sui social. Occorre oggi uno sforzo comune da parte di tutte le istituzioni perché siano stabiliti rigorosi percorsi di controllo al fine di proteggere le persone più fragili”.