Dpcm Conte: monta la protesta di tutte le attività produttive e delle piccole e medie imprese siciliane
Monta la protesta di tutte le attività produttive e delle piccole e medie imprese siciliane dopo i nuovi provvedimenti varati in queste ore.
“Domani sarò a Roma per un’iniziativa organizzata insieme agli operatori dei mercati impegnati in sagre e fiere” – afferma Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia – dopo la manifestazione di ieri, abbiamo concordato che a noi si uniranno anche ristoratori e gestori di bar ma anche di cinema e palestre. Temiamo che queste misure restrittive a partire dalla chiusura per le ore 18 di bar e ristoranti possano essere solo l’inizio di un nuovo lockdown. Per questo andremo a manifestare domani alle 11 davanti Palazzo Chigi per chiedere al Presidente del Consiglio dei ministri di creare un maggiore equilibrio tra questi provvedimenti e soprattutto di avviare misure di aiuto e di sostegno economico ai cittadini. Che fine ha fatto la tanto promessa potenza di fuoco? Vogliamo provvedimenti certi – conclude – per evitare il collasso economico del Paese”.
“Un provvedimento che metterà definitivamente in ginocchio le attività produttive coinvolte e il settore della cultura e dello spettacolo, già duramente provati dal lockdown di marzo. Con queste chiusure, di fatto, si consegnerà il sud alla mafia e all’usura”. Con queste parole l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, stigmatizza le nuove disposizioni contenute nel nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte.
“Nessun intervento economico a sostegno dei cittadini e delle imprese in difficoltà è previsto a fronte di questo provvedimento mentre la possibilità, per la maggior parte delle attività coinvolte e all’indotto, di poter sopravvivere a questo nuovo lockdown, è soltanto una chimera. Assisteremo all’inevitabile chiusura e poi ad una mancata riapertura di migliaia e migliaia di attività commerciali, di ristorazione e di intrattenimento, con la perdita di altri milioni di posti di lavoro e l’esplosione della povertà a livelli incontenibili”.
“Il governo Conte, ignorando totalmente le richieste delle associazioni di categoria, delle regioni e dell’opposizione, sta colpendo i settori strategici che muovono l’economia del nostro paese, dimostrando al contempo di non aver saputo predisporre in sei mesi un sistema sanitario capace di tutelare i propri cittadini, malgrado il loro comportamento esemplare durante la chiusura totale del primo lockdown e i sacrifici già sopportati. Dunque, il giudizio sul suo operato e su quello del suo governo è quello di un fallimento totale che, purtroppo, pagheremo chissà per quanti anni”.
“Ciò che più mi preoccupa ora è la prevedibile esplosione della rabbia e della protesta, assolutamente comprensibile, da parte di chi sta subendo tutto ciò, dopo aver investito denaro per adeguarsi alle normative in materia di distanziamento e di tutela della salute. Prepariamoci ad assistere a proteste ancora più dure: il pericolo di un’escalation della tensione sociale è altissimo. Cosa intende fare il governo se i cittadini scenderanno in piazza a protestare? Reprimere il dissenso con la violenza, come nelle dittature? Sarebbe interessante saperlo”.
Molto duro anche l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, con un lungo post pubblicato oggi sulla sua pagina Facebook: “Il governo Conte ritiene di contrastare il covid mettendo in ginocchio il mondo della cultura, della ristorazione, dei bar e dello sport. Con il dpcm appena firmato, l’esecutivo composto da PD, M5S, Leu e Italia Viva darà il colpo di grazia a centinaia di migliaia di attività commerciali, che non potranno sopportare il peso di simili provvedimenti e saranno costrette alla chiusura. Ancora una volta, Conte e il suo governo non hanno ascoltato in alcun modo le istanze avanzate dalle regioni italiane, che avevano suggerito misure che non fossero penalizzanti per le categorie produttive e che, responsabilmente, proprio come ha fatto nelle scorse ore la Sicilia, avevano adottato limitazioni e provvedimenti di contenimento dei contagi, senza infierire su coloro che hanno subito in questi mesi perdite economiche senza precedenti e che per ripartire avevano adottato tutte le misure di sicurezza richieste dai protocolli sanitari. Penalizzare il mondo della cultura (con la sospensione degli eventi teatrali, musicali e cinematografici), della ristorazione e dello sport (con la chiusura di piscine e palestre) vuol dire non conoscere il Paese reale e non avere riguardo di milioni di Italiani che si ritrovano adesso dinanzi a un futuro sempre più incerto”.