“Il Risveglio di Catania”, percorso espositivo di dipinti e oggetti sacri appartenenti alla Civica collezione di Castello Ursino
Sabato 3 ottobre alle 10.30 presso la Badia di Sant’Agata di Catania, in un incontro tra fede e bellezza, verrà inaugurato “Il Risveglio di Catania”, percorso espositivo di dipinti e oggetti sacri appartenenti alla Civica collezione di Castello Ursino. All’inaugurazione saranno presenti S.E. Rev. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania, Alberto Samonà, Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Barbara Mirabella, Assessore dei Beni culturali e della Pubblica Istruzione della Città di Catania, Rosalba Panvini, Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Catania, il Sac. Massimo Parisi, Rettore della Badia di Sant’Agata, Benedetto Caruso, dirigente del servizio PAU della Soprintendenza.
La mostra, che comprende cinque dipinti ad olio su tela di varie epoche e scuole artistiche, 14 stazioni della Via Crucis realizzate dal pittore Alessandro Abate e quattro candelieri in metallo dorato, è venuta fuori come iniziativa durante il convegno “Dai depositi alla valorizzazione” che si è tenuto alle Ciminiere di Catania lo scorso mese di febbraio. In quella sede, infatti, era scaturita l’idea propositiva che i reperti e le opere d’arte custodite nei depositi dei Musei, delle Soprintendenze, dei Parchi, debba essere reso fruibile ai visitatori piuttosto che rimanere nell’oblio di spazi inaccessibili al pubblico. Idea che, grazie alla sinergia tra il Comune di Catania e l’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana è diventato progetto esecutivo con la mostra allestita all’interno della Badia di Sant’Agata.
“Abbiamo scelto il tema suggestivo de “Il Risveglio” – dice l’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – poiché riteniamo che l’immenso patrimonio artistico, archeologico ed etnoantropologico della Sicilia abbia bisogno di uscire dal buio e dal silenzio dei depositi per respirare, narrare, creare dialogo, restituire bellezza. È sulla base di questa riflessione e sull’esigenza di generare una rotazione espositiva dello smisurato patrimonio che giace nei depositi dei nostri musei, che si è realizzata, quindi, questa mostra che raccoglie opere di grande pregio che fanno appena intuire la ricchezza delle collezioni d’arte custodite nel Museo Civico di Castello Ursino. Opere tra le quali si trovano preziose collezioni private e monastiche, come quella dei Padri Benedettini, le cui vicende si intrecciarono a quelle della città di Catania e dello stato Italiano che le incamerò dopo l’Unità. Attraverso il tema della mostra – sottolinea l’assessore Samonà – si innalza anche l’auspicio del Governo regionale per una nuova stagione caratterizzata dal Risveglio di quella speranza che, in questo periodo di sofferenza, sta mostrando insieme alla fragilità dell’uomo anche il tema di una nuova spiritualità”.
Per l’assessore dei Beni culturali di Catania, Barbara Mirabella, quella avviata con la Regione, attraverso la Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania è una “importante iniziativa che si inserisce nell’alveo di una rinnovata collaborazione tra istituzioni. L’amministrazione di Catania ha contribuito con entusiasmo alla realizzazione di una mostra che invita a scoprire una parte dell’enorme patrimonio culturale sacrificato all’oblio per mancanza di spazi espositivi. Auspico – dichiara l’assessore Mirabella – un rapporto di collaborazione ancora più intenso tra Regione e amministrazioni locali che possa valorizzare i nostri beni culturali nel duplice segno: di far conoscere un patrimonio spesso nascosto e di educare all’arte e al rispetto della nostra storia”.
“Con questa esposizione – dice Rosalba Panvini, Soprintendente dei Beni Culturali di Catania – si restituisce la potenza del racconto a due Natività, una del XVII secolo ed una del XVIII secolo, che accolgono il visitatore nell’atrio della chiesa: la nascita del Figlio dell’Uomo rappresenta nel percorso espositivo la prima tappa del racconto per immagini. Nella circolarità dell’aula centrale, perfetta sintesi dell’armonia della forma geometrica progettata dalla genialità del Vaccarini, la mostra trova lo spazio ideale, per l’evolversi del racconto per immagini: la Via Crucis, 14 formelle in terracotta policroma realizzate dal pittore catanese Alessandro Abate nel 1923 per il Sacrario di San Nicolò La Rena e per ricordare la morte del figlio soldato durante la prima guerra mondiale; il dipinto del Cristo deriso, un olio su tela del XVII secolo, completa l’altare della Crocifissione, evidenziando la storia dell’umanità attraverso il sacrificio di Cristo”.
Sul presbiterio, luogo dell’Eucaristia, la mostra restituisce alla visione opere di grande bellezza quale l’Incredulità di Tommaso, del XVII secolo con evidenti elementi riconducibili a Mattia Preti che nel percorso narrativo ed esperienziale segna il momento della Resurrezione e del dubitare dell’uomo sul mistero della fede.
Il percorso espositivo, che sarà introdotto dalla storica dell’arte della Soprintendenza, Carmela Cappa, si conclude con il dipinto di ambito siciliano del XVIII secolo raffigurante la Misericordia di Gesù nei confronti dell’umanità, peccatrice e malata: la donna che Cristo incontra, sia essa l’adultera o l’emorroissa, rappresenta l’Amore divino e la sua presenza in funzione di Aiuto nella storia umana.