Fondale marino di Ustica, individuato un antico relitto romano con anfore databili fra il II e il I secolo A.C.
Un relitto giacente ad una profondità di circa 70 metri di cui è ben evidenziato il carico, composto da anfore databili tra il II ed I sec. a.C., è stato individuato nello specchio d’acqua antistante Ustica dalla Sovrintendenza del Mare durante un’operazione di monitoraggio e rimessa in ordine dell’itinerario subacqueo.
Le indagini preliminari sono state condotte con il supporto tecnico-logistico della Guardia di Finanza, comandata dal Colonnello Martinengo del ROAN, con il Ten. Col. Averna Comandante della Stazione Navale, il Luogotenente Bonura Comandante della sez. operativa navale, il m.llo Nobile Comandante del nucleo subacqueo. Per la Sopmare, oltre alla soprintendente Valeria Li Vigni, erano presenti i funzionari Selvaggio e Agneto, responsabili degli itinerari subacquei, l’archeologa Testa, il responsabile del nucleo subacqueo Vinciguerra.
“Abbiamo ripreso le attività di ricerca e di manutenzione degli itinerari sommersi – dichiara la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – grazie all’Assessore Alberto Samonà che ha manifestato la volontà di rimettere al centro dell’attenzione la Sopmare che rappresenta tutt’oggi un organo di ricerca, tutela e valorizzazione unico in Europa e che prosegue la propria attività in tutti i mari di Sicilia”.
Le immersioni sono state effettuate dal segnalatore e altofondalista Riccardo Cingillo. Durante le tre giornate di lavoro sono state effettuate ricerche strumentali tramite ecoscandaglio, ROV e Rebreather.
A Ustica le ricerche proseguiranno con saggi, rilievi videofotografici, e analisi diagnostiche sui reperti recuperati.
“Proseguire e potenziare le ricerche in mare ispirate dall’entusiasmo ancora vivido di Sebastiano Tusa – sottolinea l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – non è solo un atto di rispettosa memoria verso un uomo che ha investito gran parte della propria vita a valorizzare la Sicilia e il mondo sommerso, ma è soprattutto un investimento in termini di capacità di generare valore, attraverso il potenziamento di un segmento dell’offerta culturale connessa al patrimonio storico-archeologico sottomarino, in linea con i principi dettati dalla Convenzione UNESCO sulla fruizione del patrimonio culturale. Ho dato un preciso imput alla Soprintendenza del Mare – prosegue l’assessore Samonà – perché prosegua nella ricerca sottomarina e possano ampliarsi le occasioni di conoscenza e divulgazione del patrimonio storico e archeologico custodito dal mare. Un ringraziamento doveroso alla Guardia di Finanza che ci ha accompagnato anche in quest’ultima scoperta”.