“Le ricerche della Soprintendenza del Mare nella Sicilia Sudorientale”: domani videoconferenza di Bruno

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“Le ricerche della Soprintendenza del Mare nella Sicilia Sudorientale” è il tema che verrà trattato domani, venerdì 19 giugno (ore 16:30), da Nicolò Bruno, funzionario archeologo della Regione Siciliana. La videoconferenza, nell’ambito del programma “Dalle ricerche per mare… agli incontri in rete”, sarà tenuta all’interno della piattaforma “Zoom”, alla quale si potrà accedere con un link, inviato unitamente alle sintetiche indicazioni per l’accesso, alle prime 90 persone che chiederanno di partecipare con un messaggio privato inviato alla Soprintendenza del Mare, tramite “Messenger”.

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Bruno ha lavorato per la Soprintendenza del Mare nelle provincie di Siracusa, Ragusa e Caltanissetta e propone, tra le moltissime scoperte, alcune tra esse che verranno ulteriormente approfondite in futuro. “Nel mare delle tre provincie insistono 2 fra più importanti città greche del mondo antico, Siracusa e Gela – evidenzia Bruno – con i loro importantissimi porti; ma non sono le uniche; lungo questa fascia costiera sono state fondate sul mare anche Megara Iblea, Eloro e Kamarina; aggiungerei anche Leontinoi, l’odierna Lentini, che era collegata al mare da un porto fluviale”. “La presenza di tutte queste importanti città costiere – continua – ha fatto sì che la grande frequentazione di questo breve tratto costiero abbia dato modo di scoprire una notevolissima quantità di emergenze archeologiche subacquee. I progetti di ricerca che si presenteranno sono relativi alle emergenze subacquee presenti a Megara Iblea, già conosciute dall’Orsi alla fine dell’Ottocento, ma che saranno oggetto di indagine più approfondita per valutare se le strutture fanno parte del porto della città o meno; si presenterà un interessantissimo relitto greco presente nella Baia di S. Panagia a Nord di Siracusa, scavato da G. Kapitan negli anni ‘70 dello scorso secolo, e rivisitato dalla Soprintendenza del Mare negli ultimi anni con la sensazionale scoperta di un carico di zanne di elefante”. “In progetto c’è inoltre – sottolinea Bruno – lo studio e lo scavo delle strutture portuali scoperte all’interno del Porto Piccolo di Siracusa, che daranno la possibilità di capire meglio la topografia di Siracusa nell’antichità. Per la provincia di Ragusa si parlerà di un relitto greco, probabilmente arcaico, naufragato nella baia di Punta Braccetto, oggetto solo di indagine visiva che merita approfondimenti perché dalla Soprintendenza di Ragusa già precedentemente erano stati trovati nelle vicinanze importanti reperti greci, fra cui un elmo. Sempre nel Ragusano si parlerà di Caucana, ancoraggio bizantino noto alle fonti tardoantiche, e delle indagini marine già svolte e da continuare, con la presenza di relitti e aree portuali. Per la provincia di Caltanissetta si farà una disamina delle importantissime scoperte nell’area di Contrada Bulala a Gela, famosissima ormai per il relitto arcaico denominato “Gela 1”, ma che in questi ultimi anni è passata alle cronache per l’importantissima scoperta di quasi un centinaio lingotti di oricalco – conclude Bruno – sicuramente trasportati da una imbarcazione antica, mai trovati da nessun’altra parte né in scavi a terra né a mare”.

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