Slc Cgil: sciopero dei call center, a Palermo “situazione drammatica”

0

Sciopero dei call center, a Palermo “situazione drammatica”, adesione tra il 60 e il 70 per cento. “Non è più il settore dei ragazzini, nei call center ci sono lavoratori come gli altri”.

Banner Rag Giuseppe Pannullo

Palermo 28 gennaio 2020 – Sciopero dei call center: più del 60 per cento dei lavoratori palermitani è sceso in piazza oggi per protestare e chiedere maggiori garanzie per il futuro del settore.  “Lo sciopero è riuscito.  L’adesione nella nostra città è stata alta: il 60 per cento con punte del 70 per cento. In prefettura la dottoressa Baratta ha ricevuto una delegazione e  il documento dei sindacati con le  nostre rivendicazioni sarà trasmesso al governo”, dichiara Massimiliano Fiduccia, della Slc Cgil Palermo e Rsu Almaviva.
“A Palermo la tensione è alta perché la  situazione è veramente drammatica e peggiora di giorno in giorno  – aggiunge Fiduccia – Alla vertenza Almaviva si sommano gli altri esuberi annunciati ieri  dall’azienda Abramo. Stiamo vivendo una situazione molto complicata, diffusa anche in altri territori. Per questo oggi siamo scesi in piazza con uno sciopero regionale”.
Il 31 i sindacati torneranno a Roma per il tavolo unitario su Almaviva. ”E’ il momento di dare risposte certe  sul problema  delle delocalizzazioni, su un ammortizzatore sociale strutturato e su un fondo di investimento dedicato a questo importante settore che in Sicilia dà lavoro a 20 mila addetti – aggiunge Fiduccia –   Da mesi  va avanti una discussione col ministero del Lavoro e col ministero dello Sviluppo economico. Ci aspettiamo un segnale deciso da parte del governo e che si possa ragionare con l’azienda per trovare soluzioni non traumatiche”.
E aggiunge Emiliano Cammarata, Slc Cgil Palermo e Rsu Almaviva:  “Il settore dei call center in Italia non si può più permettere di aspettare. Abbiamo bisogno di riforme strutturali. Al governo, già a partire dal 31 gennaio, al  tavolo  chiederemo  leggi per questo settore,  ammortizzatori sociali strutturali, rispetto delle tariffe ministeriali e contratti commerciali. Ma soprattutto  un fondo strutturale che possa servire alla riqualificazione di un settore in profonda trasformazione  da troppi anni, che conta 80 mila lavoratori in tutta Italia, di cui 20 mila in Sicilia. Il rischio è che nel giro di due-tre anni,  non solo i 1700 di Almaviva ma i 20 mila lavoratori dei call center siciliani perdano il posto. E sarebbe un danno incommensurabile  per la nostra Isola.
Al corteo grande la preoccupazione dei  lavoratori del call center Abramo,  che a Palermo  sono in tutto 450 operatori, di cui 190 lavoratori a tempo indeterminato  e il resto contratti atipici,  Lap, co.co.co  “Proprio  ieri la nostra azienda ci ha convocato e ha comunicato che Tim  ha ridotto del 70 per cento il  traffico – dice Francesco Brugnone, Rsu Slc Cgil di Abramo –  Da  circa 180 mila chiamate al mese, siamo passati a 43 mila. Già hanno dichiarato almeno 150 esuberi. Ci dobbiamo rendere conto che questa ormai è una vertenza di tutto il settore e non  di una singola azienda. Ormai – aggiunge Brugnone – tutti i committenti fanno il bello e cattivo tempo. Decidono di chiudere i rubinetti, spostano le chiamate da un centro all’altro e affossano le speranze  di tutti noi. Non è più il lavoro di un tempo in cui il ragazzetto veniva al call center per sostenersi nelle spese universitarie.  C’è gente che campa la famiglia, che  ha creato un nucleo familiare col lavoro dei call center. Ma il governo  è assente, non capisce che non è più un settore di ragazzini ma di gente che lavora, noi non  siamo lavoratori di serie B ma lavoratori come tutti gli altri e rivendichiamo i nostri diritti  e pretendiamo dal governo che intervenga per difenderci. E intervenga sui committenti: finché non ci saranno regole certe nel settore, non sappiamo cosa ci aspetta domani”.

”La giornata di oggi, con lo sciopero dei call center siciliani, richiama l’attenzione di tutti, imprese e istituzioni, sul pericolo di uno scivolamento verso una crisi senza ritorno per un settore che nel nostro territorio impiega migliaia tra lavoratrici e lavoratori, soprattutto giovani. Da mesi sollecitiamo il Governo nazionale e chiediamo soprattutto di aprire una fase di intervento straordinario su un settore fortemente esposto alla competizione dei costi e delle delocalizzazioni. I call center sono stati, e sono, una delle poche novità di questi decenni e hanno bisogno di essere accompagnati verso un percorso di crescita, sia sul piano dell’innovazione, che della tutela dei diritti. Palermo è la città più esposta ed è, ovviamente, la città dove è stata più forte e più incisiva la mobilitazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali. Si tratta, quindi, di un tema importante sul piano politico, oltre che sociale. La giornata di oggi ne è stata una bella e forte testimonianza. Non possiamo deluderli”.  

Lo dichiarano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessora al Lavoro, Giovanna Marano, intervenuti in occasione dello sciopero regionale dei call-center, indetto oggi dalle segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc, per chiedere norme più stringenti per la regolamentazione del settore, il rispetto delle tariffe e contro le delocalizzazioni selvagge.
L’Amministrazione comunale ha ripetutamente – anche nei giorni scorsi con una lettera inviata dal sindaco Leoluca Orlando al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte – richiamato l’attenzione del Governo nazionale – Ministero Sviluppo Economico e Ministero del Lavoro – sulla esigenza di affrontare le attuali emergenze e criticità con un intervento strutturale per utilizzare al meglio le professionalità presenti sul territorio palermitano e le innovazioni nel settore delle Telecomunicazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *