Inchiesta piano rifiuti. M5S all’Ars: “Fatto gravissimo. Musumeci chiarisca nelle sedi opportune”
Il piano regionale dei rifiuti che in Sicilia manca da 20 anni, quello che, Crocetta prima e Musumeci dopo, hanno promesso di approvare in tempi brevi e di cui ancora non c’è traccia, continua lentamente il proprio iter per il via libera finale. Intanto, la magistratura starebbe indagando su “eventuali pressioni affinché il piano rifiuti regionale prevedesse passaggi favorevoli ad alcune imprese”. Sarebbero due i filoni dell’inchiesta della magistratura, uno dei quali arriva fin dentro i palazzi del potere regionale. Le attenzioni dei magistrati palermitani si polarizzano sulla gestione dei rifiuti e sul piano della Regione siciliana. Un piano non ancora operativo, ma attorno al quale si sarebbero concentrati interessi illeciti.
“Apprendo dalla stampa che la Procura sta indagando sul piano rifiuti. Restiamo a completa disposizione dei pm per chiarire eventuali dubbi su questo fondamentale strumento per la Sicilia” – afferma l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon -.
“Il piano – ricorda l’assessore – è stato ritenuto dalla commissione tecnica per la Vas conforme alla legislazione regionale, nazionale ed europea. Con questo strumento puntiamo sulla raccolta differenziata, diamo priorità agli impianti pubblici e mettiamo ordine e trasparenza nel settore. Oggi in Sicilia la raccolta differenziata è quasi al 40 per cento, vengono conferite centinaia di migliaia di tonnellate in meno di rifiuti in discarica e questo significa milioni di euro in meno di introiti. Sono stati anche stanziati oltre cento milioni in giunta per impianti pubblici. Sono azioni concrete che ribadiscono la direzione intrapresa dal governo. Restiamo a disposizione anche della commissione Antimafia a cui continueremo a fornire puntuali riscontri in pieno spirito di collaborazione. Considerata la delicatezza delle materie trattate, invito tutti quanti a mantenere un clima di civile rispetto, anche istituzionale, nella consapevolezza che gettare indiscriminatamente discredito sulle istituzioni regionali, anche involontariamente, avvantaggia lo stesso sistema affaristico che questo governo sta cercando, non senza ostacoli e strutturate contrapposizioni, di scardinare”.
“Apprendiamo da fonti di stampa che la magistratura palermitana starebbe indagando su eventuali pressioni pervenute in fase di redazione del nuovo Piano regionale dei Rifiuti in favore di alcune imprese. Un fatto gravissimo – dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle – che va a sommarsi alla parallela inchiesta su Nicastri e Arata da cui emerge un quadro oltremodo preoccupante. Alla luce di tali fatti la Commissione Ambiente dell’Ars non può esprimere alcun parere su quello che dovrebbe essere uno strumento pianificatorio fondamentale per l’Isola”.
“Il nostro gruppo parlamentare – spiegano i deputati – ha segnalato attraverso decine di atti parlamentari ed esposti anomalie nelle procedure autorizzative in tutta la Sicilia e anche nel caso specifico della discarica Oikos, rilanciando sulla necessità di una pianificazione asseverata alle direttive europee, rispettosa delle leggi nazionali e capace finalmente di regolamentare il caos che ci pone fanalino di coda del nostro Paese. I nemici di un piano rifiuti vero e concreto sono tanti e sono gli stessi che vogliono che la Regione operi nell’ottica dell’emergenza per far guadagnare a dismisura i privati. In tutta la vicenda sono stati fatti interventi di pezzi delle istituzioni e che di certo qualcuno non ha fatto il proprio dovere”. “Riteniamo consequenziale e urgente – concludono i deputati M5S all’Ars – un chiarimento da parte del Presidente della Regione presso le opportune sedi istituzionali”.
“Non mi risulta che, almeno ufficialmente, la società Oikos faccia parte del Governo regionale. Per questo le precisazioni contenute in un comunicato diffuso della società risultano, oltre che volgari nella forma e offensive nel contenuto, grottesche nelle giustificazioni proposte” – dichiara Claudio Fava – dopo la diffusione di un comunicato stampa da parte della Società Oikos, i processi autorizzativi della cui discarica di Valanghe d’Inverno sarebbero stati viziati da corruzione. “Delle offese la Oikos sarà chiamata a rispondere nelle opportune sedi legali – prosegue Fava, che ricorda che invece “sul piano politico e amministrativo resto in attesa di una risposta da parte del presidente Musumeci e del governo regionale, ai quali è stata rivolta la mia interpellanza. Dopo le motivazioni della sentenza di condanna e la scomposta reazione di oggi dell’azienda di Proto, la linea del silenzio appare sempre più intollerabile”.