Il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del governo regionale della Sicilia di spalmare in dieci anni il maggiore disavanzo di oltre due miliardi di euro
Il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del governo regionale della Sicilia di spalmare in dieci anni il maggiore disavanzo di oltre due miliardi di euro. Il provvedimento è stato adottato dopo la decisione della Commissione paritetica che ha recepito, all’unanimità, la proposta della Giunta regionale. Alla seduta di Palazzo Chigi ha preso parte anche il presidente della Regione Nello Musumeci, come previsto dallo Statuto siciliano.
«L’intesa col governo Conte – ha dichiarato il governatore dell’Isola – ci consente di proseguire nell’azione di risanamento, avviata già due anni fa, e di contenimento della spesa, tanto che non abbiamo contratto alcun debito sin dal momento dell’insediamento. Anzi, abbiamo ridotto l’indebitamento di ben settecento milioni di euro, rispetto agli otto miliardi che abbiamo trovato. Eviteremo così di effettuare tagli pesanti, che graverebbero sulle fasce più deboli della popolazione».
Dal canto suo, l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha sottolineato che «entro novanta giorni sarà definito con lo Stato un accordo che contenga le prescrizioni richieste dal governo nazionale, ma soprattutto chiuda definitivamente le intese sull’autonomia finanziaria regionale».
“Bene il testo approvato in cdm, soddisfatti del recepimento delle nostre proposte. Ora Musumeci faccia le riforme che servono alla Sicilia, siamo stanchi del suo immobilismo”. Così il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.
“Grazie alla norma del governo Conte bis, che consente di spalmare il disavanzo 2018 in 10 anni, la Regione è salva da sicuro default. Non possiamo fare a meno, assieme a tutti i siciliani, di tirare un grosso sospiro di sollievo, ma ora la Regione non ha più scuse, deve iniziare quel cammino virtuoso che chiediamo da sempre e consenta di ridurre il disavanzo già dal prossimo anno”. Lo affermano i deputati del Movimento 5 stelle all’Ars che con una mini delegazione (composta dai deputati della commissione Bilancio di Palazzo dei Normanni, Luigi Sunseri e Sergio Tancredi) oggi hanno incontrato, insieme al viceministro delle infrastrutture e trasporti Giancarlo Cancelleri, il premier Conte a Roma per perorare la causa Sicilia.
Nel pomeriggio, presso il Ministero degli affari regionali si è svolto un incontro fra il Ministro Boccia, il presidente della Regione Musumeci e il viceministro Cancelleri che ha permesso di trovare l’intesa politica per poter portare a termine il salvataggio della Sicilia.
“Siamo soddisfatti – afferma la delegazione – del risultato raggiunto anche grazie al nostro contributo: La Regione ora sarà costretta a fare con serietà e col massimo impegno i compiti a casa previsti dalla norma, e cioè, predisporre una serie di riforme che riducano il disavanzo, ma deve muoversi in fretta. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo, varato oggi, la regione dovrà sottoscrivere un accordo con lo Stato contenente specifici impegni di rientro del disavanzo, altrimenti la spalmatura dovrà essere contenuta in soli tre anni”.
“L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto legislativo che spalma in 10 anni il disavanzo della Regione siciliana fa tirare a tutti un sospiro di sollievo: adesso chiediamo al governo nazionale e a quello regionale di mettere da parte le incomprensioni e le polemiche e di lavorare insieme per il bene dell’Isola”. Lo dice il commissario della Cisal Sicilia Nicola Scaglione, commentando l’approvazione del Decreto che allunga a un decennio l’arco temporale in cui ripianare il disavanzo della Sicilia pari a oltre due miliardi di euro.
“Questo provvedimento evita l’ennesima manovra lacrime e sangue che avrebbe colpito i lavoratori e le fasce più deboli e chiede in cambio riforme – continua la Cisal Sicilia – ma i problemi non sono certo risolti: serve un confronto serio tra le istituzioni e le parti sociali per immaginare un percorso che nei prossimi anni riporti la nostra Regione a crescere. Le aziende sono in crisi o scappano all’estero, le vertenze aumentano, sempre più famiglie rischiano l’instabilità economica e anche la Pubblica amministrazione arranca. Serve uno sforzo comune o il tracollo sarà soltanto rinviato, non possiamo perdere altre occasioni per cambiare il futuro dei siciliani”.