L’allarme della Cisl: “A rischio collasso le Poste in Sicilia”

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L’allarme della Cisl: “A rischio collasso le Poste in Sicilia”. Fra esodi, tagli al personale e agli organici, il sistema è sul punto di esplodere”

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Palermo – “L’unica politica operata dalla dirigenza di Poste in Sicilia è quella di sfoltire il personale e l’organico, aumentando a dismisura la produzione. Dietro l’angolo si palesa quindi il collasso del sistema”. A lanciare l’allarme il segretario generale della Cisl Poste Sicilia, Giuseppe Lanzafame, che da mesi, insieme alle altre sigle sindacali di categoria, chiede con forza un congruo numero di risorse per garantire servizi efficienti tutelando la qualità e la dignità dei lavoratori. Il sistema Poste  in Sicilia rischia di esplodere. Chi di competenza intervenga prima che sia troppo tardi. È palese la grande difficoltà in tutti gli ambiti di Poste Italiane, nella nostra regione”. Il segretario Cisl Poste Sicilia evidenzia alcuni aspetti di fortissima criticità come gli effetti di quota 100, gli incentivi economici per lasciare il servizio e le condizioni in cui operano i lavoratori part – time nell’isola:  20 giovani sportellisti hanno deciso di lasciare la Sicilia dal prossimo maggio,  perché solo così possono vedere trasformare il loro contratto da part time a full time. “Questa è la conseguenza di  una politica aziendale miope che impone a giovani risorse di trasferirsi per poter uscire dal precariato e avere una vita più o meno dignitosa”.  “É una gestione aziendale solo di tagli al personale e agli organici – afferma il segretario regionale della Cisl Poste Giuseppe Lanzafame –  con un aumento smisurato della produzione e una grande difficoltà   nel richiedere diritti sanciti dalle regole e leggi”.  “Dal 2017 ad oggi – continua – oltre 1200 risorse hanno lasciato il lavoro a fronte di circa 80 ingressi  tra assunzione di consulenti, trasferimenti da altre regioni e passaggi part time a full time.  Di fatto meno del 10% che lascia il lavoro,viene sostituito, praticamente non vi è quasi ricambio. I carichi di lavoro sono sempre più estenuanti e si arriva a lavorare anche dodici ore al giorno, per cercare di sopperire, senza risultati,  alle gravi carenze organiche. I trasferimenti dal nord, sono troppo esigui per la mole di lavoro a cui si deve far fronte e le assunzioni sono minime rispetto alle necessità lavorative. In queste condizioni, le unità in servizio, hanno ritmi di lavoro molto pesanti e stressanti”.  “Tutti questi esodi  – spiega il sindacalista – ricadono sulla forza lavoro rimasta  e alimenta, un clima di grande tensione e conflitto negli ambienti di lavoro, con frequenti scontro fra i vari ruoli all’interno degli uffici postali, di recapito e nei  grandi centri di smistamento. Si lavora  costantemente con il fiato sul collo  e tutto ciò non é più tollerabile, ammissibile e umanamente sopportabile”.  “La dirigenza di Poste Italiane – aggiunge Lanzafame – pretende dai lavoratori sempre di più, con sempre meno unità e  carenti strumenti di lavoro. Un modus operandi che la Cisl non tollera. I lavoratori sono vicini al collasso”. La Cisl evidenzia anche lo “sfruttamento dei pochi ragazzi assunti a tempo determinato, che non potranno mai avere un futuro stabile soprattutto in Sicilia”. A causa del “decreto dignità” questi giovani precari non possono superare i 12 mesi di lavoro, ma molto spesso Poste Italiane  non rispetta neanche questo limite, e dopo qualche mese di lavoro, li rispedisce a casa “come pacchi”, sottolinea Lanzafame che aggiunge: “Dopo averli assunti e sfruttati qualche mese, l’azienda procede in maniera repentina a fare un altro cambio con nuove assunzioni. La conseguenza é il peggioramento della qualità del servizio a discapito della clientela”. Nel 2018, ricorda il segretario della Cisl Poste Sicilia, sono stati assunti a tempo indeterminato oltre 1000 risorse e fra il 2019 e 2020 altri 3200. Si tratta prevalentemente di  portalettere ex precari. Delle quasi 5000 assunzioni, nessuno sarà assegnato in Sicilia.   “Ci chiediamo – prosegue Lanzafame – e soprattutto vorremmo sapere da Poste Italiane, che fine faranno i 700 part time che prestano servizio in  Sicilia. Si trovano da oltre 8 anni in una situazione drammatica. Che dignità lavorativa dà a questo persone la nostra azienda?”.  A fine giugno, grazie all’accordo nazionale siglato l’ 8 marzo a Roma, nella saranno trasferiti in Sicilia circa 37 unità provenienti da  altre regioni e vi saranno 70 trasformazioni da part time a full time. L’accordo, come osserva la Cisl Poste Sicilia, complessivamente potrebbe essere positivo ma  irrisorio nei numeri per le esigenze lavorative che vi sono sull’isola.  “Non si capisce – conclude Lanzafame –  quale sia il vero strumento per determinare il numero dei lavoratori soprattutto negli uffici postali. La solo certezze: sempre meno lavoratori, senza  limite. Al recapito, nel silenzio aziendale più preoccupante  si registra una carenza di  oltre 200 portalettere”.

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