Ex province, Musumeci convoca i Parlamentari nazionali, Siracusano (FI): “Chiediamo la procedura d’urgenza per interrompere il prelievo forzoso ed evitare il dissesto”
Parte dalla Sala Alessi di Palazzo d’Orleans l’appello delle istituzioni siciliane al governo Conte affinché le ex Province non muoiano. E’ il risultato dell’incontro che il presidente della Regione Nello Musumeci ha voluto con i parlamentari nazionali eletti in Sicilia, per giungere subito all’emanazione di un decreto legge sugli enti locali che elimini il meccanismo del prelievo forzoso che ha portato al collasso le ex Province dell’Isola. Una mission alla quale deputati e senatori – di maggioranza e opposizione presenti al vertice – hanno assicurato pieno sostegno. Sarà l’assessore dell’Economia, Gaetano Armao, che con Roma è impegnato da tempo in una interlocuzione su questi temi, a farsi portavoce della richiesta che il governatore condenserà in un una nota ufficiale.
Dal ministero dell’Economia, il governo Musumeci ha già ottenuto l’assicurazione di trovare una soluzione definitiva alla crisi degli Enti di area vasta entro il prossimo 30 settembre, ma il precipitare della situazione impone di accelerare i tempi affinché all’Isola possa essere riservato lo stesso trattamento delle altre regioni d’Italia dove i bilanci delle ex Province godono di un ristoro significativo da parte dello Stato. E’ stata la riforma Delrio a provocare una insostenibile disparità tra Regioni ordinarie e a statuto speciale, vessate dal cosiddetto contributo di risanamento alla finanza pubblica. All’incontro erano presenti, oltre ad Armao, anche gli assessori regionali alle Autonomie locali Bernardette Grasso e alla Salute Ruggero Razza.
«Le conseguenze di quella che può essere definita una finta riforma – afferma il presidente Musumeci – sono sotto gli occhi di tutti e non lasciano ulteriori margini di tempo per trovare una soluzione: strade provinciali abbandonate al dissesto, servizi sociali essenziali negati, stipendi a rischio per i dipendenti. Il default è dietro l’angolo anche per le amministrazioni che ancora non lo hanno dichiarato. Il problema si risolve a Roma ed è per questo che ho voluto coinvolgere deputati e senatori siciliani affinché ognuno faccia la propria parte. E’ stato un bel momento di solidarietà istituzionale che, sono certo, troverà un suo riscontro nei fatti. Da Roma abbiamo ottenuto già alcuni impegni ma adesso bisogna accelerare. L’avevano spacciata per una grande riforma e, invece, hanno massacrato enti che per 160 anni avevano fatto, e anche bene, il proprio lavoro». Il presidente ha annunciato anche l’elaborazione di un dossier che ricostruirà «decenni di omissioni e di avalli a scelte scellerate».
La Regione già ai primi di marzo, subito dopo la pubblicazione del bilancio, è intanto pronta a versare nelle casse delle ex Province – come ha assicurato l’assessore Armao – 112 milioni di euro stanziati con l’ultima manovra. «Mentre i 540 milioni che lo Stato si è già impegnato a destinare nei prossimi sei anni a Liberi consorzi e Città metropolitane – ha spiegato – potranno servire ad assorbire il carico dei mutui contratti e a liberare risorse per altri 23 milioni di euro».
Al vertice hanno preso parte anche il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando e i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Questi ultimi hanno manifestato apprezzamento per l’iniziativa del governatore e per «un nuovo modello di collaborazione», avanzando la richiesta di tenere aperto il tavolo del confronto per seguire costantemente, passo dopo passo, tutte le tappe successive.
“L’incontro di oggi ci predispone verso un obiettivo comune da perseguire con celerità. Giusto per chiarire l’iter procedurale: io avevo presentato un emendamento al dl semplificazione, bocciato dal Governo e successivamente accolto con piccole modifiche come ordine del giorno. Il Governo nazionale si è dunque impegnato a risolvere il problema delle ex province”. A riferirlo è la deputata di Forza Italia, Matilde Siracusano, a seguito dell’incontro di oggi, presso la sede della Presidenza della Regione Siciliana, voluto dal Governatore Musumeci, insieme alle sigle sindacali e la deputazione nazionale eletta in Sicilia.
“Il positivo intento che raccolgo in questa sede – conclude Siracusano – onde evitare contraddizioni che spesso si verificano a Roma, deve essere di buon auspicio per accogliere la proposta di legge presentata da Forza Italia, composta da un solo articolo, che cancella il prelievo forzoso e avviare la procedura d’urgenza. Solo così le ex province possono tornare a erogare quantomeno i servizi essenziali e scongiurare il dissesto finanziario”.
«Un primo passo. Utile, perché il confronto è l’unico modo per generare azioni corali efficaci. Ma solo un primo passo rispetto al quale attendiamo sviluppi. E in tempi brevi, risultati concreti e verificabili». Così Cgil Cisl e Uil e le rispettive federazioni di categoria Fp Cgil Cisl Fp e Fpl Uil, a conclusione dell’incontro, poco fa, sul futuro degli enti di area vasta in Sicilia. L’appuntamento, a palazzo d’Orleans, ha visto la partecipazione dei segretari generali Michele Palgliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, dei numeri uno di categoria Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Alda Altamore. Dei vertici regionali dell’Anci.
«Al governatore Musumeci – scrivono in una nota i confederali – abbiamo chiesto che le parti tornino a incontrarsi nel giro di una-due settimane per monitorare la situazione, che in Sicilia pende come un’ipoteca sulla testa di 6000 lavoratori di cui 400 precari. E abbiamo evidenziato, come di estrema urgenza, la vicenda dei lavoratori che, a causa del dissesto già proclamato, degli enti, non percepiscono stipendio da mesi». Il riferimento è al Libero consorzio di Siracusa. Ma tutti, segnalano i sindacati, sono «a rischio di un effetto domino che impedisce loro di adempiere alla propria mission nel territorio, sulla viabilità, sulle strutture scolastiche, sul fronte dei servizi sociali. E li rende incapaci di erogare stipendi ai dipendenti».
Tra le decisioni assunte nel corso dell’incontro, e sulle quali Cgil Cisl e Uil attendono sviluppi, l’impegno dei deputati siciliani a Roma, così come di Palazzo d’Orleans, a sollecitare il Governo nazionale a un decreto legge di riordino del sistema delle autonomie locali. L’abolizione del prelievo forzoso che strozza gli enti locali siciliani sottraendo dalle loro già esangui casse 270 milioni l’anno. Ancora, l’impegno della Regione a sostituirsi alle ex Province nei mutui da queste già contratti con Cassa depositi e prestiti: operazione che, a norma approvata dal Parlamento nazionale, libererebbe 22 milioni, complessivamente. Insomma, decisioni la cui attuazione i sindacati sollecitano come «necessaria al più presto perché gli enti intermedi escano dal tunnel, recuperino la loro storica presenza nel territorio. Restituiscano ai lavoratori la certezza del diritto allo stipendio».