Finanziaria: Sicindustria “Nessuna idea di sviluppo e una guerra giocata sulla pelle dei siciliani”

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“Quando pensi di avere toccato il fondo, poi scopri che si può ancora scendere”. Sicindustria commenta così l’iter di approvazione della finanziaria regionale, in corso all’Ars. “Lo spettacolo di questi giorni proposto da Governo e Parlamento regionale, che continuano a farsi la guerra sulla pelle dei siciliani, è davvero sconfortante soprattutto se si pensa che ciò avviene nell’anonimato, grazie al voto segreto che mortifica il rapporto di trasparenza che deve esserci tra elettori ed eletti. La Regione sta mostrando tutta l’incapacità nel proporre una qualsiasi idea di sviluppo: in oltre 50 articoli non si trova un progetto di crescita, si prevedono tagli e poi nulla per invertire una rotta che sembra tragicamente segnata. Il rischio è, come al solito, quello che la montagna partorisca un topolino”.

“Il governatore Musumeci – afferma il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese – ha ultimamente rimproverato a Sicindustria le critiche mosse al governo. Noi diciamo che, se da un lato le critiche possono creare prurito, dall’altro sono strumento di confronto indispensabile da cui dovrebbe passare sempre l’azione politica. Oggi ribadiamo che sarebbe importante parlare di misure rivolte alla crescita del sistema economico e quindi dell’occupazione, piuttosto che ricordarsi delle imprese solo quando c’è da rimpinguare le casse pubbliche”. 

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Dopo l’ennesima bocciatura del Governo durante la discussione della Finanziaria l’opposizione contrattacca: “Non esiste più una maggioranza – tuona Claudio Fava – nemmeno sulla finanziaria che per qualsiasi governo è la legge più importante. Il governo regionale naviga a vista e il presidente Musumeci non si vede più in aula”. Per Fava, “siamo ormai all’epilogo; ad una resa senza nemmeno la consolazione di una battaglia politica. Musumeci ne prenda atto: firmi per l’esercizio provvisorio poi venga in aula e si dimetta senza ulteriormente perdere tempo con ipotesi di finanza creativa che sono soltanto ulteriori conferme del suo Governo”. “Abbiamo bocciato la norma “manifesto” del governo Musumeci. Una norma che proponeva sgravi fiscali per qualche decina di pensionati stranieri … e chi se ne frega dei 90 mila giovani siciliani costretti ogni anno a lasciare l’isola” – conclude Fava, promotore dell’emendamento che poco fa all’Ars ha soppresso dalla finanziaria regionale la norma che prevedeva la concessione di sgravi fiscali per gli stranieri interessati a trasferire la residenza in Sicilia. Per il deputato del movimento “Cento passi”, “in questo voto c’è tutto il senso del fallimento di una finanziaria di merletti e lustrini, inutile e noiosa. Una legge quasi imbarazzante”.
“Manovra lacrime e sangue? Non per tutti. Mentre usa la mannaia per tagliare su cultura, forestali consorzi di bonifica e dimentica di ripristinare i fondi per i disabili, lo scandaloso governo Musumeci trova le risorse per premiare dirigenti e dipendenti regionali. E’ l’ennesimo schiaffo in faccia ai siciliani” – affermano i deputati del M5S all’Ars commentando il via libera ad una norma che reintegra il Famp, il fondo destinato a premi e straordinari per dirigenti ed altri dipendenti regionali. “In un momento tragico per la Sicilia come questo – afferma il capogruppo Francesco Cappello – una notizia del genere è inaccettabile. Sia chiaro, non abbiamo nulla contro i dipendenti regionali e contro i dirigenti, ma se devono essere sacrifici lo siano per tutti. Specie per i dirigenti che possono contare su premi obiettivi ancora nebulosi e consistenti. Nel 2015 una nostra indagine fece venire alla luce che alcuni di loro venivano premiati anche per il semplice invio di mail o per la ‘protocollazione di pratiche’ e diventammo la barzelletta d’Italia. Anche la Procura apriì un’inchiesta. Musumeci piuttosto che gratificarli ulteriormente cerchi di capire se i meccanismi sono ancora gli stessi”. 
“La bocciatura degli articoli 7 ed 1, cardini di questa disastrosa Finanziaria, è la lapalissiana dimostrazione dell’inconsistenza di questo governo, che non ha saputo difendere le norme fondanti dell’impianto normativo portato in aula. A scontarne le conseguenze, come al solito, saranno i siciliani, che attendono invano risposte da questo arrogante e presuntuoso esecutivo. A questo punto Musumeci ha poca scelta: o si libera dalle zavorre che lo frenano e scrive assieme a noi quattro riforme per salvare la Sicilia o vada a casa” – afferma il capogruppo del M5S all’Ars Francesco Cappello -. “Non ci interessano le poltrone – dice Cappello a nome del gruppo – ci interessa risolvere le tante emergenze di un’isola al collasso. Musumeci ne prenda atto”.
“Quella del Movimento 5 stelle è un’ipocrisia che lascia senza parole, nello stile della peggiore Prima Repubblica. Ieri si è toccato il fondo quando i deputati Ars hanno deciso di bocciare la norma che avrebbe messo finalmente la parola fine alle opere incompiute in Sicilia” – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. “Dopo gli apprezzamenti verso l’iniziativa rivolti pubblicamente dal deputato Di Paola, i grillini chiedevano invece il voto segreto e, facendosi scudo della riservatezza dell’urna, affossavano la norma pur nella consapevolezza della bontà della proposta”, aggiunge Falcone. “In pubblico dicono una cosa e in privato ne fanno un’altra. Insomma – conclude Falcone – il Movimento 5 stelle in quest’ultimo anno ha fatto propri tutti i fondamentali di quel becero modo di fare politica del tanto peggio, tanto meglio. Ecco perché, poi, in altre Regioni dove si è votato, sono stati puniti dagli elettori”.
“Cultura e teatri non possono essere oggetto di alcun taglio – afferma  il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Giuseppe Milazzo – e non possono essere considerate risorse da mettere in discussione. La civiltà di un popolo si misura dalla considerazione che si ha della cultura. I rappresentanti delle Istituzioni, che vogliono promuoverla, hanno il dovere morale e istituzionale di garantire che la cultura e i teatri vengano difesi”.
“Utilizzo come esempio – spiega il Parlamentare – l’esperienza del Teatro Massimo di Palermo, fiore all’occhiello cittadino, che oggi rappresenta un simbolo da perseguire, per fare emergere quanto importanti siano i teatri e la cultura per una Sicilia che ha bisogno di crescere”.“Motivo per il quale Forza Italia – conclude Milazzo – farà di tutto per ripristinare le risorse precedentemente stanziate e oggetto di tagli. Sono certo che il Presidente Musumeci, sensibile alla tematica, appoggerà la nostra iniziativa, evitando così disastri tali da compromettere un mondo che, ribadiscono, essere fondamentale per tutti”. 
 “L’esito del voto contrario dell’Aula su una previsione contabile relativa al ripianamento del disavanzo richiede taluni approfondimenti che il Governo sta svolgendo, al fine di garantire il rispetto degli equilibri finanziari poliennali individuando le opportune soluzioni”. Così il vicepresidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, dopo la bocciatura da parte dell’Aula dell’articolo 7 del disegno di Legge di stabilita’ relativo al ripianamento del disavanzo. “Il Governo confida nel senso di responsabilità del Parlamento alla ripresa dei lavori nella giornata di domani”, conclude il vicepresidente della Regione. Dopo la bocciatura della norma i lavori sono stati rinviati a domani pomeriggio alle 18.

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