Si concludono le “Giornate dell’Economia del Mezzogiorno” con la partecipazione del sottosegretario alla politica commerciale Michele Geraci
“L’Italia è ancora al medioevo tecnologico e, per avviare un reale sviluppo, soprattutto al sud, occorre puntare su tre fattori, ossia: digitalizzazione, pagamenti online e infrastrutture. Ma dove c’è una sfida da affrontare, c’è anche un’opportunità”. Lo ha affermato Michele Geraci, sottosegretario di Stato alla internazionalizzazione e promozione degli scambi e alla politica commerciale internazionale, intervenuto alla sessione conclusiva dei lavori della XI edizione delle “Giornate dell’Economia del Mezzogiorno”, alla biblioteca comunale di Casa Professa.
Geraci ha anche spiegato che l’attuale governo si sta prodigando per porre di nuovo l’Italia al centro dell’economia del Mediterraneo, che per la sua posizione, la pone come ponte naturale per i commerci verso l’Africa. Geraci ha parlato anche della necessità di attrarre nuovi investitori stranieri applicando tassazioni inferiori e intraprendendo nuovi percorsi legislativi. Il sottosegretario ha fatto notare che intanto, in 30 anni, non è stato registrato nessun miglioramento nel comparto dei trasporti ma, se si vuole davvero incrementare e vivacizzare i flussi economici, oltre che alle nuove tecnologie, è indispensabile ripensare anche ai collegamenti, affinché le merci possano essere consegnate in tempi rapidi. Geraci, palermitano di nascita, ma che dopo gli studi a Boston per lungo tempo ha insegnato finanza in Cina, ha rilevato la sbalorditiva trasformazione dei paesi asiatici, che hanno saputo sfruttare al meglio tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e come alcune piattaforme, come ad esempio alibaba.com, abbiano un giro d’affari che in alcune giornate particolari raggiunge cifre da capogiro. “Uno dei problemi più evidenti – ha detto ancora l’economista – è che la retta della domanda e quella dell’offerta non si incontrano”. Per colmare in parte questo gap, è stata preannunciata una sorta di Erasmus delle startup che dovrebbe concretizzarsi il prossimo febbraio. Si prevede possa dare nuove occasioni estere ad un centinaio di giovani. Invece, per quanto concerne il reddito di cittadinanza l’esponente del governo ha chiarito che non si tratterà di un sussidio per fannulloni, ma di un sussidio per il ‘capitale umano’, avente l’obiettivo di sviluppare competenze che consentano l’accesso o il rientro nel mondo del lavoro. Una piccola chicca poi per i tifosi, con la notizia che alcuni investitori cinesi hanno mostrato rinnovato interesse per la società calcistica del Palermo.
Ad introdurre l’incontro è stato Alessandro La Monica, presidente di Diste consulting, che ha parlato della necessità di organizzare grandi eventi anche nelle aree marginali e quindi soprattutto al sud, al fine di invogliare gli operatori ad agire su questi territori. La Monica ha pure ricordato come diversi temi trattati nei 32 anni di attività dell’osservatorio congiunturale Nicolò Curella, abbiano fatto da apripista ad iniziative poi riprese da vari governi nel corso del tempo.
Sull’importanza della salvaguardia del rapporto umano, anche quando si adottano le tecnologie digitali più avanzate si è invece soffermata Ines Curella, amministratore delegato della Banca Popolare Sant’Angelo che, nello specifico ha asserito: “il tema della rivoluzione digitale fino a qualche anno fa era visto solo in termini di efficienza e velocizzazione delle procedure per la riduzione dei costi. Oggi le cose sono cambiate e si guarda anche alle molteplici possibilità che queste innovazioni offrono”.
La necessità inderogabile di ‘fare sistema’ è stata al centro dell’intervento di Pietro Busetta, presidente del comitato scientifico delle Giornate dell’economia del Mezzogiorno, che ha evidenziato come al sud i dati sull’occupazione siano stagnanti da almeno 10 anni, con 6 milioni e 100mila lavoratori, compresi i sommersi, su una popolazione di 21 milioni di persone.
Un’analisi sull’andamento dei mercati e delle valute straniere, in rapporto all’Italia, è stata effettuata da Andrea Botho dell’Università di Oxford che ha messo in guardia sui rischi della politica protezionistica di Trump. Per quanto concerne l’Europa ha spiegato che Italia e Regno Unito sono al momento un po’ a rimorchio del resto dell’Unione. Sull’euro ha invece profetizzato che, per ragioni fisiologiche, probabilmente tra una decina di anni sarà destinato ad essere soppiantato.
Secondo il presidente dello Svimez Adriano Giannola, finora tutte le strategie attuate per recuperare il ritardo tra nord e sud sono state un fallimento e che, per dare una sferzata positiva, occorre che il governo sblocchi le Zes (zone economiche speciali). Sul fronte dell’occupazione anche Giannola ha messo in luce l’esistenza di un Italia a due velocità, anche relativamente alla retribuzione dei lavoratori.