“Milleperiferie”, i sindaci italiani firmano un documento contro il blocco dei progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza
Mobilitazione dei sindaci italiani contro il decreto Milleproroghe che blocca di fatto 1625 interventi accolti nei 96 progetti presentati da Comuni e Città Metropolitane che investono la vivibilità di 326 Comuni italiani, un terzo dei quali ricade in Sicilia. Il blocco dei progetti del Bando periferie – oltre a far retrocedere i partner privati che, con gli enti pubblici, si sono impegnati a garantire un cofinanziamento pubblico-privato di 1,1 miliardi di euro – genera una perdita reale di 42 mila posti di lavoro ed effetti diretti e indiretti su 9,5 miliardi di euro(considerando l’indotto).
Tutto questo è stato bloccato, azzerato, congelato al 2020 dal Governo. E per questo motivo, i sindaci di tutti i Comuni interessati hanno deciso di scendere in campo, a difesa delle rispettive città, paesi, comunità. Capofila è Palermo dove mercoledì 17 ottobre (alle 12) il sindaco Leoluca Orlando firmerà per primo un documento unitario, sottoscritto da moltissimi altri sindaci e supportato da Anci nazionale, contro la manovra del Governo. Saranno presenti i sindaci di Matera, Campobasso, Ravenna, Ancona, Varese, Bologna, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Siracusa, e altri che si stanno aggiungendo in queste ore.
Per comprendere appieno la portata del grave atto contro i Comuni e le città italiane, a Palazzo Bonocore, a Palermo, sarà proposta una panoramica dei 96 progetti finanziati dal Bando Periferie e bloccati dal Milleproroghe, organizzata in un unico, fluido discorso visuale che permetterà di comprendere l’effettiva e reale portata del provvedimento congelato. Milleperiferie è un progetto ideato, diretto e prodotto da I World, con il patrocinio, tra gli altri, di Anci Sicilia, Anci Nazionale e Regione Siciliana.
Si parla di città, certo, ma soprattutto di uomini. Che hanno il diritto di vivere bene, in luoghi consoni, con servizi adeguati; che hanno il diritto di lavorare, programmare, progettare un futuro. Il Bando periferie avviava tutto questo, ed è stato bloccato. Per questo motivo i sindaci, riuniti a Palermo e con il supporto di Anci, firmeranno un documento unitario che li schiera compatti e uniti contro il Governo nazionale che disattende ai suoi impegni. E concordano con ANCI nella sua decisione di interrompere i rapporti istituzionali con il Governo fino a quando non si assumeranno provvedimenti precisi che possano consentire ai sindaci di avviare i progetti per i quali hanno firmato solennemente un contratto a Palazzo Chigi e preso impegni con le rispettive comunità.
L’intento è quello di promuovere un’azione legale al TAR nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sollecitare le Regioni di riferimento ad impugnare il decreto in questione alla Consulta, con il sostegno di ANCI che sta costituendo una cabina di regia.
Il BLOCCO DEL BANDO PERIFERIE. Il Piano periferie, varato dai governi Renzi e Gentiloni, era destinato alla riqualificazione delle città metropolitane e i comuni capoluogo. Prevedeva in totale 2,1 miliardi di finanziamenti dallo Stato e provocava una rete di co-finanziamenti di oltre 1,7 miliardi. Il Piano era diviso in due tranche: le prime 24 convenzioni tra la presidenza del Consiglio, i Comuni capoluogo e le Città Metropolitane, firmate il 6 marzo 2017 e le successive 96 il 22 dicembre dello scorso anno. In agosto, il Governo ha bloccato il secondo gruppo (96 comuni che avrebbero ricevuto 1.571 milioni di euro di finanziamenti statali e 1.144 milioni di co-finanziamenti locali e privati) facendo slittare i finanziamenti al 2020. Si perdono quindi 140 milioni nel 2018, 320 nel 2019, 350 nel 2020 e 220 nel 2021). L’escamotage del Governo era basato su una presunzione di incostituzionalità dell’art.1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, in cui vengono stanziati i fondi del “bando periferie”, limitatamente alla mancata consultazione delle Regioni nel processo di approvazione della legge, in applicazione del meccanismo della “chiamata in sussidiarietà”.
L’Anci, presieduta dal sindaco di Bari Antonio Decaro, reputa del tutto priva di fondamento la presunta incostituzionalità , dopo che la stessa Corte Costituzionale con provvedimento n. 74 del 2018, precisa che la dichiarazione di illegittimità costituzionale non produce effetti sui procedimenti in corso, qualora questi riguardino i diritti costituzionali delle persone. E tutti i progetti li riguardano visto che investono sulle comunità.
Un mese fa il Premier Giuseppe Conte ha incontrato Anci Nazionale impegnandosi a ripristinare i fondi per le periferie nel primo decreto utile e solo pochi giorni fa il Senato ha accolto una mozione presentata da Lega e M5Stelle per finanziare soltanto i progetti esecutivi.
Il Presidente di Anci Antonio Decaro ha quindi interrotto le relazioni istituzionali tra Anci e Governo fino alla soluzione del problema e al ripristino dei fondi. Nel frattempo, sono decine i comuni che stanno facendo ricorso al TAR contro il decreto Milleproroghe. Non solo, ma anche diverse regioni (tra cui Sicilia, Lazio e Toscana), la cui mancata consultazione è oggetto della disputa, stanno promuovendo ricorsi alla Consulta.
Milleperiferie è un viaggio multimediale attraverso i 96 progetti bloccati dal decreto Milleproroghe. Sarà ospitata a Palazzo Bonocore (piazza Pretoria) fino al 25 ottobre.
Il blocco dei progetti colpisce municipi di ogni colore politico: a Livorno vanno in fumo 18 milioni e i nuovi alloggi popolari, Roma e Torino – guidate da sindaci M5Stelle – perdono 40 milioni a testa. Reggio Calabria, Catania, Messina (dove la città metropolitana contava di realizzare 44 interventi in 39 comuni), Napoli (soldi impegnati dal sindaco Luigi De Magistris per riqualificare il quartiere Scampia), Genova (dove si prevedevano ristrutturazioni di scuole e loro adeguamento antisismico, mitigazione del rischio idrogeologico, sistemazioni idrauliche e ristrutturazioni stradali in diversi Comuni della provincia) e Palermo. Venezia, guidata dal forzista Brugnaro, perde oltre 50 milioni e salta la riqualificazione dell’ex manifattura tabacchi. A Milano persi 18 milioni destinati in parte a una scuola media e a un parco nel quartiere Adriano. La meno toccata è Tempio Pausania: rinuncerà ad “appena” 517 mila euro.
Più nel dettaglio: Palermo sarebbe intervenuta con la riqualificazione di Brancaccio, Zen, Marinella, Tommaso Natale, Mondello e Sferracavallo; sul potenziamento scolastico e attraverso azioni di riqualificazione culturale in 35 comuni della Città Metropolitana; Napoli progettava la ricucitura urbana e riconnessione del quartiere di Scampia e i Comuni di Arzano e Casavatore; di fatto, era il progetto di abbattere le famose “Vele” di Scampia; Torino sulla governance e mobilità sostenibile del progetto Corona Verde che integra e crea relazioni fra il centro e i Comuni della cinta torinese; interventi della Città Metropolitana di Roma per la rigenerazione urbana, orti urbani e inclusione sociale fra i Comuni di Fiumicino, Tivoli e Pomezia; progetti della Città Metropolitana di Genova che comprendono nuove scuole e strade verso i Comuni, e loro adeguamento antisismico e mitigazione del rischio idrogeologico, alla luce del crollo del Ponte Morandi; Venezia mirava a riqualificare l’ex Manifattura Tabacchi ; Ancona puntava a riqualificare la periferia Palombella Stazione Archi; Anche Matera aveva in atto progetti di riqualificazione urbana e socio-culturale, e guarda con terrore all’interruzione del percorso di rilancio cittadino da avviare con Matera 2019 Capitale Europea della Cultura; Reggio Emilia vuole rifunzionalizzare le ex Officine Meccaniche Reggiane che avrebbero ospitato startup; Savona vuole sviluppare un parco lineare sostenibile e vede a rischio ingenti co-finanziamenti privati che potrebbero annullarsi in caso di slittamento dell’avvio dei lavori; Taranto puntava alla riqualificazione dell’ex area militare Baraccamenti Cattolica acquisita dal Demanio dello Stato nel 2014; Firenze progettava interventi tra innovazione e tecnologia verso una città turistica “smart”.
Milleperiferie è un progetto ideato, diretto e prodotto da I World, patrocinato da Anci Nazionale, Anci Sicilia, Presidenza della Regione Siciliana, Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città Metropolitana di Palermo, Comune di Palermo, Fondazione Sicilia, SOSVI.MA, e rientra tra gli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura.