Bocciatura elezione ex province, Mancuso (FI): “La Sicilia perde l’occasione di una rappresentanza democratica diretta”. M5S: “La riforma medievale avallata da Musumeci va a sbattere contro il muro della costituzionalità”
A seguito della bocciatura della Corte Costituzionale in merito alla norma votata dall’Assemblea regionale nel 2015, la quale prevedeva l’elezione diretta del Presidente, della Giunta e del Consiglio provinciale, l’on. Michele Mancuso, Coordinatore di Forza Italia per la provincia di Caltanissetta dichiara: ” Le sentenze vanno accettate e soprattutto rispettate. Certamente la Sicilia perde una grande occasione di rappresentanza democratica diretta. Per il popolo siciliano, l’aver perso la possibilità di eleggere le Assisi provinciali a rappresentanza dei territori è un danno di notevole entità sociale”. “Sarà necessario un confronto – continua il Deputato – con le varie istanze territoriali affinché si possa mettere mano alla Legge che regolamenta le ex province, oggi liberi consorzi”. “Questo – conclude il Parlamentare nisseno – è l’ennesimo effetto negativo del fallimentare Governo precedente, al quale dopo la sentenza sui Commissari della sanità, si aggiunge quello delle ex province”.
“La sentenza della Corte costituzionale – al di là del marginale aspetto delle Province – suona ad offesa della dignità del popolo siciliano – tuona il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – e della sua plurisecolare vocazione autonomistica. L’avere di fatto cancellato, con un colpo di spugna, l’articolo 15 del nostro Statuto che riserva alla «legislazione esclusiva della Regione la materia di organizzazione e controllo degli enti locali» denuncia il malcelato e progressivo tentativo romano di smantellare l’Istituto autonomistico. Con questa sentenza assai discutibile si espropria ai cittadini elettori il diritto sacrosanto di scegliere chi dovrà governare le ex Province, peraltro già da cinque anni condannate alla paralisi, con l’evidente stato di abbandono della viabilità, dell’edilizia scolastica e dei servizi essenziali”.
“A questo punto – aggiunge Musumeci – noi siciliani siamo chiamati a prendere una decisione non più rinviabile: o rinunciamo definitivamente alla nostra Autonomia, accettando il cinismo dello Stato accentratore, o ricorriamo alla magistratura sovranazionale nell’ultimo tentativo di difendere la nostra stessa identità”. “Per questo, ho concordato col presidente del Parlamento siciliano – conclude – la convocazione di un’apposita seduta d’Aula per raccogliere la condivisione di tutti i deputati”.
“L’ambizione politica dell’allora deputato nello Musumeci e ora presidente della Regione Siciliana di tornare a elargire poltrone e indennità per le province, è naufragata miseramente – dichiarano i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars Valentina Zafarana, Giancarlo Cancelleri e Salvatore Siragusa -. La riforma medievale da lui avallata, è andata a schiantarsi contro il muro della costituzionalità. Morale i siciliani hanno perso tempo e soldi”.
“Dopo la sonora bocciatura del Consiglio dei Ministri che ha impugnato mezza finanziaria varata dalla maggioranza, arriva questa ennesima certificazione di incompetenza e cecità politica. Per fare funzionare le ex province e gli importanti servizi che queste gestivano, bisognava mettervi dentro le risorse, non le poltrone. Nel nostro programma, abbiamo più volte ribadito che occorre lavorare sulla corretta applicazione delle norme statutarie attraverso la vera realizzazione di Liberi Consorzi tra i comuni, di diretta competenza politica dell’assessorato regionale agli Enti locali. Abbiamo parlato della necessità di una nuova governance del territorio non intesa nel modo tradizionale tipica delle vecchie province, ma secondo una nuova concezione che dia concreta realizzazione ai principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione e con il mantenimento dei livello occupazionali”. “La riforma – aggiungono i portavoce M5S All’Ars – deve essere basata in primo luogo sul taglio totale della parte politica ed i conseguenti costi e, in secondo luogo, su una redistribuzione accurata delle competenze, del personale, dei fondi e delle strutture per garantire ed incrementare i servizi essenziali. Per Musumeci ed una costola del Pd della scorsa legislatura, servivano le poltrone. Musumeci e soci, sono andati a sbattere. Auguri a loro, mentre i siciliani pagano anche le spese di un ricorso, che si appellava ancora una volta – concludono – alla specialità dello statuto siciliano”.