Crias, grido di allarme delle associazioni artigiane: imprese condannate al fallimento. Restano bloccate 600 pratiche per venti milioni di euro. Chiesto un incontro al presidente della Regione
Dopo 64 anni di credito agevolato, le imprese artigiane adesso rischiano il fallimento. È il grido di allarme di Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai. Dopo mesi e mesi di paralisi della Crias, le organizzazioni degli artigiani hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione, Nello Musumeci, e un’audizione all’Ars in terza commissione, insieme anche agli amministratori della Crias.
Il 16 marzo scorso già, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai, con una nota congiunta avevano sollecitato il governo regionale ad “un legittimo coinvolgimento” delle associazioni degli artigiani prima di avviare un’ipotesi di riforma della Crias, chiedendo a gran voce “un forte senso di responsabilità alle istituzioni regionali, per la messa in atto di tutte le misure ritenute necessarie per il riavvio delle attività della Crias”.
Da gennaio di quest’anno, alla Crias, nessuna pratica è stata deliberata. Molte imprese, facendo affidamento al credito agevolato Crias, hanno fatto investimenti ed a tutt’oggi restano ferme 600 pratiche di finanziamento per 20 milioni di euro e se questi finanziamenti non vengono erogati, le 600 imprese rischiano il fallimento o la chiusura.
“L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao – denunciano le associazioni – aveva assicurato che avrebbe agito soltanto con il coinvolgimento delle nostre sigle e che avrebbe mantenuto la specificità e la separazione dei fondi assegnati a Irfis, Crias e Ircac, istituendo comunque una governance unica. Invece, nulla di tutto questo è stato fatto, e adesso ci ritroviamo nella bozza della Finanziaria, un articolo con tre commi in cui, con la nomina di un commissario liquidatore per gli enti, si azzera di fatto la Crias condannando le imprese artigiane al fallimento, non potendo più accedere al credito agevolato”.
Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai, chiedono anche il perché il 29 marzo siano stati firmati sia un decreto assessoriale che una delibera di giunta, i quali mettono sia luce che ombre sull’operatività della Crias. “C’è poca chiarezza e poca trasparenza – denunciano – su quello che è il futuro dell’ente e di conseguenza delle nostre imprese artigiane. Non sembra che le indicazioni contenute in questi documenti, siano dirette alla salvaguardia del credito agevolato dei nostri artigiani”
La Crias, in questo momento, inoltre, si trova senza un presidente, che si è dimesso il 29 dicembre scorso. E dalla Regione, ancora, non è stata fatta nessuna nomina in sostituzione.
“Abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente della Regione, Nello Musumeci – dicono le associazioni –. I nostri appelli non possono restare inascoltati. La politica deve assolutamente garantire le imprese artigiane, consentendo loro un immediato accesso al credito agevolato. Non vogliamo dovere pensare ad azioni di forza o di proteste di massa per fare ascoltare la nostra voce”.