Sicilia, al via il nuovo governo Musumeci tra le fibrillazioni della Lega e i malumori di Forza Italia
“Se hanno ritenuto di preferire per la giunta uomini di Lombardo e Cuffaro lasciando fuori noi – ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Circo Massimo su Radio Capital – ci hanno fatto un favore. Si preferisce il vecchio rispetto al nuovo”. La nuova giunta Musumeci nasce con qualche malcontento all’interno della coalizione di centrodestra ma questo era prevedibile poiché non si potevano accogliere tutte le richieste dei partiti. Salvini, al di là delle battute dettate dalle circostanze, forse dimentica che in Sicilia, la Lega è rappresentata da Alessandro Pagano che vanta dei trascorsi in Forza Italia anche come assessore regionale al Bilancio e ai Beni culturali, da Angelo Attaguile già commissario nazionale del movimento giovanile della Dc, oggi deputato nazionale eletto in Campania nelle liste del Pdl (quota Mpa) e da Carmelo Lomonte politico di lungo corso che con disinvoltura ha transitato da un partito all’altro: Partito Popolare Italiano, Democrazia Europea, Unione di Centro, Centro Democratico, Mpa, Partito socialista italiano. Inoltre, è stato più volte assessore regionale: ai Lavori pubblici della Regione siciliana nel 1998 nella seconda Giunta Drago di centrodestra (1998) e vice presidente, alla Sanità nella Giunta Capodicasa di centrosinistra (1999-2000), al Territorio nella giunta Leanza (2000-2001), alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca nella prima Giunta Cuffaro (dal settembre 2004 al giugno 2006). A questi politici possiamo aggiungere anche Salvino Caputo ex parlamentare regionale di Alleanza nazionale e il neo eletto all’Assemblea regionale siciliana Tony Rizzotto che di bandiere, nella sua lunga carriera politica, ne ha sventolate tante. A cominciare da quella con lo Scudocrociato della Dc ai tempi del presidente della Regione Mario Fasino (negli anni ’70), poi Forza Italia, l’Mpa di Raffaele Lombardo e Alleanza nazionale. In sintesi, tutti politici che obiettivamente non possono essere inquadrati come il “nuovo che avanza” tanto caro a Salvini. Il leader della Lega, negli ultimi tempi, sta tentando una nuova colonizzazione politica della Sicilia, approfittando del vuoto lasciato dalla classe politica siciliana, addirittura erigendosi a difensore dei prodotti siciliani, al fine di racimolare qualche voto in più, magari per potere contendere la leadership del centrodestra a Silvio Berlusconi anche se per le logiche del proporzionale, implicite nel Rosatellum, i rapporti tra Salvini e Berlusconi sono incrinati da tempo.
Ritornando alla composizione della giunta Musumeci dove la Lega è stata messa alla porta, la rabbia dei salviniani è polarizzata sul duo Meloni – La Russa accusati di “tradimento”. Infatti per i leghisti i due leder di Fratelli d’Italia non avrebbero mantenuto gli impegni presi, avendo chiesto e ottenuto un posto nel listino del presidente Musumeci dando in cambio ai leghisti il via libera per l’indicazione di un assessore in giunta.
Intanto, un altro caso scuote il centrodestra ed in particolare Forza Italia. Il senatore trapanese Antonio D’Alì dopo aver appreso la formazione del nuovo governo regionale, ha annunciato le sue dimissioni da coordinatore provinciale di Forza Italia. Il motivo di questo atto risiede nel fatto che in giunta non è entrato Giuseppe Guaiana, nonostante l’impegno assunto pubblicamente dal commissario regionale degli azzurri Gianfranco Miccichè.
Non si è fatta attendere la risposta di Miccichè: “Il senatore Antonino D’Alì ha ragione, il territorio di Trapani meritava un posto in giunta, così come lo avrebbero meritato tutte le altre province rimaste momentaneamente prive di un rappresentante tra i banchi del governo regionale.
Purtroppo i posti disponibili in giunta, tolti Armao e Sgarbi, sono tre e ciò ha imposto di compiere delle scelte. Sto lavorando affinché in breve tempo venga riconosciuto il merito di tutti coloro che, in tutte le province, hanno contribuito in maniera determinante al grande risultato di Forza Italia in Sicilia. Forza Italia non aveva a disposizione posti sufficienti in giunta per rappresentare ognuna delle nove province siciliane. Oltre a Trapani, anche Agrigento ed Enna hanno contribuito tantissimo al successo di Forza Italia alle scorse elezioni regionali e sono certo che a breve ci saranno tutte le condizioni perché venga riconosciuto e premiato lo straordinario lavoro fatto da Vincenzo Giambrone e Gaetana Palermo”.
Alla prima riunione del governo di Nello Musumeci per la foto di rito in Sala Alessi erano presenti undici assessori su dodici. Infatti, mancava Vittorio Sgarbi (assessore ai Beni culturali e Identità siciliana). Presenti tutti gli altri: l’avvocato Gaetano Armao (Forza Italia) all’Economia e vice presidente; l’avvocato Marco Falcone (Forza Italia) alle Infrastrutture e Mobilità; l’agronomo Edgardo Bandiera (Forza Italia) all’Agricoltura; l’avvocato Bernadette Grasso (Forza Italia) alle Autonomie locali e Funzione pubblica; l’avvocato Toto Cordaro (Popolari e Autonomisti) al Territorio e Ambiente; il professore Roberto Lagalla (Popolari e Autonomisti) all’Istruzione e Formazione professionale; la farmacista Mariella Ippolito (Popolari e Autonomisti) alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro; l’avvocato Mimmo Turano (Udc) alle Attività produttive; il sociologo Vincenzo Figuccia (Udc) all’Energia e Servizi di pubblica utilità; il colonnello Sandro Pappalardo (Fratelli d’Italia) al Turismo, Sport e Spettacolo e l’avvocato Ruggero Razza (Diventerà Bellissima) alla Salute.
Quello che salta agli occhi, analizzando la composizione della giunta Musumeci, è la maggioranza di avvocati (6), l’assenza di magistrati, presenti nelle giunte Cuffaro (Giovanni Ilarda e Agata Consoli), Lombardo (Massimo Russo e Caterina Chinnici) e Crocetta (Vania Contrafatto) e la presenza di appena due donne su dodici assessori. Alla nuova giunta regionale che si appresta a governare l’Isola per i prossimi cinque anni si presenta un compito molto arduo che è quello di rilanciare lo sviluppo socioeconomico della Sicilia e fronteggiare diverse emergenze come quella delle discariche e la gestione dei rifiuti.