Costituzione siciliana, Scianò: “La più moderna, democratica, liberale e progressista dell’Europa del XIX secolo”
“Nella ricorrenza, (offuscata e trascurata) – del 169^ anniversario, il Centro studi “Andrea Finocchiaro Aprile” commemora con legittimo orgoglio la emanazione della Costituzione siciliana, approvata dal parlamento dello Stato libero e indipendente di Sicilia, il 10 luglio 1948″. Lo scrive in una nota Giuseppe Scianò, coordinatore del Centro “AFA”.
“Fù infatti – continua Scianò – la Costituzione più moderna, più democratica, più liberale e progressista dell’Europa del XIX secolo. La Rivoluzione Siciliana fu altresì la prima delle tante rivoluzioni che in quel 1848 esplosero in Europa all’insegna della Libertà, del progresso e della democrazia”.
“E’ appena il caso di evidenziare che la Costituzione Siciliana era molto più avanzata soprattutto rispetto allo Statuto Albertino, emanato a Torino pure nel 1848. Il Re Sabaudo, infatti, continuava a riservare a se stesso alcuni importanti competenze e facoltà legislative che sarebbero dovute essere proprie del Parlamento di Torino”.
“Ricordiamo altresì che il Parlamento Siciliano respingeva aprioristicamente ogni proposta “unitaria” o “annessionista”. Si ipotizzavano tuttavia eventuali “confederazioni” fra gli Stati italiani a loro volta Indipendenti. Si assicurava pari dignità con gli altri Stati, ma restavano ferme la Indipendenza e la sovranità dello Stato siciliano”.
In particolare l’articolo 2 della Costituzione siciliana così si esprimeva: “La Sicilia sarà sempre Stato Indipendente. Il Re dei Siciliani non potrà regnare o governare su verun altro Paese. Ciò avvenendo sarà decaduto ipso facto. La sola accettazione di un altro Principato o Governo lo farà anche incorrere ipso facto nella decadenza”.
“Ricordiamo questo ulteriore “precedente” Storico, Politico, Culturale ed Giuridico-istituzionale a quanti, oggi, pensano di potere cancellare con un colpo di spugna i diritti fondamentali della Nazione Siciliana, la sua Autonomia, il suo Diritto al futuro. A costo anche di violare il Pactum che diede luogo (il 15 Maggio 1946) alla emanazione dello Statuto Speciale di Autonomia”.
“Non aggiungiamo altro – conclude Scianò – in quanto “ai buoni intenditori” dovrebbero essere sufficienti poche parole per richiamarli alle rispettive, gravissime, responsabilità”.