Elezioni, Orlando Uber Alles!
“Manita” di Leoluca Orlando che è stato eletto per la quinta volta sindaco di Palermo con un risultato netto che in termini di percentuali si traduce nel 46,28% di consensi (125.913 voti). Era il 1985 quando a 38 anni fu eletto per la prima volta sindaco; quest’anno, il primo agosto, compirà 70 anni ma il “professore” (come ama presentarsi) centrando l’obiettivo al primo turno ha dato una “lezione” di strategia politica agli avversari ma anche al Pd, suo alleato “last-minute”, dopo un lungo periodo passato all’opposizione, che ha dovuto metabolizzare molti mal di pancia e rinunciare a presentare il proprio simbolo per volere di Orlando. Al di là della vittoria, resta il dato inconfutabile che la metà degli elettori chiamati al rinnovo di sindaco e consiglio comunale a Palermo è rimasta a casa poiché ha votato il 52,6%, ovvero 293.585 cittadini su 558.121 (alle comunali del 2012 aveva votato il 63,19%). Sulle ragioni di questo elevato tasso di astensionisti sia il vincitore che gli sconfitti dovrebbero fare una profonda riflessione per capire quali sono state le cause che non fatto recare alle urne la metà dei cittadini palermitani.
Il leader dei “Coraggiosi” Fabrizio Ferrandelli ha ottenuto il 31,19%; una percentuale a detta di molti un po’ sotto alle sue aspettative anche se ha raddoppiato i voti rispetto alla precedente sfida con Orlando. Il candidato del M5s Ugo Forello (consigliere più votato con 5262 preferenze) ha ottenuto il 16,27%; un risultato al di sotto di quanto era stato accreditato ai nastri di partenza ma forse giustificato dal fatto che è stato penalizzato da faide interne e attacchi incrociati. Inoltre, la sua strategia di attaccare, nel corso della campagna elettorale, Ferrandelli per indebolirlo e superarlo in termini di consensi elettorali ponendosi come una possibile alternativa, in un eventuale ballottaggio, si è rivelata fallimentare poiché di fatto ha contributo in parte a spianare la strada a Orlando per la vittoria al primo turno. Infatti, Orlando è riuscito a intercettare dei potenziali voti di area grillina, ovvero dei cittadini scontenti che però hanno voluto dargli fiducia per i prossimi cinque anni. Comunque, la lista dei Cinque stelle è stata la prima con il 13,08 % (30.950 voti).
Ismaele La Vardera ha ottenuto il 2,59% nonostante il sostegno di due partiti nazionali come Fratelli d’Italia e Noi con Salvini e il neonato Centro destra. Nadia Spallitta che ha ottenuto in corsa l’appoggio dei Verdi, ha racimolato appena l’1,92% e Ciro Lomonte esponente dei Siciliani Liberi, ha fatto il suo esordio in politica con l’1,76%. Ed ora l’attenzione si sposta sulla Regione dove il 5 novembre si vota per rinnovare l’Assemblea regionale siciliana e, soprattutto, eleggere il presidente della Regione. In pista da tempo c’è Nello Musumeci con il suo progetto ”DiventeràBellissima” e Roberto Lagalla con “Idea Sicilia” che sembra un po’ ridimensionato dall’esito del voto di Palermo. Nel centrosinistra sono tanto galvanizzati dal successo di Orlando da volere riproporre lo stesso modello su base regionale magari coinvolgendo il presidente del Senato Piero Grasso. Nel centrodestra, abortite le primarie, si prevedono estenuanti trattative per la scelta del candidato alla presidenza della Regione.