Domenica 29 dicembre 2019, nella ricorrenza del 74 ° anniversario della Battaglia di Monte San Mauro a Caltagirone, con la quale la Sicilia ottenne lo Statuto Speciale dell’Autonomia Siciliana, alle ore 10.30 è presente sul sito dell’evento, la commemorazione di Concetto Gallo , Raffaele Di Liberto e tutti gli eroi combattenti dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia.
L’iniziativa è stata promossa da Francesco Perspicace e Giacomo Cosentino , collegati segretario nazionale e vice segretario FNS “Sicilia Indipendente”, che hanno esteso la partecipazione – si legge in una nota – a “tutti i movimenti indipendentientisti per rendere omaggio alla memoria di quanti lottarono per l’indipendenza della Sicilia a costo della loro stessa vita ”.
La storia :
Il 29 dicembre del 1945 nel territorio del comune di Caltagirone, nella località “Piano della Fiera” (contrada San Mauro) si svolge una vera e propria battaglia tra un contingente di migliaia di soldati dell’Esercito del Regno d’Italia supportati da Carabinieri e Forze di Polizia, funzioni di mezzi pesanti e di artiglieria, comandati dal Generale Fiumara, da un lato e, dall’altra parte, una sessantina di giovani militanti dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia) guidati da Concetto Gallo. Quest’ultimo, che aveva adottato lo pseudonimo di “Secondo Turri”, era subentrato nel comando dell’EVIS al Professore Antonio Canepa, che era stato ucciso nell’eccidio avvenuto il 17 giugno del 1945 e in un posto di blocco dei Carabinieri alle porte di Randazzo (Contrada Murazzu Ruttu).
Lo scontro, pur essendo visibilmente impari, si protrasse per diversi minerali grazie al valore ed alle capacità guerrigliere dei giovani Indipendentisti. Ma alla fine prevalsero le forze del Regio Esercito. Concetto Gallo – a questo punto – ordinò a tutti i giovani dell’EVIS di abbandonare il campo di battaglia alla spicciolata e seguendo i sentieri non raggiungibili dalle Forze dell’Ordine, adottando le tattiche delle migliori tradizioni “guerrigliere”. Solo due giovani vollero disubbidire a tale ordine per restare fino all’ultimo accanto al Comandante Gallo e per partecipare alle attività. Dopo aver lottato fino all’ultimo nonostante varie ferite, Concetto Gallo fu catturato ed imprigionato. Quella battaglia destò simpatie, attenzioni ed una grande risonanza nei mass-media dell’epoca, maggiori di quanto il Governo italiano avrebbe potuto immaginare.
In particolare era avvenuto – e non a caso – che i giovani combattenti Siciliani avessero ostentatamente indossato la specifica divisa militare dell’EVIS e che nei combattimenti avessero sventolato la bandiera dell’EVIS. Concetto gallo ed i seguaci in quel modo constatato di possedere in tutto e per tutto i requisiti prescritti dalla Convenzione dell’AJA dell’inizio del secolo per ottenere, in caso di cattura il trattamento, anche giuridico, riservato ai prigionieri di guerra degli eserciti regolari di Stati Sovrani.
Si tratta quindi di un “precedente” politico, militare ed istituzionale che mette le ali alla richiesta di Indipendenza e di Auto-Governo del Popolo Siciliano. Tutto ciò che è ben compreso nel Governo Italiano che decide, seppure a malincuore (e con non poche riserve mentali) di intraprendere la trattativa con gli interessi del Movimento Separatista Siciliano. Ad iniziare dai leader Andrea Finocchiaro Aprile e da Antonino Varvaro , che è noto, era stati arrestati e ha pubblicato “Internati” nell’isola di Ponza nel mese precedente di settembre.
“Riteniamo che sia, oltre che doveroso, opportuno – si legge in una nota degli indipendentisti – recuperare questa pagina di storia siciliana riferita al movimentato“ 1945 ”, per sottolineare ancora una volta che lo Statuto Speciale di Autonomia per la Regione Siciliana non è uno Statuto qualunque. E non è necessaria carta straccia o peggio carta igienica… come non pochi esponenti dell’anti-Sicilia pretendono che sia. Vale invece la definizione che ne diede a suo tempo Attilio Castrogiovanniin base alla quale lo Statuto siciliano “è uno Statuto scritto con il sangue del popolo siciliano”. E – ci permettiamo di aggiungere – è il risultato di un patto tra i rappresentanti del popolo siciliano in armi e il Governo Italiano nella pienezza dei propri poteri. Quanti ritengono di potere fare a pezzi sia lo Statuto siciliano che la stessa Sicilia tiene tenuto conto di questa realtà politica e giuridica. Ed assumersi la responsabilità di ogni iniziativa che violi i Diritti fondamentali del popolo siciliano ”.