Manovra, Quici (CIMO-FESMED): “Bene Schillaci su aumenti per i medici, ma siano previsti subito in busta paga” 

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Il Presidente del sindacato: «I medici chiedono segnali concreti ora, basta rimandare per anni il pagamento di risorse già stanziate»

Guidi Quici

Guidi Quici

«Apprezziamo l’intenzione del Ministro della Salute Orazio Schillaci di intervenire sugli stipendi dei sanitari, valorizzando l’indennità di specificità tramite un aumento o una sua defiscalizzazione – dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED commentando le ultime interviste rilasciate dal Ministro in merito alla Manovra -. Ci auguriamo tuttavia che tale intenzione si tramuti in fatti concreti, stanziando risorse che non siano vincolate al rinnovo del contratto 2025-2027. Gli aumenti dovranno quindi essere esigibili dal 1 gennaio 2026».  

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«È sufficiente prendere ad esempio quanto fatto nel 2020 dal Ministro Roberto Speranza, che riuscì ad aumentare del 27% l’indennità di esclusività della dirigenza medica e sanitaria e a fare in modo che i medici vedessero immediatamente tale beneficio in busta paga – continua Quici -. Invece la legge di Bilancio adottata lo scorso anno ha previsto un aumento dell’indennità di specificità medica vincolato al rinnovo del contratto. Soldi che, quindi, a un anno di distanza i medici ancora non percepiscono».

«Le promesse coniugate al futuro hanno fatto il loro tempo, perché gli stipendi dei medici sono i più bassi d’Europa oggi, ed è questo uno dei motivi che li spinge ad abbandonare la sanità pubblica. Gli aumenti previsti dal CCNL 2022-2024 che stiamo discutendo in Aran sono irrisori, perché devono allinearsi al resto della pubblica amministrazione, e per la maggior parte già percepiti tramite l’indennità di vacanza contrattuale. Occorre quindi un segnale politico e concreto ora», conclude il Presidente CIMO-FESMED.

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