Palermo, posa della mattonella commemorativa, in ricordo di Lia Pipitone, nel luogo del suo omicidio mafioso 

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Una tappa della campagna nazionale di Libera “Fame di verità e giustizia” che accende i riflettori sul diritto alla verità e giustizia e alla memoria delle vittime innocenti delle mafie 

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Questa mattina, alle 9,15, è stata effettuata la posa della mattonella in ricordo di Lia Pipitone, nel luogo in cui fu uccisa dalla mafia, in via Papa Sergio I, n.61 N, il 23 settembre del 1983.

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Presente il coordinamento di Libera a Palermo, con Clara Triolo, della Segreteria Provinciale, il figlio di Lia, Alessio Cordaro, che ha svelato la mattonella, insieme al sindaco Lagalla presente per il Comune di Palermo insieme all’Assessore Ferrandelli. Presente anche la consigliera comunale Mariangela Di Gangi, che ha supportato tutto il lungo percorso per l’ottenimento delle autorizzazioni alla posa e ancora tanti esponenti della società civile e di organizzazioni impegnate sul tema dei diritti e della promozione di una cultura antimafiosa.

È stato un percorso lungo ma collettivo, che ha coinvolto tante persone diverse che si sono ritrovate e riconosciute nella vita e nella storia di Lia. Quella per Lia Pipitone, infatti, non è solo una mattonella commemorativa, ma è una mattonella che racconta una storia individuale e collettiva.

La storia di Lia, uccisa perché ribelle al patriarcato mafioso, è la storia di tante donne che sono morte in nome di un sogno di libertà. È una storia che già da più di un anno abbiamo scelto, insieme a tanti e tante, di raccontare proprio a partire dall’Arenella, il suo quartiere, nel luogo della sua uccisione, dove finalmente imprimeremo un segno di memoria e impegno.

Un’occasione per ribadire la necessità di chiedere verità, giustizia e riconoscimento per le tante vite vissute in nome della resistenza alla violenza mafiosa; un’occasione per chiedere maggiore supporto a tutte quelle donne e madri che, come Lia, hanno diritto a essere libere di scegliere una vita senza violenza e oppressione per sé e i propri figli.

L’iniziativa si inscrive nella campagna nazionale di Libera “Fame di verità e giustizia”, che in questi giorni sta attraversando la Sicilia con presidi, flashmob, eventi sulla giustizia sociale e sui temi da riportare al centro del dibattito politico. 

“Questa mattina – dichiara la consigliera comunale del Partito Democratico, Mariangela Di Gangi – abbiamo restituito a Lia Pipitone e ai suoi familiari il diritto alla memoria. Abbiamo dato alla città un altro strumento per non dimenticare. Lo abbiamo fatto grazie all’impegno di Libera Palermo e del figlio Alessio Cordaro, cui si deve la costanza grazie alla quale siamo giunti alla collocazione della piastrella commemorativa davanti al luogo in cui Lia fu assassinata. Ma oggi non può essere il giorno della sola memoria. Deve essere il giorno della presa di posizione”.

“Lia fu colpita perché era libera. Perché voleva decidere della propria vita. Perché non stava zitta. Fu tradita da un sistema che metteva l’onore davanti alla giustizia, un’idea malsana di famiglia davanti alla verità, il controllo davanti all’amore. Così oggi diciamo che Palermo può essere altro. Che non accetta più la mafia, né quella che spara né quella che giudica le donne quando scelgono per sé. Che non basta ricordare: bisogna cambiare. E per cambiare servono gesti concreti, visibili, popolari. Come questa piastrella. Oggi, così, Palermo si schiera” – conclude Di Gangi.

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