“Sangue a falce”, il romanzo scritto da Ruffo che riesce a fondere la narrazione clinica con le storie personali dei protagonisti

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“Sangue a falce” rappresenta un’opera significativa che sensibilizza il pubblico su una patologia spesso trascurata, mettendo in luce le sfide quotidiane affrontate dai pazienti e le interconnessioni tra salute, migrazione e integrazione sociale

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​”Sangue a falce” è un romanzo scritto dal dottor Giovan Battista Ruffo, direttore dell’Unità Operativa di Ematologia e Talassemia presso l’ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo e membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie (SITE). Il libro è stato presentato il 19 giugno 2024, in occasione della Giornata Mondiale dell’Anemia Falciforme, presso la sala ISMA del Senato della Repubblica a Roma. ​

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Ambientato a Palermo, città storicamente crocevia di popoli del Mediterraneo, il romanzo intreccia la vita del protagonista, Marco Rossi, medico nel reparto di Ematologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini, con quella di George, un giovane paziente africano affetto da anemia falciforme. Attraverso questa relazione, l’autore esplora non solo le sfide mediche legate alla malattia, ma anche tematiche sociali come l’immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani dall’Africa subsahariana verso l’Italia. ​

L’anemia falciforme, nota anche come drepanocitosi, è una patologia genetica ereditaria che provoca una deformazione dei globuli rossi, assumendo una caratteristica forma a falce. Questa alterazione causa anemia cronica e dolorose crisi vaso-occlusive, dovute all’ostruzione dei vasi sanguigni da parte dei globuli rossi deformati. La malattia è particolarmente diffusa tra le popolazioni dell’Africa subsahariana, dell’India, del Medio Oriente e del Mediterraneo. ​

Il romanzo di Ruffo si distingue per la capacità di fondere la narrazione clinica con le storie personali dei protagonisti, offrendo al lettore una visione approfondita delle implicazioni mediche e socioculturali dell’anemia falciforme. La scelta di ambientare la storia a Palermo sottolinea l’importanza della comprensione e dell’integrazione culturale in una società sempre più multiculturale.​

“Sangue a falce” rappresenta un’opera significativa che sensibilizza il pubblico su una patologia spesso trascurata, mettendo in luce le sfide quotidiane affrontate dai pazienti e le interconnessioni tra salute, migrazione e integrazione sociale.

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