Il romanzo di Dario Cascio: “Vuci Luntani”
Un libro che non solo racconta una storia, ma che fa sentire la sua presenza nella mente e nel cuore del lettore
Vuci Luntani di Dario Cascio è un’opera che immerge il lettore in un viaggio profondo e intimo, dove la Sicilia, con la sua cultura, le sue tradizioni e i suoi misteri, diventa protagonista di una narrazione che sfida il tempo e lo spazio. Il titolo stesso, che in siciliano significa “Voci lontane”, suggerisce fin dall’inizio la nostalgia e il richiamo di un passato che ancora risuona nel presente, come echi di una terra che non si dimentica facilmente.
Il romanzo si sviluppa attraverso una scrittura che alterna la poesia alla prosa, con un linguaggio ricco di colori e sensazioni. Cascio, con una maestria unica, riesce a trasmettere l’intensità delle emozioni dei suoi personaggi e a far emergere, attraverso le loro voci, il battito del cuore siciliano. La storia prende vita in una dimensione sospesa tra il reale e l’immaginario, in cui passato e presente si mescolano, creando una tensione che tiene il lettore incollato alla pagina.
Un elemento che spicca in Vuci Luntani è la sua capacità di dare voce alla Sicilia come entità vivente, quasi un personaggio a sé stante, con la sua bellezza e le sue contraddizioni. La Sicilia non è solo un luogo fisico, ma un’anima, un respiro che pervade ogni aspetto della vita.
La scrittura di Cascio è vibrante, ricca di dettagli e di immagini evocative. Non si limita a raccontare una storia, ma esplora le profondità delle emozioni umane, con particolare attenzione ai legami familiari, al desiderio di riscatto e alla lotta per la sopravvivenza, tanto materiale quanto spirituale.
Vuci Luntani è un libro che non solo racconta una storia, ma che fa sentire la sua presenza nella mente e nel cuore del lettore. Con uno stile raffinato e profondo, Dario Cascio ci regala una riflessione sul significato di appartenenza, di radici e di memoria, tutto intriso di quella magia e di quel mistero che solo la Sicilia sa offrire. Un’opera che, pur guardando al passato, rimane sorprendentemente attuale, capace di parlare alle generazioni future.
Dario è di Palermo, ha 38 anni cresciuto nel quartiere San Lorenzo. La prima casa in via Filippo di Giovanni un palazzone con un balcone sulla Palazzina Cinese. Non è uno studente modello dalle elementari alla “Paolo Emilio D’Angelo”, le medie al “Pecoraro”, al Linguistico. Poi l’Università L2 Relazioni Internazionali.Ama la musica entra in una Band Palermitana, registrando un album e dvd in Olanda. Il suo primo lavoro è in un Call Center dell’Alitalia. Nel 2009 lascia la Sicilia e va in Canada a Montreal, dove lavora come tester e traduttore di videogiochi per progetti come Avatar, James Cameron e Mafia 2.
Dal Canada in Europa, Amburgo e poi l’Irlanda a Dublino e nella splendida Galway dove lavora per due colossi della localizzazione. Poi un breve rientro in Italia, e la scelta definitiva di vivere in Irlanda a Cork una città stupenda attraversata dal fiume Lee. Per Dario la linguistica non è solo conoscenza ma anche e soprattutto cultura. Rendere fruibile un idioma è Il suo lavoro, dal bugiardino delle case farmaceutiche, al traslate del nostro cellulare, ai sottotitoli e traduzioni delle serie TV, ai videogiochi. È un mondo lavorativo a noi sconosciuto formato da un esercito di professionisti.
Lui oggi in Irlanda è un Capo Project Manager e si occupa di programmi di Internazionalizzazione.
Da quest’attività e passione è scaturita la voglia di divulgare il siciliano, cui l’Unesco ha riconosciuto lo status di lingua minoritaria. Il suo cruccio da linguista è vedere che il Siciliano sta perdendo forza, soprattutto nelle nuove generazioni, dimenticando che ha una letteratura importante e una grammatica strutturata.
Così è nato “Sessanta SeCunti“ 60 secondi per un cunto in palermitano