Bando per assegnare i beni confiscati alla criminalità organizzata: E’ bufera sullo sportello di consulenza promosso dal consigliere comunale Canto

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I gruppi consiliari di opposizione chiedono al Sindaco di prendere le distanze dall’iniziativa del consigliere Canto e di “bloccare immediatamente la procedura in corso. È necessario procedere con una revisione integrale del bando per garantire il massimo della trasparenza e prevenire il rischio di una valanga di ricorsi che esporrebbe il Comune a ulteriori danni, anche di immagine”

Palazzo delle Aquile

I consiglieri e le consigliere di opposizione al Comune esprimono “forte preoccupazione e indignazione rispetto al comunicato stampa diffuso dal gruppo consiliare del Sindaco Lagalla, attraverso cui il consigliere Canto offre apertamente supporto presso un proprio ufficio privato per partecipare ad un bando del Comune di Palermo”.

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“Oltre ad una evidente inopportunità e conflitto di interesse in questo comportamento – affermano – vi è da chiedersi se non vi siano elementi di irregolarità, ancor più evidenti nel momento in cui nel comunicato del consigliere Canto viene indicato il numero preciso di beni messi a bando, informazione che non risulta pubblicata in alcun atto pubblico relativo al bando stesso. Tutto questo non può che alimentare più di un sospetto su una gestione opaca, in un settore delicatissimo per la città come quello dei beni confiscati alla criminalità organizzata”.

I gruppi di opposizione ritengono inoltre fortemente inappropriato l’uso dell’ufficio stampa istituzionale come megafono di iniziative personali e di parte, che rischiano di compromettere la funzione, appunto istituzionale, delle comunicazioni ufficiali del Comune.

Già in precedenza, tramite un’interrogazione consiliare del 30 dicembre 2024, erano state evidenziate gravi criticità nella formulazione del bando. Tra queste:

• l’obbligo di iscrizione al RUNTS, che esclude molte realtà associative di valore, potenzialmente in contrasto con i principi di inclusività richiesti per la gestione dei beni confiscati;

• la riduzione della durata delle concessioni da dieci a sei anni, scoraggiando investimenti significativi per la ristrutturazione e la messa a norma degli immobili;

• l’obbligo di dichiarare anticipatamente la modalità di partecipazione (singola o in raggruppamento), senza che i dettagli sui beni siano resi disponibili a tutti.

“Sono tutti elementi – affermano i consiglieri e le consigliere – che non solo compromettono la partecipazione di associazioni che operano nel terzo settore, ma espongono il Comune al rischio di ricorsi, ritardando l’effettivo utilizzo dei beni per finalità sociali. Questa gestione opaca e le dichiarazioni del consigliere Canto, allungano ombre su una procedura che dovrebbe invece essere modello di integrità e correttezza amministrativa”.

I gruppi consiliari di opposizione chiedono al Sindaco di prendere le distanze dall’iniziativa del consigliere Canto e di “bloccare immediatamente la procedura in corso. È necessario procedere con una revisione integrale del bando per garantire il massimo della trasparenza e prevenire il rischio di una valanga di ricorsi che esporrebbe il Comune a ulteriori danni, anche di immagine”.

Lo dichiarano, in una nota, i consiglieri e le consigliere del Partito Democratico, Arcoleo, Di Gangi, Piccione e Teresi, del Movimento 5 Stelle, Randazzo, Amella e Giuseppe Miceli, di AVS, Giambrone e Mangano, di Oso, Argiroffi e Forello, del Gruppo Misto, Carmelo Miceli e Giaconia, e Franco Miceli.

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