Arancina o arancino? A Expocook 2022 scoppia la pace grazie a Tony Lo Coco

0

Ci voleva uno chef stellato per far fare pace a Palermo e Catania su un tema per i siciliani di massima importanza: si chiama arancina o arancino? Dal palco dei cooking show di Expocook, Tony Lo Coco de «I Pupi» di Bagheria ha impiattato a forma di Sicilia il simbolo dello street food dell’Isola. Crema di riso cotto allo zafferano, stracotto di maialino, crema di piselli, mollica fritta: nasce «La Sicilia nel piatto». I sapori sono quelli dell’arancina/o, l’aspetto quello di un’Isola che accontenta tutti, anche perché Lo Coco ha piazzato una mollica al nero di seppia nella parte destra del piatto, a simboleggiare l’Etna e offrire un ulteriore ramoscello d’ulivo «agli amici catanesi», come li chiama lui.

Banner Rag Giuseppe Pannullo
Tony Lo Coco

Si scherza a Expocook, ma si fa tanto anche per diffondere la cultura della buona alimentazione, come spiega lo chef tristellato Heinz Beck de «La Pergola» di Roma, la guest star più luminosa della rassegna del food di Palermo. «Uno chef non può fermarsi al gusto, deve presentare piatti sani e guardare all’equilibrio organolettico fra gli ingredienti». Insomma, oltre a soddisfare il palato, un piatto deve anche fare del bene all’intero organismo. E ci sono altri due sensi da non trascurare, l’olfatto e la vista. Si mangia con gli occhi, è vero, ma si mangia anche col naso. «Se i profumi che arrivano a chi mangia non sono graditi – spiega Beck – suona un campanello d’allarme, la portata viene vista con sospetto, magari a livello inconscio. E anche il miglior piatto del mondo rischia di non essere apprezzato a dovere». Ma grazie alle erbe e ai fiori disidratati quello preparato dal prestigioso cuoco tedesco sul palco «Nino Reginella» di Expocook è profumatissimo: si tratta di scampi marinati conditi con ragù di peperoni e gazpacho verde, realizzato con l’estratto della pala di fico d’india. «Un succo che rinforza il sistema immunitario», spiega Heinz Beck, che studia profondamente le caratteristiche degli alimenti e che, grazie alla costanza di queste sue ricerche, ha ottenuto una laurea ad honorem in Medicina. «Solo se studiate, avrete qualcosa da raccontare», dice ai cuochi che lo ascoltano. Sono davvero numerosi nella platea del Centro fieristico Giotto, che ospita la manifestazione. «Sono felice di essere qui con voi perché vedo tanti giovani», dice lo chef tristellato, che in Sicilia torna sempre con piacere, anche perché la moglie è palermitana. Premiato con lui anche il pastry chef de «La Pergola», Giuseppe Amato, messinese, riconosciuto nei mesi scorsi come il miglior pasticciere da ristorazione del mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *