Palermo, elezioni comunali. Centrosinistra: “Uno, nessuno e centomila”

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Centrosinistra, area progressista o campo largo. Queste sono le tre opzioni che i vertici del Pd stanno valutando per le comunali a Palermo.

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Il Segretario Nazionale del Pd, Enrico Letta continua a valutare tra le possibilità, la realizzazione di un “campo largo”. All’unisono il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo conferma la volontà di allargamento al centro. In questo contesto c’è stato il via libera da parte della direzione provinciale del Partito democratico, alla candidatura a sindaco di Palermo di Franco Miceli, presidente dell’Ordine nazionale degli architetti che ha ricevuto anche l’appoggio di Sinistra civica ecologista e del Movimento Cinque stelle con il conseguente passo indietro del deputato regionale pentastellato Giampiero Trizzino che aveva annunciato la propria candidatura. In progress ci sarebbero anche le adesioni di alcune forze civiche. Una soluzione che sta avendo molti consensi nonostante i numerosi mal di pancia provenienti dal fronte orlandiano.

In questo quadro sembrano vaporizzare le numerose autocandidature sbocciate nelle scorse settimane: da quella di Alberto Mangano assessore comunale negli anni Novanta durante la sindacatura di Leoluca Orlando sostenuta da “La Palermo che Vogliamo”, a quella dell’ex parlamentare del Pd Teresa Piccione passando per quella di Mariangela Di Gangi presidente del laboratorio “Zen Insieme”. In corsa rimane l’ex consigliere comunale Ninni Terminelli (Sinistra delle idee) mentre dovrebbe fare un passo indietro l’assessore comunale uscente Giusto Catania, tra i fondatori di Sinistra Civica Ecologista che “intende essere uno spazio unitario della sinistra per il futuro di Palermo”. L’attuale vice sindaco Fabio Giambrone dovrebbe prendere il testimone di Orlando per una candidatura a Sindaco che se dovesse essere alternativa a quella del centrosinistra si preannuncia “solitaria”. Da valutare la posizione di Valentina Chinnici, capogruppo di “Avanti Insieme” e presidente del CIDI Palermo per “una leadership femminile che può essere il collettore di sensibilità, di solidarietà e di svolta”. Un discorso a parte merita il senatore Davide Faraone, fedelissimo renziano della prima ora che se dovesse saltare il cosiddetto “campo largo” a cui strizza l’occhio Gianfranco Miccichè, ridimensionerebbe molto il potenziale della sua candidatura. Inoltre, dopo che la base palermitana di Italia Viva si è vista piovere dall’alto la candidatura di Faraone con i consequenziali malumori, registriamo le recenti dimissioni della coordinatrice di Italia Viva Maria Rita Picone.

“Nel deserto del centrosinistra” in corsa per Palazzo delle Aquile c’è anche Rita Barbera direttrice delle carceri cittadine (Pagliarelli e Ucciardone). Si è detto disponibile a candidarsi anche l’ex Rettore dell’Università degli studi di Palermo Fabrizio Micari ma pare non sia stato preso molto in considerazione. Infine, qualche pensierino pare che lo stia facendo anche Fabrizio Ferrandelli (+Europa), potenzialmente trasversale, potrebbe avere consensi in entrambi gli schieramenti, ritentando l’obiettivo mancato le passate elezioni anche se i beni infornati sostengono che stia lavorando per garantirsi un seggio a Roma.

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