Un duro colpo alla mafia a Palermo con 20 tra boss, gregari ed esattori del clan fermati dai carabinieri. I commercianti del Borgo Vecchio si sono ribellati al racket e dopo anni di silenzio hanno denunciato gli estortori. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, estorsioni e danneggiamenti.
Dimostra anche che lo Stato può essere in grado ed è in grado di proteggere chi decide di ribellarsi al pizzo e alla violenza. Che, come giustamente sottolineato dai vertici dei Carabinieri, lo Stato sa tutelare chi decide di esporsi contro il ricatto mafioso”.
“Chi denuncia il pizzo nel settore delle costruzioni – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – non può essere lasciato da solo. E’ opportuno, come sempre abbiamo ribadito, per evitare che in questo settore le infiltrazioni mafiose continuino a incancrenirsi, che i controlli e le ispezioni vengono effettuate con regolarità e che la magistratura intervenga. Altrimenti il settore delle costruzioni rimarrà una giungla. Lanciamo per questo un forte appello. Chi ha il coraggio di denunciare, come i giovani imprenditori che hanno contribuito con la loro testimonianza alle indagini di Borgo Vecchio, non può essere abbandonati dalle istituzioni. Si rischierebbe di vanificare un gesto importatissimo per rafforzare la legalità nel nostro territorio”.