Anniversario Pio La Torre. Lupo: “La sua eredità politica e morale è patrimonio del Paese”
Se oggi in Italia abbiamo uno strumento importantissimo per la lotta ed il contrasto alla mafia ed alla criminalità organizzata, che prevede il reato di “associazione mafiosa” e permette di aggredire i beni ed i patrimoni finanziari illeciti, lo dobbiamo soprattutto alla lungimiranza di un uomo come Pio La Torre. Ed è anche merito suo se in Italia abbiamo radicato il senso di un valore centrale nella nostra società, come quello della “pace”.
La mattina del 30 aprile del 1982 Pio La Torre era in auto insieme con il suo collaboratore Rosario Di Salvo, diretto verso la sede del Partito Comunista Italiano, del quale lui era segretario regionale. Furono fermati da un commando mafioso, e per loro non ci fu scampo.
Quell’omicidio segnò profondamente un’intera stagione politica e sociale, non solo in Sicilia. Pio La Torre era, e lo divenne ancora di più in seguito, un simbolo di legalità, di eguaglianza, di lotta per i diritti sociali. La sua eredità morale e politica è ancora oggi patrimonio non solo del nostro partito, ma dell’intera classe dirigente del nostro Paese.
Il 38° anniversario del suo assassinio arriva in un momento particolare, l’emergenza Coronavirus rappresenta per l’Italia il momento più difficile dal dopoguerra ad oggi. Ma proprio per questo è importante coltivare la memoria ed il ricordo di chi ha contribuito a rendere il nostro Paese quello che è oggi: uno Stato Democratico e Libero, capace di rialzarsi anche dopo le sfide più dure.
Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Assemblea Regionale Siciliana