Coronavirus. Cracolici: “Musumeci revochi le misure restrittive regionali che superano quelle nazionali. Il sindaco di Messina andrebbe rimosso”. De Luca: “In trent’anni di politica non ha fatto nulla”
“Non comprendo il comportamento schizofrenico del governo regionale: da un lato Musumeci e Razza dicono di volersi adeguare alle disposizioni nazionali ma poi continuano ad imporre in Sicilia misure restrittive ulteriori rispetto a quelle nazionali. Il Presidente della Regione le revochi e si adegui, nei fatti e non solo a parole, al governo nazionale: altrimenti il 4 maggio l’Italia entrerà nella ‘Fase 2’, ma non sarà lo stesso per la Sicilia”. Lo ha detto il parlamentare regionale del PD Antonello Cracolici, intervenendo in aula nel corso della seduta di oggi.
“Penso per esempio alla chiusura domenicale dei negozi di generi alimentari ed al divieto di consegne a domicilio nei giorni festivi – ha aggiunto Cracolici – o alle misure ulteriormente restrittive che riguardano l’agricoltura. Oppure al fatto che si consente di aprire i negozi di abbigliamento per bambini, mentre proprio i bambini non possono uscire nemmeno accompagnati da un genitore”.
Cracolici ha poi chiesto all’assessore alla Salute Ruggero Razza di “valorizzare il ruolo dei medici di famiglia, che in questa emergenza Coronavirus hanno un ruolo fondamentale ma sembrano quasi ‘dimenticati’ dalle misure previste nel Piano sanitario regionale”.
Il parlamentare PD ha infine fatto riferimento alle recenti “azioni eclatanti” del sindaco di Messina Cateno De Luca. “Altro che denunciato, andrebbe rimosso!”, ha detto Cracolici. “De Luca ha fatto ridere l’Italia ed ha mortificato la Sicilia comportandosi come un ‘podestà’, quasi fosse al di sopra della legge”.
La risposta del sindaco di Messina non si è fatta attendere: “L’onorevole Cracolici si conferma uno dei trentennali personaggi che hanno fatto sempre il bello e cattivo tempo della nostra Isola, con ruoli politici ben pagati sulle spalle dei siciliani. Anche quando ha ricoperto la carica di assessore, sotto il Governo Crocetta, non si ricorda neanche un provvedimento da lui emanato che abbia inciso sul destino dell’imprenditoria siciliana. Piuttosto che accusare noi sindaci di fare i podestà, sarebbe utile che dica ai siciliani che contributo ha fino ad ora garantito per il destino dei giovani siciliani, con gli oltre 10 mila euro al mese che percepisce. Le sue sono le solite stucchevoli polemiche, utili a ricordare ai siciliani che anche lui esiste”.