Sicindustria, la Sicilia punta sull’export e chiude il 2019 con un +11%

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Nino Salerno

La Sicilia è al secondo posto tra le regioni esportatrici del Mezzogiorno, subito dopo la Campania, e al decimo su scala nazionale. Dopo la brusca frenata dei primi mesi dell’anno, secondo quando certificato dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, l’export è infatti tornato a crescere nel terzo trimestre 2019 attestandosi complessivamente su 6,8 miliardi di euro, con un aumento del 11% rispetto al trimestre precedente. “I nostri prodotti – commenta Nino Salerno, delegato per l’internazionalizzazione di Sicindustria/Enterprise Europe Network – continuano a sedurre i mercati. Il made in Sicily ha un appeal che merita di essere valorizzato sempre di più. Attenzione però, perché per competere sui mercati esteri occorre essere ben preparati e strutturati. Ed è il lavoro che noi svolgiamo quotidianamente con Sicindustria e grazie al supporto di Een, la rete della Commissione europea che sostiene le pmi nel processo di internazionalizzazione, di cui siamo partner da oltre dieci anni”.

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“Un’attività intensa che – spiega Giada Platania, responsabile dell’area internazionalizzazione di Sicindustria/Een – ci ha portato, soltanto nel 2019, ad organizzare oltre 50 eventi in tutta la Sicilia, coinvolgendo un migliaio di imprese; a promuovere 13 missioni all’estero ed eventi di brokeraggio in destinazioni diverse (Polonia, Svezia, Cina, India, Emirati Arabi, Spagna, Francia) e per vari settori (agroalimentare, edilizia sostenibile, bio-cosmetica, moda e missioni multisettoriali); a siglare accordi di collaborazione istituzionali con il Parco Scientifico e tecnologico della Sicilia; Mediter, la rete finanziata dalla commissione Ue per rafforzare le relazioni tra le due sponde del Mediterraneo; Confapi; Camera di commercio degli Emirati Arabi; Europe Direct Carrefour Sicilia; e, cosa più importante, a far chiudere accordi commerciali fra le nostre imprese e partner stranieri”.

Een può contare, d’altronde, su 600 organizzazioni con più di 3000 professionisti esperti in oltre 60 paesi e fornisce un’assistenza personalizzata e gratuita alle imprese offrendo numerosi servizi, tra cui: individuazione di nuovi partner commerciali, produttivi e tecnologici; organizzazione di missioni commerciali; partecipazione a fiere internazionali; formazione; informazioni sulla legislazione UE e su temi europei; partecipazione a programmi europei.

“L’Europa – sottolinea Salerno – resta l’area geografica nel quale il prodotto made in Sicily è più apprezzato, ma crescono a ritmo serrato mercati quali l’Africa settentrionale, Asia orientale e America settentrionale”. La classifica dei paesi destinatari dei prodotti dell’Isola, secondo i dati elaborati da Sace, vede in vetta, al netto dell’oil, la Francia con 342 milioni, la Germania con 274, gli Stati Uniti con 182 milioni e Hong Kong con 167 in crescita del 23,9% rispetto al 2018. A trainare l’export, sia i settori tecnologici quali computer, apparecchi elettronici e ottici (cresciuti del 39,13%) e quelli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+4,21%), sia i settori tradizionali, come i prodotti alimentari che continuano a far registrare numeri positivi o come il turismo che ha tante potenzialità ancora da esprimere.

“Le opportunità per le imprese siciliane sono moltissime – continua Salerno – e Sicindustria grazie anche al supporto di Confindustria nazionale e alle collaborazioni costanti che ha con ambasciate, Ice-Agenzia, Sace-Simest, Camere di commercio e istituti di credito riesce ad avere sempre una mappa aggiornata”.

Una cosa è certa: nonostante le incertezze e il clima di tensione geopolitica, nel prossimo triennio, come certificato da Sace, l’export italiano continuerà ad avanzare (+4,3% nel 2020-2022) sfiorando i 500 miliardi di euro già nel 2020 e superando i 540 nel 2022. In particolare, secondo la “cabina di regia per l’internazionalizzazione” di Confindustria, tra le geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti nel medio-lungo termine, ci sono 15 Paesi prioritari (Usa, Cina, Russia, Giappone, Germania, India, Vietnam, Polonia, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Canada, Messico, Franci, Sud Corea e Marocco), mentre tra quelli da tenere sotto osservazione rientrano Repubblica Ceca, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Indonesia, Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudafrica. “La Sicilia – conclude Salerno – è pronta a giocare un ruolo di primo piano e Sicindustria/Een continuerà a lavorare affinché le nostre imprese facciano sistema, così da essere sempre più forti e competitive all’estero”.

A gennaio 10 reti d’impresa europee saranno pronte a partire. Entra nel vivo Bee Net (Building European Export Networks), il progetto pilota per reti d’impresa europee targato Enterprise Europe Network, cofinanziato dalla Commissione europea. E la Sicilia gioca un ruolo da protagonista: su 192 imprese europee iscritte nella piattaforma online, 82 sono italiane e, di queste, ben 36 siciliane. Obiettivo è quello di supportare la cooperazione tra piccole e medie imprese europee che vogliono crescere a livello globale e sviluppare un modello comune e replicabile per l’internazionalizzazione.

“Per la prima volta – afferma Giada Platania, responsabile del servizio di internazionalizzazione di Sicindustria e coordinatrice del progetto Bee Net – la Commissione ha deciso di scommettere sull’unione delle imprese europee per riuscire a farle sopravvivere in uno scenario globale difficilissimo, dove è fondamentale far emergere la forza del brand Europa rispetto ai giganti dell’economia, Cina e Stati Uniti in primis, e ai paesi emergenti. E lo ha fatto attraverso la rete Enterprise Europe Network, di cui Sicindustria è partner. Il risultato è che, per la prima volta, Een ha avuto la possibilità di co-finanziare direttamente reti d’impresa, attraverso un cascade funding”.

Partner del progetto sono Sicindustria (capofila), la Camera di commercio di Barcellona e il Centro per l’Innovazione della Lituania, affiancati da cinque stakeholder (RetImpresa, la Confederazione degli industriali della Lituania, il Consiglio delle Camere di commercio della Catalogna, European Family Businesses Federation e l’Università degli studi di Palermo).

“Le imprese – spiega Platania – hanno avuto a loro disposizione una piattaforma integrata online, BEE2Match.com, attraverso cui hanno mostrato i loro interessi, proposto idee e impostato collaborazioni strutturate con altre aziende”. Il risultato è stato la creazione di dieci reti d’impresa europee composte da 4 a 8 pmi di almeno tre paesi diversi e la Sicilia è presente in quattro di queste reti, tre dedicate all’agrofood e una alle energie alternative: dalle aziende trapanesi Zicaffè e Stramondo a quelle agrigentine Campo d’Oro e Società agricola Tenuta Casalazzi; dalla ragusana Nova Quadri alla trapanese Inliaison e all’Azienda agricola Giuseppe Provenzano di Trappeto, in provincia di Palermo. Dal caffè alle conserve, dall’olio al miele e alle energie rinnovabili la Sicilia è un attore chiave del made in Europe.

 

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