La stangata sugli autotrasportatori con IMO2020: aumentano del 25% i prezzi delle autostrade del mare

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Dal primo gennaio 2020 il confronto dell’autotrasporto sarà vittima di una stangata che corrisponde a un ricordo di circa il 25% sul costo del trasporto via mare.

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Tutto nasce da una comunicazione dell’IMO (Organizzazione marittima internazionale) che ha imposto le nuove regole, effettive a livello mondiale, per ridurre l’inquinamento marittimo: il combustibile impiegato nelle navi (bunker) deve essere costituito da olio combustibile con livelli di zolfo pari allo 0,5%. Livello che oggi è al 3,5%.

Per adeguarsi a questa richiesta i vettori marittimi possono: 1) utilizzare uno scrubber che abbatta le emissioni, 2) convertire la propria flotta al GNL (Gas Naturale Liquefatto). Entrate in alternative comportano investimenti ingenti e le compagnie marittime hanno registrato un aumento tra il 20 e il 30 per cento sul prezzo dei trasporti da e per: Italia, Sicilia, Sardegna e Malta. Sia Grimaldi sia Tirrenia hanno già inviato i nuovi listini 2020 ai propri clienti, ma c’è chi, Grandi Navi Veloci, applicando le nuove tariffe già dal prossimo 16 dicembre. Aumenti che – sia chiaro – non colpiranno solo gli autotrasportatori ma anche, in vari modi, gli utenti finali sia nell’acquisto dei beni di consumo sia nei pedaggi dei traghetti.

“Si tratta di un aumento che varia a seconda della lunghezza delle tratte – ha precisato Claudio Donati, segretario nazionale di Assotir – e che oscilla da 3 a 14 euro / metro lineare. Una mazzata giustificata dalla lotta all’inquinamento – per altro doverosa – imposta da organismi sovranazionali per l’acquisto di carburanti meno inquinanti o di macchinari in grado di filtrare il carburante tradizionale. Ma tutto questo non può essere pagato dai trasportatori. Gli investimenti degli armatori – ha tuonato Donati – vanno pagati dagli armatori non dagli autotrasportatori “.

“In più sembra che tutti siano dimenticati le conseguenze alle quali si va incontro. Primo fra tutte c’è il serio rischio che molte aziende dell’autotrasporto hanno chiuso; ma non bisogna assolutamente sottovalutare che una quota consistente di operatori tornerà a viaggiare su strada vanificando, quindi, tutti gli accordi fatti per il traffico merci dalla strada al mare con i relativi incentivi pubblici ”.

Di fronte a uno scenario simile la misura Marebonus perdebbe qualunque significato. Siamo di fronte a una specie di tela di Penelope grazie a quale si è sorridenti con una mano (privata) le azioni di incentivazione verso l’uso del mare prodotti con l’altra mano, quella pubblica. Se non si può parlare di cartello degli armatori poco ci manca.

“Nel frattempo – continua Donati – l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che è molto impegnata contro i costi minimi di sicurezza per l’autotrasporto (stranamente, non dà segni di vita). Destabilizza anche l’assordante silenzio del fior fiore dell’imprenditore dell’autotrasporto italiano che ha deciso “liberamente”, di aderire a un’associazione in mano ai capi dell’armatoria italiana “.

“A questo dettaglio va aggiunto che forse quello che sta succedendo – un silenzio assordante – non deve poi meravigliarci più di tanto. A maggior ragione se si riflette sul fatto che una parte di quello che qualcuno (certamente non il sottoscritto) considera il fior- fiore degli imprenditori dell’autotrasporto italiano ha deciso, “liberamente”, di aderire a un’associazione in mano e uno dei capi dell’armatoria italiana (omaggiata, peraltro, dall’intero arco politico nazionale). Vorrei ricordare, a me stesso in prima, ma sperando anche che qualcun altro ci sia, che, è giusto battere il pugni contro il governo quando minaccia di toglierci lo sconto sulle accise, non è che sia meno grave considerare “normale” quanto sta accadendo per i traghetti ”.

Questa situazione ha implicazioni pesantissime, soprattutto su Catania e la Sicilia in generale che è obbligata a passare attraverso il trasporto merci. “La sede logistica siciliana è proprio Catania – precisa Santo Zuccaro, presidente provinciale di Assotir Catania -, solo qui approdano tutte le grosse compagnie di navigazione. Sono diverse le imprese dell’autotrasporto siciliano che servono le autostrade del mare e che da domani, su una tratta pagata fino ad oggi 1.000 euro pagato 1.250 euro. È la cosa più facile del mondo fare un investimento e farlo pagare ai clienti ”.

Il silenzio sull’autotrasporto si sente, purtroppo, a 360 ° ben sapendo che è un rischio il futuro di molti bilanci e, quindi, di molte aziende. “Assotir chiede alla politica, al governo, alle istituzioni di intervento – chiosa Donati – perché con questo aumento viene introdotto un peso sul sistema economico che modifica tutte le dinamiche. Non si può rimanere inerti davanti a questo, e se si rimane insensibili vuol dire che si è complici ”.

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