In Sicilia classe imprenditoriale sempre più vecchia: domani a Caltanissetta 100 imprese familiari pianificano con Eurovita il ricambio generazionale
Secondo i più recenti rapporti “Cerif” dell’Università Cattolica di Milano, “Aub” dell’Aidaf (l’associazione delle imprese familiari) e del centro studi Srm, in Italia le imprese familiari sono in crescita: hanno superato quota 2,5 milioni (l’85% del totale nazionale, percentuale che sale al 98% al Sud), producono il 60% del valore aggiunto e vi lavora il 70% degli occupati complessivi nel Paese. Il Rapporto Pmi della Cerved aggiunge che in Sicilia queste costituiscono i tre quarti del tessuto delle piccole e medie imprese dell’Isola.
Ma l’analisi dell’Asam-Università Cattolica avverte che solo il 50% delle Pmi arriva alla seconda generazione e appena il 10% alla terza, con un danno economico stimato in 25 miliardi di euro.
Questo accade anche perché, aggiunge l’Aidaf, la classe imprenditoriale sta invecchiando. In un caso su quattro di impresa familiare, l’amministratore unico è il capostipite che mantiene saldo il timone nonostante abbia un’età superiore ai 70 anni. Infatti, osserva l’Aidaf, su un bacino di 11.176 imprese familiari con fatturato annuo superiore ai 20 milioni di euro e 5milioni 251mila addetti (fra queste, oltre 100 aziende sono in Sicilia), il 25,5% è guidato da un imprenditore ultrasettantenne. Un fattore, questo, che, secondo l’Aidaf, espone tali aziende a due rischi: quello della scarsa apertura all’innovazione, alla competitività e al rinnovo del management, situazione che determina la graduale esclusione dai nuovi mercati; e – ipotesi ancora più grave – quello della chiusura dell’attività se non si pianifica per tempo il ricambio generazionale aprendo la governance ai familiari più giovani, nonché il trasferimento “intelligente” delle quote patrimoniali.
Due rischi ben presenti anche in Sicilia. Ad esempio, riguardo al campione individuato dall’Aidaf nell’Isola, fino al 2017 erano ben 16 le imprese familiari a vecchia gestione finite in procedura fallimentare, mentre nel 2018 sono nate 55 nuove imprese familiari di prima generazione (il secondo maggiore incremento dopo la Lombardia), di cui 10 rientrano fra le 500 imprese “benchmark” (cioè con oltre 50 milioni di fatturato): esattamente 2 a Palermo e 8 fra Catania e Ragusa, tutte operanti nel commercio all’ingrosso e nel settore agroalimentare.
Eppure, rileva l’analisi del gruppo assicurativo Eurovita, in Italia solo il 20% degli imprenditori familiari avverte l’esigenza di organizzare per tempo il passaggio del testimone ai propri figli, andando così incontro a problemi burocratici e a maggiori costi che spesso erodono il patrimonio. E’, comunque, un numero rilevante: Srm ha stimato che ogni anno nel Paese 60mila imprenditori vivano il tema del passaggio generazionale, e che in Sicilia in quasi l’80% dei casi la proprietà e l’amministrazione passino alla famiglia.
Per tutte queste ragioni la Banca popolare S. Angelo ha deciso di invitare domani, 19 novembre, alle ore 17,30, a Caltanissetta, presso Villa Flora, in contrada Bigini, un centinaio di imprese familiari della Sicilia Centro-occidentale, affinchè possano valutare con la consulenza degli esperti di Eurovita i migliori percorsi per pianificare e favorire il ricambio generazionale e il cosiddetto “wealth planning”, utilizzando tutti gli incentivi e i prodotti disponibili e assicurando così la continuità aziendale in un segmento che, conclude il Rapporto Aub-Aidaf, laddove ha aperto per tempo all’innovazione ha saputo recuperare le perdite subite dal 2007 in poi.
Interverranno Luca Matassino, responsabile commerciale Banche, Reti e Private di Eurovita, e Mario Lio, direttore commerciale della Banca popolare S. Angelo.