Lo sviluppo del comprensorio di Termini Imerese: La proposta Cisl e Fim Cisl

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“Scarsa competitività dovuta fondamentalmente a carenze di infrastrutture secondarie e immateriali come quelle digitali, rende impossibile fare industria e aprire a diverse ipotesi di investimento da parte di altre aziende, cosi l’area industriale di Termini Imerese e tutto il comprensorio con i comuni vicini, non potranno mai decollare. Per questo è ora di imprimere una svolta, ripartire dall’accordo di programma della Regione, aggiornato pochi giorni fa dalla giunta, e nel quale sono indicate le opere strategiche e necessarie per la riconversione e riqualificazione del polo industriale. Chiediamo alla Regione di porre la questione al centro dell’agenda politica e di istituire un tavolo tecnico”. Cosi i segretari generali Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Fim Cisl Palermo Trapani Antonio Nobile, rilanciano la proposta per lo sviluppo del comprensorio di Termini Imerese e di tutti i comuni della zona, durante l’incontro dal titolo “Blutec e lo sviluppo del comprensorio di Termini Imerese, quali strategie di rilancio” che si è svolto presso la chiesa Santa Croca al Monte del paese nel palermitano, alla presenza delle istituzioni locali e regionali e delle federazioni del sindacato, coinvolte nel progetto di sviluppo della zona. “Dato che la prima firma dell’accordo quadro per l’area industriale di Termini risale al 2011 – hanno affermato La Piana e Nobile -, documento di recente aggiornato, e le opere di fatto realizzate sono inconsistenti, chiediamo alla Regione di istituire un tavolo tecnico alla presenza del sindacato e di tutti i firmatari del testo, gli enti e società interessate alla realizzazione delle infrastrutture e dei comuni della zona. Bisogna stilare una tempistica certa per l’avvio dei cantieri e fissare le priorità rispetto le opere da realizzare, oltre a verificare anche i tempi di attuazione. Bisogna procedere subito attivando i collegamenti per l’interporto, le opere relative ai moli, la realizzazione dell’impianto di distribuzione del gas metano, la creazione della rete di collegamenti in fibra ottica, solo così la zona può diventare ancor più polo attrattivo per investimenti in modo da, non solo dare risposte alle famiglie del territorio ma anche fare da traino a tutto il comprensorio”. Obiettivo, contrastare lo spopolamento della zona e l’emigrazione giovanile. “Quando l’ex Fiat, oggi FCA – continuano i due segretari –  ha deciso di abbandonare al loro destino il territorio e i lavoratori con le loro famiglie, ormai parecchi anni fa, è cominciato un lento e inesorabile spopolamento dell’area industriale che ha portato all’attuale situazione di desertificazione e alla crisi non solo di Termini ma di tutti i comuni del comprensorio. Per questo, al di là della soluzione per la vertenza Blutec, che ci auguriamo arrivi presto e per cui ci battiamo unitariamente con Fiom e Uilm, bisogna costruire un piano di rilancio di tutta la zona, perché una sola realtà industriale per quanto importante sia, non può risolvere la crisi di un intero territorio”. Per il segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese “non è tollerabile che di un accordo di programma quadro stilato nel 2011 siano quasi del tutto inesistenti gli obiettivi realizzati, si parta subito dall’interporto di Termini Imerese che per la sua posizione strategica può diventare un punto di snodo per le merci in arrivo e partenza per tutta la Sicilia e da e per l’Europa. E’ una infrastruttura logistica fondamentale ma bisogna iniziare subito ad avviare i cantieri, darebbero ossigeno al settore edile e aprirebbero la strada ai nuovi investimenti industriali, gli incentivi alle aziende servono solo se poi nel nostro territorio le imprese non devono affrontare costi altissimi per trasportare i loro prodotti”. Per Mimma Calabrò segretario generale Fisascat Cisl Sicilia e Palermo Trapani, “la crisi dell’ex Fiat e la lunga vertenza ha penalizzato tutto il territorio, un vero e proprio uragano, che ha colpito settori importanti come quello del commercio e dei servizi. Chiusure di supermercati con la perdita di posti di lavoro, crisi anche dei servizi di vigilanza, le famiglie sempre più in difficoltà e il quadro non potrà cambiare se non si inverte la tendenza. Le opere dell’accordo quadro potrebbero, se realizzate, inoltre, valorizzare la vocazione turistica del comprensorio pieno di potenzialità sulle quali si deve invece puntare per far rinascere tutta la provincia. A Campofelice ad esempio si attende l’esito della vendita del campo da golf che potrebbe attirare una fetta di turismo finora lontana da noi”. E Dionisio Giordano segretario generale Fit Cisl Sicilia ha aggiunto: “Rispetto ad altre zone della Sicilia, la zona di Termini vanta la vicinanza di un asse viario, ferroviario e un importante porto commerciale. Risulta sulla carta privilegiata rispetto al resto dell’Isola, c’è da chiedersi perché allora tutto questo non ha portato al fiorire delle iniziative industriali ma, al contrario alla desertificazione. Allora forse si dovrebbe puntare sulle agevolazioni fiscali, e su una operazione di marketing che faccia conoscere le enormi potenzialità di questo territorio anche al di fuori dell’Italia, nel resto d’Europa e oltre”.  Il segretario generale Fim Cisl Sicilia Piero Nicastro spiega che “per far ripartire il polo industriale di Termini Imerese serve un chiaro e ben definito progetto di politica industriale che si vuole perseguire e sviluppare per il territorio, renderlo attrattivo realizzando le infrastrutture necessarie per nuovi insediamenti industriali e ricercare players multinazionali che garantiscano corposi investimenti e la realizzazione delle nuove imprese. E’ questa la scelta che dovranno esplicitare i nostri governi regionale e nazionale. Non ci sono ricette preconfezionate, bisogna avere chiaro cosa si vuole fare dell’industria in Sicilia. Non possiamo più tollerare l’immobilismo politico che ha prodotto il ridimensionamento delle aree industriali siciliane perché molte di queste rischiano la completa desertificazione. Chi ha responsabilità di governo deve dare risposte, non sono più accettabili promesse”.  Per il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, “Lo sviluppo di questo territorio può trainare quello del resto della regione, per questo come Cisl da tempo in ogni realtà locale cerchiamo l’interlocuzione con le istituzioni responsabili dei progetti di sviluppo, delle politiche del lavoro, della realizzazione delle infrastrutture strategiche, perché non si può più accettare che i tempi della burocrazia e spesso l’inadeguatezza degli uffici regionali o degli enti locali competenti, rendano quasi impossibile l’avvio dei cantieri. Verificheremo che gli impegni assunti oggi dalla Regione vengano rispettati, noi cerchiamo il dialogo, proponiamo le soluzioni ma se non si muove nulla passiamo alla protesta. E’ necessario per superare gli intoppi del passato, ci auguriamo si proceda su questa strada del dialogo e della sinergia” . Proprio dalla Regione due importanti impegni assunti durante l’incontro voluto dalla Cisl e Fim Palermo Trapani.

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L’assessore regionale alle Attività Produttive Girolamo Turano ha condiviso la proposta del tavolo tecnico con gli enti firmatari dell’accordo, sindacati, assessorati regionali e sindaci lanciato dal sindacato. “Finora – ha detto Turano –  è mancata la visione strategica di sviluppo, bisogna evitare gli errori del passato e concentrarsi sui progetti che sono davvero strategici, per questo condividiamo la proposta della Cisl, c’è bisogno di tutti comprese le parti sociali”. E sulla questione dei fondi per Termini, circa 15 milioni di euro del Patto per il Sud revocati e trasferiti ad altri progetti per la zona orientale della Sicilia, Turano ha risposto: “Nel Patto si dovevano inserire progetti strategici e così non è stato, piano esecutivi da realizzare subito e cantierare, in tre anni di fatto non è stato fatto nulla”. Annuncia più risorse per Termini Imerese, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, “attiveremo il tavolo tecnico con sindacati ed enti titolari dei progetti dell’accordo di programma. È nostra intenzione far diventare la Sicilia la più grande stazione appaltante del Paese entro il 2021. Per Termini e il comprensorio siamo pronti a destinare più risorse per dare finalmente davvero la spinta propulsiva e aprire i cantieri. Entro sei mesi faremo il punto sulle opere da realizzare per vigilare sui tempi”. Per i sindaci del comprensorio, erano presenti Michela Taravella primo cittadino di Campofelice di Roccella e il vicesindaco di Cefalù Vincenzo Terrasi, che hanno parlato del nascente comitato dei primi cittadini della zona termitana “per spingere e pressare le istituzioni regionali e nazionali sugli interventi per far rinascere la zona, oltre che per la soluzione della vertenza Blutec e che porterà avanti il fronte comune nato mesi fa con lavoratori e sindacati del territorio”,  e Antonio Rini sindaco di Ventimiglia e rappresentante Anci Sicilia. “Nessuno ha la ricetta magica – ha affermato Rini -, ciò che serve sono vere politiche per il Sud, serve innovazione tecnologica, servono infrastrutture, la reale intenzione di procedere con interventi concreti e velocità di attuazione, per avviare davvero un percorso di sviluppo”.

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