“Il lavoro? Mai più nero”: l’8 parte la campagna della Cgil. Dalle 9 alle 14 volantinaggio in spiaggia e nei locali di Mondello
“Il lavoro? Mai più nero”. La Cgil Palermo, con la Cgil Sicilia, e le categorie maggiormente colpite dal lavoro nero, la Flai, la Fillea e la Filcams, lancia una campagna contro il lavoro nero e grigio per sensibilizzare lavoratori, cittadini, partiti e istituzioni e per invitare tutti quanti ad assumere comportamenti, iniziative e decisioni per contrastare il dilagare del sommerso.
Si parte giovedì 8, con un volantinaggio dalle 9,15 alle 14, sulla spiaggia e nei locali di Mondello, assieme alla Filcams, tra i lavoratori del settore turistico e i bagnanti. I sindacalisti, con le magliette con la scritta “Il lavoro? Mai più nero”, distribuiranno depliant informativi e dialogheranno con i lavoratori e con la gente.
Alle ore 10, in viale Regina Elena, all’altezza dell’ingresso alla spiaggia libera, dove sosterà il Camper dei diritti della Cgil, si terrà una conferenza stampa per presentare l’iniziativa, i dati sul lavoro nero nel commercio, nell’edilizia e in agricoltura a Palermo e le proposte della Cgil per affrontare il fenomeno.
Interverranno i segretari Cgil Palermo Calogero Guzzetta e Alessia Gatto, Francesco Tarantino per la Cgil Sicilia, il segretario generale di Filcams Cgil Palermo Monja Caiolo, il segretario generale di Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e il segretario generale della Flai Cgil Palermo Dario Fazzese. Saranno presenti lavoratrici e lavoratori dei settori.
“Vogliamo fare conoscere le difficoltà di chi lavora in nero e confrontarci su come superarle. Il lavoro nero è una triste realtà per tutto il territorio nazionale ma al Sud presenta punte molto elevate, in particolare a Palermo, dove le percentuali di lavoro sommerso e irregolari sono tra le più alte d’Italia – dichiarano Alessia Gatto e Calogero Guzzetta – Per questo motivo la Cgil, che da tempo denuncia la quasi totale assenza di controlli finalizzati all’emersione dal lavoro nero e irregolare, chiede che sia posta attenzione a un fenomeno che sta sempre più corrodendo parti consistenti della nostra economia e determinando una situazione insostenibile per i lavoratori, in termini di inadeguatezza salariale e di quasi totale assenza di diritti. Senza contare il fatto che il lavoro nero ha conseguenze dirette sui lavoratori regolari, che si ritrovano sulle spalle il peso dell’intera contribuzione fiscale”.
La Filcams, con l’iniziativa di Palermo, realizzata nell’ambito della campagna nazionale di categoria “Backstage, il lavoro che non vedi vale”, incontrerà lavoratori, cittadini e turisti per sensibilizzare sull’importanza del lavoro svolto nel turismo, troppo spesso precario, sommerso e poco riconosciuto.
“Scendiamo in campo col sindacato di spiaggia, dopo il sindacato di strada, per ribadire che la professionalità delle lavoratori e dei lavoratori del turismo merita dignità e rispetto – dichiara Monja Caiolo – Il turismo è uno dei settori rappresentati dalla Filcams più colpiti dal fenomeno del lavoro nero. Andremo in giro per informare i lavoratori sui loro diritti e sulle loro tutele ma anche per sensibilizzare cittadini e turisti sull’importanza del lavoro svolto da bagnini, camerieri dei bar, addetti al rifacimento delle camere negli alberghi, operatori di lidi e villaggi, e tutti coloro che fanno un lavoro dietro le quinte per rendere al meglio la vacanza”.
Tra settembre e ottobre si terranno le altre due iniziative: quella della Flai, in uno dei luoghi della vendemmia, per denunciare lavoro nero, caporalato e sfruttamento. E quella della Fillea, sul lavoro nero nell’edilizia.
“I numeri dicono che nell’edilizia privata a Palermo il lavoro nero raggiunge punte altissime – dichiara Piero Ceraulo – La Fillea da sempre rivendica una maggiore attenzione ai controlli, tenuto conto del fatto che verifiche e accertamenti sono marginali rispetto al numero delle imprese e dei lavoratori”. E aggiunge Dario Fazzese: “Il contrasto al lavoro nego e grigio in agricoltura è una delle priorità dell’azione sindacale, per combattere la tendenza diffusa a scaricare sul lavoratore le difficoltà di un settore che piuttosto che valorizzare le eccellenze punta al sottocosto, mortificando in modo sleale le esperienze virtuose del nostro territorio”.