Cala il sipario sulle elezioni europee: i vincitori, gli sconfitti e le sorprese

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Cala il sipario sulle elezioni europee. I Cinquestelle nell’Isola conquistano due seggi con l’ex Iena catanese Dino Giarrusso (108.146) e il riconfermato Ignazio Corrao, romano di nascita ma palermitano di adozione, (107.639). Non sfonda la capolista sarda Alessandra Todde (88.209) che sarebbe stata imposta da Luigi Di Maio.

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Altri due seggi vanno alla Lega con il capolista e vicepremier Matteo Salvini (239.078) che certamente opterà per un altro collegio conquistato al Nord, dando il via libera alla licatese Annalisa Tardino (32.767) vera sorpresa in queste elezioni che ha sbaragliato i più navigati politici Angelo Attaguile e Igor Gelarda, mentre il secondo seggio è stato conquistato dalla palermitana Francesca Donato (28.067).

Per Forza Italia scatta soltanto un seggio che andrebbe al leader del partito Silvio Berlusconi (74.871 voti, 90.299 nella circoscrizione isole) a cui anche in questo caso subentrerà (salvo sorprese) un altro candidato, il deputato all’Ars Giuseppe Milazzo che ha superato al fotofinish l’ex ministro e leader del Cantiere Popolare Saverio Romano, quarto forzista più votato d’Italia, l’ottavo candidato più votato nelle Isole. In Forza Italia è andata male anche all’uscente Salvatore Cicu nonostante, il sostegno del vice presidente della Regione Gaetano Armao (attaccato per questa scelta da Miccichè) e qualche sponsor individuale gravitante nell’ambito di Diventerà Bellissima.

Nel Pd i due seggi assegnati vanno al medico di Lampedusa Pietro Bartolo (135.098), seguito dall’europarlamentare uscente Caterina Chinnici (112.526) mentre rimane fuori l’altra uscente Michela Giuffrida (49.266 voti).

L’unico seggio scattato per Fratelli d’Italia è della capolista Giorgia Meloni che in Sicilia ha preso 54.901, ma anche lei dovrebbe optare per l’elezione in un’altra circoscrizione e lasciare via libera al senatore ed ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli (30.000) che dopo essersi congedato da Diventerà Bellissima, accettando la candidatura nella lsita dei sovranisti si piazza al secondo posto.

Evidentemente solo lontani i tempi in cui i meridionali ed in particolare i siciliani si offendevano quando venivano chiamati con disprezzo “terrun” visto che Matteo Salvini, è risultato il più votato nell’Isola in linea con la secolare tradizione colonizzatrice dell’isola.

Facendo una breve analisi del voto vediamo che rimangono un miraggio i numeri di quel famoso ed irripetibile 61 a 0 nei collegi nazionali per Gianfranco Miccichè che ha condotto una campagna elettorale più di attacco ai competitor del suo candidato (Giuseppe Milazzo) interni alla lista di Forza Italia che agli avversari esterni. Tante esternazioni seguite da scuse pubbliche non si erano mai sentite nel corso di una campagna elettorale. Comunque, nonostante qualche errore di sintassi politica il commissario di Forza Italia riesce a raggiungere un buon 17% confermando che la Sicilia è una roccaforte degli azzurri, soprattutto grazie al contributo dell’area centrista di Saverio Romano che ha portato una dotazione di 74.000 preferenze non raggiungendo l’obiettivo di essere eletto per appena 1.300 voti. L’ago della bilancia è stato il sindaco di Messina Cateno De Luca, determinante per la vittoria di Milazzo su Romano. Nel Pd fa il suo esordio in Europa Pietro Bartolo, che ha sommato tanto voto d’opinione al voto d’apparato. Non decolla il progetto politico di +Europa lasciando fuori Fabrizio Ferrandelli che si consola con l’exploit a Bagheria di Maria Saeli che supera il 7% e arriva quasi a prendere le preferenze di Berlusconi.

 

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