Beni culturali, Sicilia. Pronta la rimodulazione dell’assetto organizzativo del Dipartimento regionale
Si è svolta ieri presso il Dipartimento regionale alla Funzione pubblica la concertazione sindacale richiesta dai sindacati sulla rimodulazione dei beni culturali in Sicilia. Erano presenti fra l’altro il segretario generale Maria Mattarella, i dirigenti generali della Funzione pubblica Rosalia Pipia e Sergio Alessandro, nonché gli staff degli uffici di gabinetto coinvolti. Il procedimento di rimodulazione all’ordine del giorno riguarda tutta la macchina regionale, ma ieri – intanto – è stata definita la parte che riguarda il settore strategico dei beni culturali sul quale la Regione siciliana ha competenza specialistica.
La nuova macchina amministrativa prevederà 184 postazioni dirigenziali contro le attuali 208. Si tratterà di 2 aree, 44 servizi e 138 unità operative (attualmente esistono 1 area, 39 servizi e 168 unità operative).
“Ma, al di là dei numeri – scrive in una nota il sindacato maggiormente rappresentativo della regione siciliana, il Cobas/Codir – ciò che sembra essere cambiata è la filosofia che ispira il modello organizzativo che addesso tornerà in giunta regionale per varare il relativo regolamento attuativo che verrà a sua volta inviato al CGA per la sua definizione”.
“Nella nostra proposta siamo partiti da un fatto inconfutabile – sottolinea Michele D’Amico, responsabile regionale dei beni culturali per il Cobas/Codir: nel Mezzogiorno d’Italia si concentra oltre la metà delle aree archeologiche nazionali (52,8%) e una su tre (32,6%) si trova in Sicilia e Sardegna; così – prosegue D’Amico – abbiamo proposto, in linea con quanto aveva previsto il compianto assessore Sebastiano Tusa, una visione organizzativa del sistema dei beni culturali rivolta al cambiamento e all’efficientamento del modello organizzativo”.
“Non ci si può fermare – sottolinea Fabrizio Masi, responsabile per l’area della dirigenza del Cobas/Codir – alla semplice riorganizzazione amministrativa degli uffici, il governo regionale, terminato il confronto con i sindacati su tutti i settori, deve passare immediatamente alla fase più importante che è quella di programmare un sistema dei beni culturali siciliani adeguato alle reali esigenze organizzative a incominciare dalla necessaria dotazione di personale.”
“Il Governo Regionale – aggiunge il sindacalista Michele D’Amico, insieme ai segretari generali del Cobas/Codir Dario Matranga e Marcello Minio – dovrà prendere quanto prima atto che il piano triennale dei fabbisogni del personale per il 2018-2020 (1977 unità) non è assolutamente adeguato: occorre, quindi, un rapido duplice piano di riqualificazione e riclassificazione del personale regionale e il successivo bando di concorsi di personale tecnico”.
Le maggiori carenze di personale – conclude la nota del sindacato Cobas/Codir – si concentrano tra le categorie degli Istruttori Direttivi (categoria C, in particolare nel settore della vigilanza e della tutela che è necessario nella gestione dell’apertura al pubblico dei siti archeologici e museali) e tra i Funzionari Direttivi (categoria D) e Istruttori Direttivi (categoria C) che costituiscono la struttura portante della redazione di atti amministrativi sostanziali per tutta la gestione del settore che le leggi vigenti e il codice dei beni culturali attribuiscono unicamente alla Regione Siciliana.