Manovra finanziaria in esame al Senato, Musumeci: “Richieste della Sicilia in maxiemendamento”
Il maxiemendamento presentato dal governo alla manovra finanziaria in esame al Senato, che nelle prossime ore sarà sottoposto al voto d’Aula, recepisce i contenuti dell’Accordo stipulato, dopo un lungo negoziato, mercoledì scorso tra il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
In particolare, sono state inserite le disposizioni che: determinano la riduzione del contributo al risanamento della finanza pubblica per il triennio 2019-2021 (con un risparmio di oltre 900 milioni di euro); attribuiscono 540 milioni di euro per investimenti alle Province siciliane per la viabilità e le scuole sino al 2025; consentono la spalmatura in trent’anni del ripianamento del disavanzo (la misura vale circa 700 milioni di euro), che elimina l’obbligo di riduzione della spesa corrente del 3 per cento in settori vitali e il cui sforamento determinava il recupero delle somme da parte dello Stato.
«I contenuti dell’Accordo sottoscritto qualche giorno fa – evidenzia il presidente Musumeci – sono presenti nel testo ‘bollinato’ dalla Ragioneria generale dello Stato. Siamo, quindi, ottimisti nel raggiungimento di un obiettivo importante per la nostra Isola. Un’intesa che per la Sicilia, tra maggiori entrate, minori spese e spalmatura di oneri vale, a regime, oltre due miliardi di euro».
«Il primo passo dopo la stipula a Roma – aggiunge l’assessore all’Economia Gaetano Armao – era proprio la trasposizione nella Legge di bilancio dei suoi contenuti ed é stato compiuto. Non appena sarà approvata la Manovra, le disposizioni verranno calate nei disegni di legge regionali di stabilità e bilancio, di cui il 27 dicembre inizierà l’esame in Assemblea regionale. Nel contempo proseguirà l’attività dei gruppi di lavoro misto tra assessorato e ministero, per approdare alle nuove norme di attuazione in materia finanziaria che possano consentire l’applicazione delle previsioni dello Statuto col riconoscimento di fiscalità di sviluppo, condizione di insularità, continuità territoriale e perequazione infrastrutturale».