Policlinico di Messina: “PDTA” – rete tumore prostata, terza tappa del tavolo tecnico

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Continua il percorso per la costruzione di una rete di eccellenza della Regione Sicilia “PDTA, Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la gestione del paziente oncologico con tumore della prostata e dei farmaci antiblastici”, con l’obiettivo di ottimizzare l’iter diagnostico- terapeutico e, quindi, la gestione qualitativa e quantitativa della patologia tumorale prostatica, attraverso un modello web-based omogeneo sul territorio regionale, in grado di garantire equità di accesso alla diagnosi ed alla cura. Ieri, presso l’AOUP “G. Martino” di Messina, si è svolta la terza riunione del Tavolo Tecnico, costituito nell’ambito dei progetti Obiettivo del Piano Sanitario Nazionale (PSN) dell’anno 2016, linea progettuale 6 “Reti oncologiche”. Il tavolo tecnico ha stabilito di proporre all’Assessorato alla Salute che le strutture (unità operative) siciliane dedicate al trattamento della neoplasia prostatica presentino, entro la fine del 2018, la documentazione idonea a valutare se il loro volume di attività (numero e appropriatezza delle prestazioni) e, quindi, gli indicatori di misurazione delle performance e della gestione dei rischi clinico-organizzativi, che erano stati fissati già nella seconda tappa, svoltasi a Catania, siano rispondenti agli standard richiesti per il loro ingresso in Rete. Tenuto conto del monitoraggio propedeutico alla costruzione della Rete, dal quale è emersa la presenza in Sicilia di un ristretto numero di centri ad alto volume per la diagnosi ed il trattamento chirurgico dei tumori della prostata, il team tecnico, in dieci protocolli elaborati e ieri approvati, attraverso la consegna della cd. griglia AGREE, ha individuato tra gli indicatori di perfomance strutturali, in particolare, un numero minimo di 50 biopsie ed un numero minimo di 30 (centro/anno) prostatectomie radicali; un numero minimo di 30 (centro/anno) pazienti in trattamento oncologico- farmacologico. Tra i requisiti tecnologici: Ecografia con sonda transrettale e possibilità di effettuare la biopsia anche per via trans perineale; Radioterapia; possibilità di accedere a RMN multiparametrica, a scintigrafia ossea, a PET ed a radioterapia metabolica anche in rete. Tra quelli professionali: l’organizzazione secondo il modello multidisciplinare (team formato da: urologo, oncologo, radioterapista, radiologo, anatomopatologo, psicologo, medico nucleare, infermiere, fisioterapista). Fabio Cartabellotta, coordinatore del progetto e dirigente medico dell’Unità Operativa Complessa di Medicina dell’Ospedale “Buccheri La Ferla afferma: “La misurazione costante delle performance dei centri che trattano la neoplasia prostatica, attraverso la costruzione di un modello di rete, ha lo scopo, di garantire al paziente un percorso assistenziale appropriato. A tal fine la fase diagnostica è preminente, pertanto abbiamo formalizzato, tra gli altri, un percorso da condividere tra le varie specialità del PDTA circa gli accertamenti diagnostici che portano alla conferma del sospetto clinico di tumore prostatico, sulla scorta delle linee guida nazionali ed internazionali, con l’obiettivo di standardizzare i comportamenti dei medici nella scelta delle indagini, ridurre lo spreco prescrittivo e l’overtreatment diagnostico”. “Una Rete – conclude Cartabellotta – per mission, ha lo scopo di pervenire al macro obiettivo di allineare tutte le strutture della Regione alla stessa velocità di marcia e di consentire a tutti di poter utilizzare le risorse tecnologiche più avanzate in modo che sul territorio siano garantite al paziente equità di accesso alle cure e stesse opportunità di standard qualitativo- assistenziale”.

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