“Zecca, sei nel mirino”, minacce di morte al Procuratore di Agrigento Patronaggio

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Luigi Patronaggio

“Zecca sei nel mirino”: è una delle frasi, scritte con un pennarello nero, contenute nella lettera di minacce al Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, contenente anche un proiettile militare.
Patronaggio ha coordinato la prima fase dell’inchiesta sul pattugliatore della Marina Militare Diciotti al porto di Catania che vede indagato il ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona aggravato. Sulle minacce di morte la procura dio Caltanissetta, competente per territorio, ha aperto un’inchiesta.
Solidarietà è stata espressa dal Consiglio superiore della magistratura al Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, destinatario di minacce di morte. Il giudice Piergiorgio Morosini, durante il plenum del Csm, “visto il tono intimidatorio” delle minacce, ha espresso la sua solidarietà al collega di Agrigento, che ha coordinato la prima tranche dell’inchiesta sulla nave Diciotti e rivolto un invito a tutti “visto il clima nel paese” ad “abbassare i toni del dibattito pubblico su certe iniziative giudiziarie”.
Sono numerosi in queste ore gli attestati di solidarietà nei confronti del magistrato che stanno arrivando dal mondo politico.
“Al procuratore Luigi Patronaggio, siciliano con la schiena dritta e la testa alta, il mio sostegno e la mia solidarietà per le minacce ricevute. Lo Stato è più forte dei ciarlatani che soffiano sul fuoco, dei cretini e dei delinquenti”. Così su Twitter il senatore del Pd, Davide Faraone.
Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars esprime solidarietà al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio per le minacce ricevute e condanna senza se e senza ma ogni forma di intimidazione e violenza.
“Solidarietà e assoluta vicinanza al procuratore Patronaggio e massima vigilanza e responsabilità per il clima d’odio che sta crescendo nel paese” sono stati espressi da Claudio Fava, Presidente della Commissione regionale antimafia in Sicilia.
“Un fatto gravissimo ed inquietante – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando –  che riporta l’Italia indietro nel tempo ad un periodo buio della Repubblica. Un fatto che per i suoi contorni non può non avere una risposta pronta ed immediata da parte del Presidente del Consiglio e del Ministro della Giustizia, perché è ormai evidente che le posizioni razziste e violente di una parte politica stanno inquinando i pozzi della cultura democratica e della convivenza civile in Italia; una convivenza che nel dialogo e nell’accoglienza hanno i propri capisaldi”.
“Esprimiamo piena solidarietà nei confronti di Patronaggio, che ha verificato la condizione dei migranti trattenuti sulla Diciotti e  ha fatto il proprio dovere di magistrato, denunciando fatti perseguibili e procedendo con gli strumenti della legge – dichiara il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo – Il movimento dei lavoratori, che fa parte del cartello antirazzista al quale hanno aderito la Cgil e tante associazioni, che ha manifestato in solidarietà ai migranti della  Diciotti al porto di Catania, esprime profonda preoccupazione per l’escalation di violenze che si sta determinando anche nel nostro territorio palermitano, con i fatti di razzismo che si sono registrati in diversi comuni, e che stanno dando  adito a una spirale pericolosa di sfoghi e reazioni”.

 

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