Calcio, “Frosinone-Palermo”: il danno e la beffa ma la partita non è finita!
In Italia il pianeta calcio è in profonda crisi. Dai continui flop della nazionale azzurra alla ricerca di una nuova identità, ai casi “Chievo” e “Frosinone” che ad oggi non hanno trovato una soluzione nel rispetto delle regole con un rimpallo, senza precedenti, tra i vari organi preposti a prendere una decisione.
Nonostante si siano disputate tre partite di serie A e due di B continuano le fibrillazioni derivanti dalla finale di ritorno play off di Serie B tra Frosinone e Palermo. Il Collegio del Coni ha depositato le motivazioni della sentenza che ha rimandato alla Corte Sportiva d’Appello il caso Frosinone. Un “gioco dell’oca” estenuante per i tifosi rosanero.
In sede processuale, il Palermo ha evidenziato sin dall’inizio sull’inadeguatezza della pena inflitta al Frosinone e sulla mancata afflittività della stessa, con la sanzione che si sarebbe dovuta applicare nella stagione di Serie B in cui sono avvenuti i fatti, chiedendo di conseguenza la mancata omologazione del risultato, lo 0-3 a tavolino o, in subordine, disputare nuovamente la partita. I legali della Società di viale del Fante, per rafforzare le istanze portate avanti, hanno chiesto, nel ricorso, anche l’acquisizione delle immagini video dei fatti incriminati ritenendoli necessari per la valutazione della condotta del club gialloblù.
Il Collegio di Garanzia ha confermato la contraddittorietà fra quanto affermato in sede processuale e la pena inflitta al Frosinone e “dinanzi ad un quadro così evidente, riconosce la tenuità dei fatti, irrogando una sanzione non congruente ad avviso del Collegio”, evidenziando anche il fatto che, vista l’importanza della partita, “il rigore sanzionatorio doveva e deve essere ancor più stringente” ma il Collegio ha anche affermato che “le sanzioni da applicare non possono essere infitte su situazioni già cristallizzate, ma debbono essere scontate ed inflitte nella stagione corrente”, ovvero ci sarà un inasprimento della pena per il club ciociaro ma le sanzioni verranno comunque comminate nella stagione corrente, escludendo definitivamente le possibilità di vittoria a tavolino e di non omologazione del risultato.
Da ciò si evince che sarebbe in arrivo una sanzione più aspra e un aumento delle giornate di squalifica dello stadio “Benito Stirpe” di Frosinone mentre per il Palermo si consumerebbe l’ennesima beffa anche se la Società di Viale del Fante non si rassegna diffondendo una nota: “Nella giornata di ieri il Collegio di Garanzia del CONI ha emesso il provvedimento integrale relativo ai fatti occorsi durante la finale di ritorno dei play off della Serie B 2017-2018, disputata tra l’U.S. Città di Palermo ed il Frosinone Calcio.
Il Collegio ha annullato le decisioni della Corte Sportiva di Appello, rinviando il procedimento al medesimo organo in diversa composizione, affinché quest’ultima irroghi la sanzione corretta e coerente con le norme esistenti e nel rispetto del principio di valorizzazione del merito sportivo che si conquista sul campo.
In particolare, i principi di diritto ai quali la Corte dovrà uniformarsi sono:
– la gravità dei fatti accertati deve essere sanzionata ai sensi dell’art. 17 cgs FIGC, con la perdita della gara o con la penalizzazione di punti in classifica, specificando che quest’ultima sanzione, considerata l’importanza della partita in questione, deve essere ulteriormente aggravata rispetto a quanto stabilito dalla norma stessa;
– le immagini televisive sono sempre acquisibili dal giudice sportivo non essendo tassativa l’elencazione dei casi inserita nell’art. 35 cgs FIGC;
– i termini stabiliti dall’ordinamento sportivo sono perentori e devono essere osservati anche dagli Organi della giustizia sportiva, con la conseguenza che i giudici federali hanno violato anche le norme sui termini per l’emissione dei provvedimenti.
La Società sta valutando le opportune iniziative da assumere affinché i principi enunciati dal Collegio trovino immediata risposta per l’efficace ed effettiva tutela dei propri interessi”.
In sintesi, dalla nota in questione si evince che il patron rosanero chiederà la riammissione in Serie A. Se ci sarà la volontà di rimediare ad un presunto errore da parte degli organi competenti il Palermo potrebbe recuperare le partite con Atalanta, Lazio e Bologna in A e il Frosinone contro Salernitana e Cremonese in B. Il club rosanero è pronto a chiedere alla FIGC il blocco dei campionati oltre che una richiesta di danni. Su questa vicenda si registra l’assordante silenzio del mondo politico, in primis del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che sembra “distratto” da altre cose, forse sottovalutando l’importanza delle positive ricadute socioeconomiche di una squadra in serie A.
Alcuni tifosi rosanero temono che si stia profilando un altro smacco dopo quello del lontano 8 settembre del 1986, anno in cui il Palermo fu radiato dalla FIGC (guidata dal presidente Antonio Matarrese) per un debito di quasi 500 milioni di lire (negli anni successivi fino ai nostri giorni altre società con debiti di gran lunga maggiori l’hanno fatta franca evitando il fallimento) e fu escluso da tutti i quadri federali. La società venne dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo il 18 settembre 1986 e il club, quindi, scomparve. Indiscrezioni dell’epoca vogliono che all’interno della Lega Calcio l’unico che si oppose al fallimento del Palermo sia stato il presidente del Lecce Franco Jurlano, da questo fatto, in seguito, sarebbe nato il gemellaggio tra le due tifoserie.