In Sicilia cambia il sistema di raccolta dei rifiuti

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Migliorare la raccolta differenziata per consentire ai Comuni di poter far risparmiare direttamente i cittadini virtuosi. Lo prevedono due delibere approvate dal governo regionale che consentiranno di avviare progetti sperimentali, da un lato con la Conferenza episcopale siciliana e, dall’altro, con enti e soggetti, come quelli legati alla Grande distribuzione, che si propongono di diminuire l’impatto ambientale degli imballaggi di plastica.
In particolare, l’accordo con la Cesi, la Conferenza episcopale siciliana, riguarda il progetto ‘Opifici di pace’, un sistema grazie al quale le parrocchie potranno diventare direttamente centri di raccolta di rifiuti differenziati (plastica, carta, vetro) e potranno certificare le quantità conferite dai cittadini per poter usufruire di riduzioni sulle tariffe comunali di raccolta.
Il secondo protocollo è quello che potrà consentire ai cittadini di conferire bottiglie di plastica e altri imballaggi nei grandi magazzini o in centri appositi, a fronte di sconti, non solo sulla tariffa per i rifiuti, ma anche sulla spesa.
«La complessità del sistema dei rifiuti in Sicilia – spiega il presidente della Regione Nello Musumeci – non può essere cambiato da un giorno all’altro. Ci vorrà un po’ di tempo. Lo stiamo modificando anche grazie ad accordi come questi, che mirano a una maggiore sostenibilità ambientale e a un contributo diretto dei cittadini. La differenziata si trasforma così non solo in un dovere, ma anche in una forma diretta di risparmio. I sindaci debbono sapere che siamo dalla loro parte, quando si vogliono osservare leggi, regole e buone pratiche».
Una volta siglati i protocolli, gli enti locali avranno il compito di studiare le formule attuative e gli accordi, sia con le parrocchie locali che con i centri di Grande distribuzione o i soggetti che vorranno supportare le iniziative di tutela ambientale.
«Nostro compito – aggiunge l’assessore all’Energia, Alberto Pierobon – sarà adesso quello di spingere al massimo affinché questi atti di indirizzo possano essere recepiti dai Comuni e diventare presto una realtà del territorio siciliano, al pari di altre città europee».

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