Rifiuti, M5S: comuni siciliani a rischio commissariamento. Orlando: “Ricorso contro l’ordinanza che aiuta la speculazione”

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Lungomare di Barcarello (archivio)

I comuni siciliani potrebbero essere commissariati già a fine mese. Lo prevede l’articolo 3 dell’ordinanza sul ricorso temporaneo a forme speciali di gestioni dei rifiuti, emanata dal commissario per l’Emergenza e presidente della Regione Nello Musumeci il 7 giugno scorso. La norma, infatti, impone ai 390 enti locali dell’Isola l’obbligo di trasmettere entro il 31 luglio al Dipartimento regionale all’Acqua e rifiuti i contratti stipulati con una delle quattro società che hanno risposto all’appello della Regione sul trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia. Lo denuncia il M5S Sicilia, che punta il dito contro i ritardi e il mancato rispetto del cronoprogramma stilato dal Governo e le scelte dell’esecutivo per tamponare l’emergenza in Sicilia, dove le discariche sono sature, i rifiuti giacciono per le strade, i sindaci sono disperati e non sanno dove conferire la spazzatura per l’assenza di impianti di trattamento, in piena stagione estiva. “La mancata trasmissione in caso del contratto o del provvedimento – si legge al comma sette dell’articolo 3 dell’ordinanza –  di cui al comma precedente (che fissa il termine del 31 luglio, ndr) costituisce grave violazione e comporta l’avvio dell’intervento sostitutivo del Comune omissivo e l’attivazione delle procedure di decadenza degli organi comunali”.  All’appello della Regione per il trasferimento dei rifiuti fuori dall’Isola, scaduto lo scorso 1 giugno, infatti, hanno risposto appena 4 società, ma l’esito è stato reso noto, con oltre un mese di ritardo, solo la scorsa settimana: il 6 luglio. Non solo, l’avviso di manifestazione di interesse pubblicato sul sito della Regione con i nomi delle società di disposte a trasferire i rifiuti siciliani altrove non contiene né indicazioni sui costi di conferimento per tonnellata in media gli enti locali dovranno pagare alle società, né la destinazione. Nel frattempo ai comuni vengono concesse appena due settimane per procedere alla stipula dei contratti e inviare i plichi alla Regione. La soluzione tampone ideata da Musumeci, dopo il conferimento di poteri speciali sui rifiuti da parte del governo Gentiloni, non consentirà di far fronte alle esigenze della Sicilia. Le quattro società, infatti, saranno in grado di portare fuori dalla Sicilia appena 180 mila tonnellate di rifiuti all’anno, neppure la metà del fabbisogno, pari a 500 mila tonnellate, stimato dal Governo per uscire dal caos. “A questo si aggiunga – dice il deputato regionale del M5S Giampiero Trizzino – l’assenza di informazioni sui costi di trasporto per tonnellate di rifiuti da conferire né tanto meno la destinazione. Potrebbero essere portati ovunque alla faccia della trasparenza. Non solo, ci chiediamo – osserva – come faranno i sindaci in 15 giorni a stipulare contratti con le quattro aziende, pronte a farsi carico del trasporto, e se le medesime saranno in grado di assolvere le richieste di 390 enti locali, specie in un periodo, quello estivo, in cui fra l’altro aumenta fisiologicamente la produzione dei rifiuti nell’Isola per la presenza di turisti”. “Da gennaio – aggiungono – ripetiamo come un mantra che questo modus operandi del Governo non avrebbe scongiurato il caos. E Musumeci ne era consapevole. Già allora affermava che in estate sarebbe scoppiata l’ennesima emergenza con le discariche al collasso”. “Siamo stati ignorati, quando chiedevamo di portare in commissione, già a marzo, il piano stralcio dei rifiuti. Ma la maggioranza evidentemente era più interessata alla campagna elettorale e a capire chi dovesse sedere sulla poltrona lasciata vacante da Figuccia che a lavorare per i siciliani”. “Il risultato del valzer delle poltrone – conclude – è che i sindaci sono disperati, perché non sanno dove portare i rifiuti dal momento che gli impianti di trattamento e di compostaggio non esistono”.
Rincara la dose Giancarlo Cancelleri. “Non è più il momento di restare a guardare – chiosa il vicepresidente dell’Ars – la Sicilia rischia di avere l’ennesimo danno di immagine in piena stagione estiva che le sarebbe fatale, senza considerare i problemi di natura sanitaria e ambientale che questa situazione comporta. Chiederemo un incontro al ministro dell’Ambiente Sergio Costa per verificare l’opportunità di revocare i poteri di commissario speciale per l’emergenza rifiuti al presidente della Regione Nello Musumeci, in caso di inadempimento, e di valutare la possibilità, vista l’incapacità del Governo di risolvere il problema di inviare l’esercito per ripulire le città invase dai rifiuti”.

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“In materia di rifiuti – tuona il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – il Governo regionale rischia di essere governato, come sono stati governati i suoi predecessori negli ultimi vent’anni, da una struttura burocratica che ha da un lato favorito interessi speculativi più volte posti all’attenzione dell’Autorità giudiziaria e dall’altro causato gli enormi e gravi disservizi di cui sono stati e sono vittime i cittadini”.

“Oltre a questo elemento prettamente politico – continua Orlando – non posso non ricordare che all’indomani dell’insediamento della struttura commissariale ho fornito per quanto riguarda la città di Palermo un dettagliato elenco di interventi e provvedimenti, di esclusiva competenza di quella struttura, che erano allora urgenti e possibili e sono oggi urgentissimi e necessari. Basta ricordare che ad oggi la Regione non ha neanche risposto a tale nota, perché sia chiaro a tutti come la struttura commissariale sia fortemente indirizzata a tutelare e garantire gli interessi speculativi dei privati.  Lo conferma il DDL regionale, in cui chiaramente emerge la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti privilegiando l’affidamenti ad un sistema privatistico contaminato e che, sulle spalle dei siciliani, potrà lucrare sempre di più, puntando alle città metropolitane e su Palermo dove l’esistenza di una partecipata interamente a capitale pubblico ha fino ad oggi escluso interessi speculativi dalla gestione dei rifiuti”.
“Sia l’Anci sia diverse amministrazioni comunali stanno ricorrendo contro la folle ordinanza emanata dalla struttura commissariale. Una ordinanza che oltre ad essere sbagliata nel merito contiene diversi profili di illegittimità nel merito: basti pensare al fatto che viene chiesto ai Comuni di procedere in soli 15 giorni, in evidente violazione della normativa sugli appalti e quella anticorruzione, alla stipula di contratti per milioni di euro in un quadro del tutto incerto e poco trasparente per quanto riguarda modalità, tempi e costi di smaltimento dei rifiuti. Se proprio si vuole procedere su questa folle strada – conclude Orlando –  che lo faccia la struttura del Commissario, assumendosene tutte le responsabilità”.

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