Scuola, la penalizzazione degli organici in Sicilia preoccupa il governo regionale
Il grido di allarme lanciato dalla Cgil, riguardante la limitata assegnazione alla Sicilia di nuovi posti per gli organici della scuola, preoccupa il governo regionale sia in ordine alle asfittiche opportunità di rilancio e potenziamento del sistema educativo nell’Isola, quanto in relazione alle irrisolte attese dei docenti siciliani che, operando al Nord da alcuni anni, riponevano nella programmazione annuale del Miur concrete prospettive di rientro in sede.
Sorprende come, a fronte di un totale nazionale di 3.530 posti disponibili, solo 117 siano stati riservati alla Sicilia che, nonostante il riconosciuto il perdurante calo demografico, necessita comunque di interventi atti a colmare i ritardi esistenti nei confronti del sistema nazionale dell’istruzione scolastica. Si fa riferimento, in particolare, all’esigenza di crescita del tempo pieno, praticamente inesistente in Sicilia, di incremento delle azioni di potenziamento finalizzate all’interdizione del grave fenomeno della dispersione scolastica e di necessario rafforzamento delle attività relative alla scuola materna e dell’infanzia, alla quale sono state attribuite solo 92 nuove risorse.
Nel merito della questione, interviene il presidente Nello Musumeci: “La qualità dell’istruzione scolastica è di fondamentale importanza. Per tale ragione, ancorché non direttamente competente in materia di dimensionamento degli organici della scuola, la Regione Siciliana intende aprire un costruttivo dialogo con il governo nazionale, appena quest’ultimo sarà costituito, per condividere scelte e percorsi che, responsabilizzando Stato e Regione, possano consentire di raggiungere obiettivi di reale miglioramento del sistema scolastico siciliano, venendo anche incontro alle differenziate e comprensibili esigenze di tanti docenti”.
Al presidente della Regione, si unisce la dichiarazione dell’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla: “Pur prendendo atto del progressivo calo di iscrizioni nelle scuole dell’Isola, dovuto allo sfavorevole indice di natalità, occorre osservare come i disequilibri esistenti tra il Nord e il Sud del Paese non potranno essere corretti se non a fronte di interventi coraggiosi, anche in termini di investimenti, con l’obiettivo di contenere, attraverso l’allungamento del tempo scuola, il drammatico fenomeno della dispersione scolastica che, particolarmente elevato in Sicilia (oltre il 25%), pregiudica le potenzialità di crescita delle giovani generazioni e mina le basi dell’auspicato processo di sviluppo della Regione”.
Il governo regionale auspica altresì che, in relazione all’esigenza di una copertura stabile di alcune migliaia di posti di sostegno, rimasti vacanti in organico, si possa raggiungere con il Miur un’efficace ed equilibrata intesa, capace di garantire qualificata risposta all’utenza e il soddisfacimento delle aspettative di molti docenti precari o fuori sede.