E’ Nello Musumeci il quarto presidente della Regione siciliana eletto direttamente dagli elettori
Nello Musumeci, è il quarto presidente della Regione siciliana eletto direttamente dagli elettori. Cinque anni fa, penalizzato da un centrodestra diviso, è stato sconfitto da Rosario Crocetta. La storia rischiava di ripetersi. All’inizio quasi nessuno voleva candidare Musumeci. Tra quelli che hanno creduto in lui, all’inizio della campagna elettorale, sono stati Alessandro Aricò e Giusy Savarino. Ora che ha vinto, tutti se lo contendono ma questo fa parte del gioco. “Sono felice di avere ricevuto il consenso di un ruolo di grande responsabilità – ha detto Musumeci -. Voglio essere e sarò il presidente di tutti i siciliani, di chi mi ha votato e di chi legittimamente ha ritenuto di votare altri candidati. Credo che il primo compito che dobbiamo assolvere è di recuperare oltre il 50 per cento dei siciliani che non ha votato”.
In politica contano i numeri e il candidato che è riuscito a ricompattare il centrodestra, ha ottenuto il 40% delle preferenze. Alle sue spalle il candidato del M5s Giancarlo Cancelleri col 34,6% che quindi viene eletto all’Assemblea regionale siciliana. Solo terzo, a distanza, il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, appoggiato da Pd e Alfano, con il 18,5%, Claudio Fava esponente della sinistra sostenuto da Mdp, Prc, Possibile e Verdi con il 6,2% e Roberto La Rosa del Movimento Siciliani Liberi, con lo 0,7%. L’affluenza in queste elezioni è stata del 46,75% (2.179.122 votanti su 4.661.111), alle regionali del 2012 era stata del 47,41 %. A vincere la sfida, come si registra da tempo, è ancora il partito del non voto (più pronunciato si è manifestato l’astensionismo nei piccoli comuni, maggiore partecipazione, invece, in quelli capoluogo). Da un’analisi del voto viene fuori che i 5 Stelle sono il primo partito con il 26,6%, con dieci punti in più su Forza Italia, seconda classificata con il 16,4%. Terzo il Pd con il 13%. La percentuale è la stessa del 2012 (quando vinse Rosario Crocetta). Esordisce all’Assemblea regionale siciliana la lista Fratelli d’Italia-Noi con Salvini, che ha ottenuto il 5,2%, sparisce Ap di Alfano che ha racimolato un modesto 4,1%. Infine, Mdp con la lista Cento passi (5,3%) che ha raggruppato tutte le sinistre, a sinistra del Pd, rientra all’Ars dopo 15 anni.
Una variabile che ha caratterizzato queste lezioni è stato il voto disgiunto. Incrociando i dati dei candidati governatori e quelli di lista risulta che Micari (candidato del Pd), prende il 7% in meno dei voti delle liste a lui collegate, mentre Cancelleri prende l’8% in più dei voti del M5S. In sintesi, votare Micari non era considerato un “voto utile”. Da qui, la scelta è andata sul grillino per arginare la destra. Fenomeno trascurabile, invece, per Musumeci (due punti in meno delle sue liste di centrodestra) e per Fava (un punto in più rispetto ai Cento passi).
Sono 36 i deputati che sono stati confermati all’Assemblea regionale siciliana, mentre gli “esordienti” sono 32, (più i 2 ritorni di Alessandro Aricò e Cateno De Luca. Gran parte dei volti nuovi si trova tra i pentastellati, la metà dei 20 deputati, e tra le fila di Forza Italia, 6 su 12. Le donne rimangono 14, ma in proporzione risultano in numero maggiore in quanto la nuova legislatura è formata da 70 deputati e non più da 90.
E si comincia, anche se sottotraccia, a discutere della presidenza dell’Assemblea regionale. Secondo alcuni rumors, c’è chi nel centrodestra mette in dubbio la candidatura del commissario regionale azzurro Gianfranco Miccichè a guidare il Parlamento.
Ecco i nomi dei deputati eletti all’Assemblea regionale siciliana.
Forza Italia (14 seggi – 12 con la quota proporzionale, due con il listino): Giuseppe Milazzo (9.889), Gianfranco Miccichè (7.588), Marianna Caronia (6.370), Riccardo Savona (6.554), Riccardo Gallo Afflitto (7.337), Giuseppe Federico (5.437), Alfio Papale (10.159), Marco Falcone (12.045), Luigi Genovese (17.359), Tommaso Calderone (13.517), Orazio Ragusa (5.315), Rossana Cannata (6.836) e Stefano Pellegrino (7.640).
#DiventeràBellissima (6 seggi – Nello Musumeci, Giusy Savarino con il listino e quattro con il proporzionale) Alessandro Aricò (9.046), Giuseppe Zitelli (6.221), Giorgio Assenza (6.881) e Giuseppe Galluzzo (5.365).
Popolari e autonomisti (5 con il proporzionale e Giovanni Di Mauro con il listino): Roberto Lagalla (8.170) e Toto Cordaro (8.170), Carmelo Pullara (9.871), Giuseppe Compagnone (5.656) e Pippo Gennuso (6.557).
Udc: (cinque con il proporzionale e Mimmo Turano con il listino) Vincenzo Figuccia (9.281), Margherita La Rocca Ruvolo (5.129), Giovanni Bulla (5.189), Cateno De Luca (5.418), Eleonora Lo Curto (2.178).
FdI-Noi con Salvini (4 seggi – 3 col proporzionale ed Elvira Amata col listino), Tony Rizzotto (4.011), Carmelo Nicotra (5.149) e Antonio Catalfamo (4.238).
All’opposizione M5S con 20 seggi (incluso Giancarlo Cancelleri, migliore sconfitto): Giampiero Trizzino 9168, Salvatore Siragusa 6141, Luigi Sunseri 5.258, Roberta Schillaci 4.241, Angela Foti 11.593, Gianina Ciancio 10.584, Gaetano Nicolosi 3.347, Cristiano Anastasi 3.127, Matteo Mangiacavallo 14.973, Giovanni Di Caro 5.987, Nunzio Di Paola 4.724, Elena Pagana 8.110, Valentina Zafarana 8.140, Antonino De Luca 6.959, Stefania Campo 6.214, Stefano Zito 18.008, Giorgio Pasqua 5.439, Sergio Tancredi 8.013, Valentina Palmeri 7.801.
Pd con 11: Giuseppe Lupo (9.551), Antonello Cracolici (7.560), Luca Sammartino (32.492), Anthony Barbagallo (14.228), Michele Catanzaro (6.409), Giuseppe Arancio (3993), Luisa Lantieri (7.825), Francesco De Domenico (11.224), Nello Dipasquale (5.972), Giovanni Cafeo (7.404), Baldo Gucciardi (10.891).
Sicilia futura 2 seggi: Edy Tamajo (13.984) e Nicola D’Agostino (10.909) e Claudio Fava (4.582).