Fondi europei, “Agenda digitale” al centro dell’incontro territoriale di Palermo

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L’Obiettivo tematico 2 “Agenda Digitale” è stato il tema del quinto incontro territoriale del Po Fesr Sicilia 2014-2020, che ha già fatto tappa a Catania, Agrigento, Siracusa e Messina. Sono state illustrate alcune azioni del Programma operativo il cui obiettivo è estendere la diffusione della banda larga e delle reti ad alta velocità, sviluppare i prodotti e i servizi delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e il commercio elettronico, e rafforzare le applicazioni delle TIC per l’e-government, l’e-learning, l’e-inclusion, l’e-culture e l’e-health.

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 I lavori della prima parte della mattinata sono stati dedicati alla presentazione delle iniziative connesse all’Agenda Digitale.

Alessandro Baccei, assessore regionale all’Economia, ha sottolineato che in Sicilia occorre fare dell’Agenda digitale un motore di sviluppo per le imprese e un facilitatore della vita per i cittadini.  “Le imprese beneficeranno dell’attivazione di procedimenti dematerializzati e quindi trasparenti – ha detto Baccei – che consentiranno di seguire l’andamento delle pratiche e allo stesso tempo garantiranno quella trasparenza nell’avvio dell’attività di nuove aziende che ci aiuterà a invogliare le imprese a investire in Sicilia. Naturalmente anche il turismo si avvantaggerà dell’innovazione tecnologica. Infatti abbiamo firmato un protocollo di intesa sul wi-fi pubblico: presto con un’app ci si potrà loggare una prima volta e poi si sarà connessi sempre sull’intero territorio siciliano”.

L’assessore ha annunciato, poi, che entro il 2020 tutto il territorio siciliano sarà coperto dalla banda ultra larga: i gestori privati copriranno circa il 36%, mentre il restante 64% sarà arriverà da investimenti pubblici. “L’Agenda digitale è una grande possibilità ma anche una grande sfida per tutti – ha continuato Baccei – perché dovremo cambiare mentalità, i medici come gli insegnanti, che dovranno imparare a fare lezione in questo modo diverso. Le sfide saranno molteplici: in Italia ci sono oltre diecimila Centri elaborazione dati (Ced), che dovranno essere ridotti, ma la Sicilia non può non avere un polo strategico nazionale che sarà il Ced del territorio, in cui confluiranno i server dell’amministrazione regionale, delle partecipate e di tutti i soggetti pubblici. A questa sfida – ha concluso l’assessore all’Economia – dobbiamo prepararci tutti insieme, facendo sistema; un sistema di cui la Regione dovrà essere il centro con enti locali, sanità, università”.

La Strategia nazionale della Crescita digitale e il ruolo delle Regioni sono stati illustrati da Antonio Samaritani, direttore dell’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale): “Il Piano triennale definisce i criteri di interoperabilità e i principi generali di Cyber Security cui le Amministrazioni pubbliche devono adeguarsi, abilita una strategia di Paese a livello locale e nazionale e facilita il rapporto con il mercato definendo priorità e standard di riferimento. L’Agid – ha aggiunto – si sta dotando di struttura, tra cui account manager che siano interfaccia con le Regioni, in modo da tarare il piano triennale sulle esigenze dei territori”.

Le Azioni del Po Fesr Sicilia 2014-2020 dedicate all’Agenda digitale sono state illustrate da Lucia Di Fatta, dirigente dell’ufficio Coordinamento sistemi informativi regionali. In particolare, la 2.1.1 – Banda ultra larga (Bul), che ha una dotazione di oltre 231 milioni 683mila euro, realizzerà infrastrutture in banda ultra larga, coprendo il 39% delle unità immobiliari distribuite su 142 comuni con reti abilitanti una velocità di 30Mbit/s (target di spesa entro fine 2018 di 70.764.467 euro) e oltre 625mila altre unità immobiliari, di cui il 13% con reti abilitanti una velocità di 100Mbit/s (target 2018 di 50.860.290 euro).

La 2.2.1 – E-health, la cui dotazione è di 13,3 milioni di euro, a fine 2018 utilizzerà due milioni e mezzo per l’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico e della Cartella clinica informatizzata interoperabile e altrettanti per i Sistemi informativi sanitari a carattere regionale (evoluzione del 118) e dell’organizzazione sanitaria (evoluzione CUP, gestione amministrativa, reti di patologia, reti tempo dipendenti). L’Azione 2.2.1 – Dematerializzazione / E-government, poi, con una dotazione di 18,8 milioni di euro, avvierà la dematerializzazione dei procedimenti amministrativi a partire da quelli della Regione siciliana (target di spesa 2018 di due milioni di euro) e il Portale regionale, insieme all’interazione con i progetti nazionali (target di spesa di tre milioni per lo stesso periodo).

Le Azioni 2.2.3 – Interoperabilità e 2.2.1 E-culture finanzieranno banche dati e digitalizzazione di biblioteche, emeroteche e archivi, rispettivamente con dotazioni di dieci milioni e nove milioni di euro.

Infine, ancora entro il 2018, l’Azione 2.2.3 Cloud computing, con una dotazione di 14,9 milioni di euro, finanzierà la razionalizzazione dei CED/Cloud computing per le Pubbliche amministrazioni regionali (con un target di spesa di cinque milioni di euro), mentre l’Azione 2.3.1 – Wi-Fi pubblico, la cui dotazione ammonta a oltre cinque milioni 335 mila euro, favorirà la diffusione di Wi Fi in piazze telematiche per favorire la nascita di aree pubbliche di co-working e nelle località a vocazione turistica culturale (target 2018 l’intera dotazione).

Massimo Casciello, direttore dei Sistemi informativi del Ministero della Salute, ha sottolineato come il digitale in campo sanitario sia più una necessità che un’opportunità. “Ciascuna regione fin qui ha lavorato con i propri tempi, ma adesso il Ministero sta muovendosi nella direzione di omologare i servizi, a partire dal Fascicolo sanitario elettronico”.

Al centro della seconda parte dei lavori sono stati invece “I protagonisti del cambiamento digitale”. Giuseppe Russello, rappresentante di Sicindustria, ha precisato: “L’Agenda digitale ci vede molto attenti alle opportunità interessanti offerte. Ci chiediamo quale attenzione sia prevista per le 63 aree industriali siciliane. Oggi in Sicilia, grazie alle tecnologie, è più facile fare impresa, ma c’è necessità di infrastrutture per le industrie, soprattutto quelle manifatturiere”.

Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo, ha parlato di un ateneo in evoluzione: “L’università modifica spesso l’offerta formativa, cercando di rispondere alle mutate esigenze del territorio, creando anche dei corsi specifici, più aderenti all’innovazione tecnologica, come il prossimo corso di Ingegneria dell’Innovazione per le Imprese Digitali. Siamo chiamati a formare dei giovani che siano liberi di scegliere di rimanere a lavorare in Sicilia. In più, cerchiamo di migliorare la vita dei nostri studenti, eliminando la carta dagli aspetti burocratici in favore dei sistemi informatici e mettendo anche online alcune delle lezioni. Sono convinto – ha concluso il rettore – che non può esistere un’università al passo con i tempi in un territorio lento e che eliminare il digital divide serve ad eliminare molti altri gap. La logica del sistema è quella che ci può dare i migliori risultati”.

Mario Alvano, segretario generale Anci, ha messo in luce come “dei 392 comuni siciliani la maggior parte sono piccoli, con le difficoltà, anche digitali, che possiamo immaginare. Il ruolo dei comuni è quello di facilitatore, per esempio nei confronti degli anziani, che più hanno bisogno del digitale, ma che più ne sono distanti. Ma non è facile, in quanto il procedimento amministrativo di per sé è complesso e ancora di più lo è informatizzare i servizi: è il digitale di cui non si parla”.

Maria Lo Bello, assessore regionale alle Attività produttive, ha fatto notare come “la parola agenda porta con sé il senso dell’agire, del dover fare. E obiettivo di Agenda digitale – ha aggiunto – è fare in modo di accorciare le distanze, attraverso l’eliminazione della mano dell’uomo e della carta, semplificando tutte le procedure. Obiettivo delle imprese è accrescere il fatturato, espandere il proprio mercato e in questo momento straordinario i fondi europei ci offrono innumerevoli possibilità. Grazie ad Agenda digitale – ha concluso la Lo Bello – ci confronteremo con strumenti che dialogheranno tra loro per impedire, ad esempio, che accada ancora che lasciare in macchina un bambino possa avere conseguenze nefaste”.

Per il presidente della Regione Rosario Crocetta, è meritoria la scelta dell’Amministrazione regionale di rendere partecipato il dibattito sulla programmazione europea, attraverso gli incontri territoriali, percorso che proseguirà nelle prossime settimane. Quanto al tema del giorno, il presidente ha dichiarato: “L’informatizzazione dei dati è la strada maestra, che risolverà il problema della duplicazione dei dati all’interno delle diverse amministrazioni. Il primo problema che ci dobbiamo porre è la standardizzazione dei sistemi. In campo sanitario, per esempio, è evidente che tutti i medici di base dispongono di una cartella clinica, ma non necessariamente tutte sono informatizzate o lo sono allo steso modo, quindi abbiamo urgenza di istituire una cartella informatizzata dalle caratteristiche identiche su tutto il territorio. Tema importante – ha aggiunto Crocetta – è quello della sicurezza, sia dei dati che delle procedure che, se non curato a dovere, metterebbe a rischio i nostri sforzi di informatizzazione. Non possiamo, cioè, avere un’informatizzazione anarchica, ma ci occorre un livello avanzato di questa che ci metta al riparo da rischi. Agenda digitale – ha concluso il presidente della Regione – è una sfida siciliana che vinceremo perché disponiamo delle intelligenze necessarie, non solo nelle università, e avremo nel nostro futuro realtà oggi quasi impensabili come il telelavoro”.

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