UNESCO: Primo sì alla cucina italiana come patrimonio dell’umanità. AIFO: “L’olio è il filo d’oro che unisce tradizione, qualità e identità”
La candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità ha ottenuto il primo via libera tecnico dell’UNESCO, un riconoscimento che conferma quanto il modello alimentare italiano, fondato su qualità, identità territoriale e saperi artigianali, rappresenti un valore universale da tutelare e tramandare.
La decisione finale sarà presa dal Comitato intergovernativo riunito a dicembre a Nuova Delhi, ma l’esito positivo della valutazione tecnica segna già un traguardo storico. La cucina italiana non è solo un insieme di ricette, ma un sistema culturale che racconta la biodiversità del Paese, il legame tra persone e territorio e l’arte di trasformare la materia prima in eccellenza.
In questo patrimonio comune, l’olio extravergine d’oliva occupa un posto d’onore: è il simbolo stesso della Dieta Mediterranea, della sostenibilità e della qualità che caratterizzano la nostra cultura alimentare. È anche il risultato concreto di un lavoro quotidiano che unisce tradizione, innovazione e ricerca, valori che AIFO – Associazione Italiana Frantoi Oleari e Italia Olivicola promuovono da anni e continuano ora attuando il Programma Operativo 2025 sostenuto dal Regolamento (UE) 2021/2115.
L’impegno delle due organizzazioni si è infatti concentrato nel tempo anche sulla tutela e valorizzazione delle produzioni DOP, IGP e biologiche, che rappresentano uno dei volti più autentici dell’olivicoltura italiana. Le certificazioni di origine e di qualità garantiscono al consumatore trasparenza, tracciabilità e caratteristiche sensoriali uniche, rafforzando l’identità dei territori e il valore del Made in Italy. L’olio certificato, frutto di disciplinari rigorosi e di processi produttivi responsabili, è oggi un ambasciatore riconosciuto della cultura gastronomica italiana nel mondo.
“Questo primo sì dell’UNESCO alla cucina italiana è una notizia che ci riempie d’orgoglio – dichiara Alberto Amoroso, presidente di AIFO – perché significa riconoscere che il nostro modo di produrre e di vivere il cibo è patrimonio dell’umanità. L’olio extravergine d’oliva ne è l’essenza più pura: un alimento che nasce dal lavoro nei campi, dall’esperienza nei frantoi e da una cultura che unisce persone, territori e generazioni. È il filo d’oro che lega il gusto italiano alla sua storia e al suo futuro”.
Il riconoscimento dell’UNESCO, anche se ancora preliminare, segna un passo decisivo nella valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e rappresenta un incoraggiamento a proseguire nel percorso di qualità, sostenibilità e identità che rende unica la nostra cucina nel mondo.

