Agricoltura: Accolta la proposta di revisione dell’Imprenditore Agricolo Professionista. Più tempo per dimostrare il requisito reddituale

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La proposta recepisce pienamente gli obiettivi dell’emendamento Nocco già presentato nelle scorse settimane e fortemente richiesto dalle associazioni di categoria

Maria Nocco (FDI)

Maria Nocco (FDI)

Il disegno di legge recante misure di semplificazione per le imprese, adottato ieri dal Consiglio dei ministri, è stato inserito l’articolo 23 che modifica il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, in materia di riconoscimento della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP). La norma prevede che per i primi cinque anni dalla presentazione dell’istanza di riconoscimento, non siano richiesti i requisiti di reddito da attività agricole previsti dal testo originario, dando così maggior tempo ai nuovi imprenditori agricoli per raggiungere la soglia reddituale necessaria.

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Si tratta di una proposta già avanzata dalla senatrice Maria Nocco (Fratelli d’Italia), componente della Commissione Bilancio del Senato, attraverso un emendamento al DL Economia, che aveva l’obiettivo di superare le difficoltà riscontrate da chi avvia un’attività agricola, in particolare nel caso di ordinamenti produttivi a lungo ciclo o in presenza di eventi climatici eccezionali.

Con questa normadichiara la senatrice Noccosi risponde a un’esigenza concreta manifestata da tanti giovani imprenditori e da chi vuole investire in agricoltura, ma si scontra con tempi tecnici di avvio dell’attività incompatibili con i limiti temporali oggi previsti per ottenere la qualifica di IAP”.

La proposta recepisce pienamente gli obiettivi dell’emendamento Nocco già presentato nelle scorse settimane e fortemente richiesto dalle associazioni di categoria. “Ringrazio il Governo e il ministro Francesco Lollobrigida per aver previsto la norma sin dal testo di partenza. Si tratta di una misura di buon sensoconclude Nocco (FdI)che non comporta nuovi oneri per la finanza pubblica ma ha un grande valore per il comparto agricolo, perché favorisce l’insediamento di nuove imprese generazionale e il presidio delle aree rurali e interne. È così che si sostiene davvero l’agricoltura italiana, offrendo strumenti concreti a chi vuole costruire il proprio futuro nella terra“.

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