Sicilia in piazza il 15 giugno per dire basta allo sfascio della Sanità

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Di Paola (M5S): “Il segno è stato superato. In arrivo pullman da tutta l’isola per imporre a Schifani di cambiare rotta”.

Conferenza stampa sanità

“Sicilia in piazza per dire no allo sfascio della sanità e per imporre a Schifani un cambiamento drastico di rotta che porti governo e maggioranza a guardare non alle ambitissime poltrone del settore ma alla domanda di assistenza dei cittadini troppo spesso disattesa, come raccontano con preoccupante frequenza le cronache dei giornali”.

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Ha aperto così Nuccio di Paola, coordinatore regionale del M5S siciliano, oggi all’Ars la conferenza stampa di presentazione della manifestazione che il prossimo 15 giugno porterà a Palermo cittadini da tutta la Sicilia, “stanchi di una sanità non più in grado di assicurare il diritto alla salute garantito dalla Costituzione, ma di fatto negato dal caos nei pronto soccorso, dalle immortali e interminabili liste d’attesa e dai continui disservizi che rimbalzano da ogni angolo dell’isola”.

Sono attesi – ha detto Di Paola – pullman da tutta l’isola. Altri cittadini arriveranno in macchina un po’ da tutte le parti. Sanno che è in gioco la propria salute e vogliono giocarsi le poche carte che hanno a disposizione per difenderla. Ce lo hanno detto a chiare lettere nel corso delle assemblee che da mesi teniamo in tutte le province. È stata  che è nata l’idea della grande manifestazione di piazza”.

Alla protesta, cui parteciperanno oltre ai deputati regionali e nazionali M5S, aderiranno anche Pd, Controcorrente, Cgil e Psi, presenti ieri alla conferenza stampa con loro rappresentanti, rispettivamente Valentina Chinnici, Ismaele La Vardera, Francesco Lucchesi, e Nino Oddo. Sarà presente anche AVS.

La manifestazione prevede il concentramento a Palermo, a piazza del Parlamento alle ore 16,30, da lì si muoverà un corteo fino a piazza Bologni, dove alle 17 è previsto il palco sul quale si alterneranno interventi dei rappresentanti delle forze politiche, di associazioni, sindacati ma anche di semplici cittadini che racconteranno esperienze e disavventure e proporranno ricette di interventi da sottoporre a Schifani.

“Da oltre un anno – ha detto Di Paola a margine – chiediamo a Schifani una seduta d’aula per parlare dei problemi della sanità. Non ci è mai stata concessa. Ne parleremo in piazza e da lì manderemo a Schifani un messaggio forte che non potrà far finta di non sentire. I cittadini non sono stupidi. Ne trarranno le conseguenze dentro la cabina elettorale. Questa manifestazione è non solo protesta, ma anche, e soprattutto, proposta: abbiamo caricato e stiamo caricando numerosi disegni di legge, come quello che prevede di affidare la gestione delle liste d’attesa ai Nas, per tamponare almeno qualche falla in questo settore disastrato in attesa che Schifani distolga lo sguardo dalle poltrone per i suoi fedelissimi e guardi finalmente ai bisogni dei cittadini”.

Dopo Di Paola hanno preso la parola La Vardera, Chinnici, Oddo e Lucchesi. Tutti hanno sottolineato l’importanza dell’appuntamento, cui hanno aderito “con grande entusiasmo e senza remore”.

La Vardera: “Oggi si registra un fatto: le opposizioni sono compatte contro un governo fallimentare, come testimoniano i fatti messi uno dietro l’altro, un governo in cui non c’è una visione di sanità oggi appannaggio di nomine utilitaristiche a discapito della salute dei siciliani”.

Chinnici: “Siamo per le alleanze sui temi, come salute, lavoro e istruzione, non su alchimie di percentuali e campi larghi e campi stretti, ma sulle cose che riguardano il rispetto dei diritti dei siciliani”.

Oddo: “La situazione della sanità è nettamente peggiorata rispetto al passato, oggi per fare il direttore sanitario basta essere il portaborse di un politico. Mi auguro che questa manifestazione rappresenti una presa di coscienza collettiva”.

Lucchesi: “In Sicilia ci sono enormi sprechi sul fronte della sanità. Mi riferisco ad esempio alle case di comunità, 150 circa in tutta l’isola, che dovrebbero cominciare a funzionare già tra qualche mese e per le quali non si sa nemmeno quale sarà il personale che dovrà andare a lavorarci”.

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