ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo: al via la Brachiterapia per il trattamento dei tumori della cervice uterina e dell’endometrio
Walter Messina “Un traguardo possibile grazie alla forza di un modello organizzativo e alle elevate professionalità aziendali”

Dall’ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo arriva una svolta nel trattamento delle seguenti neoplasie ginecologiche: tumori della cervice uterina e dell’endometrio. L’azienda palermitana, infatti, avvia il primo sistema di Brachiterapia della Sicilia occidentale per il trattamento di questi tumori (l’altro centro ad oggi è in Sicilia orientale).
La brachiterapia è una tecnica di radioterapia in cui una sorgente radioattiva è collocata all’interno del corpo del paziente nel contesto o in prossimità del tumore da trattare. Ciò è possibile grazie al posizionamento di dispositivi variamente conformati (aghi, cateteri, applicatori dedicati e applicatori personalizzati) direttamente nel tumore (tecnica interstiziale), in cavità anatomiche (tecnica endocavitaria o endoluminale), oppure posti sulla superficie corporea (tecnica a contatto). Permette, dunque, di colpire le cellule tumorali con radiazioni emesse da sorgenti radioattive posizionate all’interno del corpo. Il sistema di Brachiterapia dell’azienda ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo rappresenta l’unica apparecchiatura dedicata a questo tipo di trattamenti in Sicilia occidentale, configurandosi come un elemento strategico anche per il Gruppo Oncologico Multidisciplinare (GOM) e, quindi, anche un repere importante per quei centri di radioterapia pubblici e privati del territorio che seguono pazienti candidabili a tale metodica radioterapica. La Brachiterapia avviata dall’azienda palermitana al momento è una prestazione assistenziale erogabile solo per il trattamento delle due citate neoplasie ginecologiche, auspicando un’estensione futura per la cura di tutte le neoplasie candidabili a codesta metodica. “Si tratta comunque di una svolta importante almeno per l’area della Sicilia occidentale – commenta il medico radio-oncologo Giuseppe Ferrera, referente del progetto di brachiterapia aziendale e responsabile dell’impianto radiologico della U.O.C. (Unità Operativa Complessa ) di Radioterapia Oncologica, diretta dal dr. Domenico Messana in qualità di responsabile FF – ed è un risultato frutto di un percorso laborioso anche sul fronte dell’iter burocratico”. “Rappresenta infatti – precisa Ferrera – la concretizzazione di un Progetto Obiettivo 6.9 dal titolo “Implementazione del trattamento di Brachiterapia” ( che ha già incassato in fase di partenza nelle scorse settimane un primo successo nel trattamento di un caso di brachiterapia endocavitaria endovaginale su una paziente affetta da carcinoma squamoso della cupola vaginale ) e che ha origine dall’assegnazione di un finanziamento previsto dal Piano Sanitario Nazionale 2017, nell’ambito della linea progettuale 6 “Reti Oncologiche”, fino ad arrivare all’attualità odierna, che oggi trasforma un’idea in una realtà al servizio degli utenti”. “Il tutto – racconta Ferrera – grazie ad un percorso che ha visto molti step: dall’iter di fornitura del sistema di Brachiterapia e relativa procedura di gara (delibera n. 1781 del 22/12/2022), ad una modifica ulteriore (delibera n. 839 del 19/05/2023) e nuova relativa procedura di gara negoziata per la fornitura del sistema, aggiudicata ai sensi del D.Lgs. 50/2016 (codice Appalti) e in ultimo un ulteriore passaggio di valutazione tecnica ed economica, definito il quale il sistema è stato aggiudicato con delibera n. 68 del 17/01/2024. Aspetti che hanno visto l’impegno di una Commissione costituita ad hoc secondo normativa vigente, presieduta dalla dott.ssa Giuseppina lacoviello, responsabile dell’U.O.C. di Fisica Sanitaria, che ha presieduto alla pianificazione e verifica degli standard fisici e dosimetrici del sistema, assicurando un supporto cruciale sia nella fase di valutazione tecnica delle varie offerte sia in quella di implementazione clinica. Il suo contributo, nonché quello dei dirigenti Fisici dedicati, è stato strategico. Il tutto naturalmente ha incluso anche le opportune fasi di installazione del sistema e relativo collaudo”. L’attività clinica è stata avviata sotto la supervisione del medico radio-oncologo Salvatore D’Alessandro, che vanta un’esperienza professionale ed una competenza specifica su questa metodica ed, infatti, proprio con questo obiettivo è stato acquisito nel team di ARNAS di Palermo, dopo un percorso professionale trascorso in altra Regione del Nord Italia. Oggi insieme alla dottoressa Daniela Cespuglio, altro medico radio-oncologo, rappresentano il personale specificatamente dedicato alle attività cliniche obiettivo del progetto con l’auspicio che si possa perfezionare sempre di più questo percorso fino all’estensione di tale prestazione sanitaria alla cura di tutte le tipologie tumorali candidabili a questa specifica metodica.
Aspetti clinici e vantaggi della brachiterapia
“Grazie a questa tecnica – spiega Salvatore D’Alessandro – possiamo offrire un’opzione terapeutica alla cura dei tumori ginecologici, quali il cancro della cervice e dell’endometrio che ad ora sono quelli per cui l’azienda ha avviato tale attività, nei casi naturalmente selezionabili per questo specifico trattamento. La Brachiterapia può avere una ratio curativa complementare, associata quindi a radioterapia a fasci esterni o radio-chemioterapia come nei casi di tumori della cervice uterina localmente avanzati; curativa esclusiva in casi selezionati, o adiuvante dopo un intervento chirurgico”. La tipologia di Brachiterapia utilizzata in ARNAS per questi tumori è quella cd. HDR (ad alto rateo di dose), ovvero effettuata mediante un’apparecchiatura e dispositivi dedicati che consentono ad una sorgente radioattiva di Iridio192 di raggiungere le strette vicinanze del tumore, erogando radiazioni, e che dopo il trattamento NON rimane all’interno del corpo”. “La brachiterapia è – continua D’Alessandro – un elemento cardine e insostituibile nel trattamento curativo delle neoplasie cervicali rappresentato da radioterapia a fasci esterni (external beam radiation therapy, EBRT) , in associazione o meno, alla chemioterapia e sovradosaggio mediante brachiterapia sull’asse utero-vaginale, appunto. Nel caso di tumori dell’endometrio, invece, è utilizzata maggiormente con finalità adiuvante, quindi dopo un intervento chirurgico. Il vantaggio principale è che, poiché la fonte di radiazione si trova in prossimità del tumore, è possibile erogare un’elevata dose di radiazioni al tumore stesso, con il massimo risparmio degli organi circostanti, riducendo il rischio di esporre oltremodo a radiazione, ovvero di danneggiare, anche i tessuti sani. Inoltre, in tutti i casi di neoplasia in cui è prevista, ad esempio, l’associazione di un trattamento di radioterapia a fasci esterni, seguito da un sovradosaggio di brachiterapia, la disponibilità nello stesso unico centro di quest’ultima metodica, oltre che di quella convenzionale, permette di evitare alle pazienti la migrazione da un ospedale ad un altro, con conseguente riduzione del tempo totale del trattamento radioterapico e maggior comfort per le stesse”. “A differenza della terapia a fasci esterni (EBRT), in cui le radiazioni ionizzanti generate da una macchina vengono dirette al tumore dall’esterno del corpo, la brachiterapia prevede il posizionamento di una sorgente radioattiva direttamente all’interno del corpo, nelle vicinanze della lesione tumorale, favorendo un’elevata precisione, massimizzando l’efficacia del trattamento e minimizzando i possibili effetti collaterali”.
“Un traguardo – affermano congiuntamente Walter Messina e Domenico Cipolla, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario di ARNAS di Palermo – possibile grazie alla presenza di professionalità cliniche altamente specializzate che hanno reso possibile questa mission e la concretizzazione di un obiettivo e di questo programma clinico e hanno saputo combinare fattori complessi in termini di risorse umane ed economiche per ottimizzare modelli organizzativi assistenziali declinati alla Customer Satisfaction Management, oggi centrali nell’ottica dell’aziendalizzazione sanitaria, al fine di invertire anche i tassi di mobilità passiva (migrazione verso altre Regioni), ampliando l’offerta sanitaria e garantendo una risposta appropriata e di altissima levatura ai bisogni di Salute, nella ratio strategica di una governance che punta a sostenere un volano di cambiamento in senso più performante ma, soprattutto, volto a sviluppare sempre maggiore attenzione alla centralità dei pazienti e, quindi, alla qualità ed alla sicurezza delle cure erogate”.
Per Vincenzo Barone, direttore amministrativo di ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo: “Emerge la forza di un lavoro di squadra, sostenuto anche da un apprezzabile supporto degli uffici amministrativi, senza i quali nell’ambito dell’organizzazione dell’impresa complessa, non sarebbe possibile adempiere a profili squisitamente burocratici, indefettibili per dare sostrato concreto agli obiettivi strategici e di clinical governance”.